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Jessica Woodworth a Roma per “Un re allo sbando”

Arriva nelle sale italiane, dopo il successo riscosso al Festival di Venezia, il delizioso “Un re allo sbando”, scritto e diretto a quattro mani da Jessica Woodworth e Peter Brosens, coppia nel lavoro e nella vita.

“Un re allo sbando”: un film ispirato da fatti reali

un re allo sbando scena film
La pellicola racconta in modo semplice e divertente la rocambolesca avventura di Nicolas III, fantomatico re del Belgio, che si vede costretto ad abbandonare in fretta e furia Istanbul, dove si trova per ragioni di Stato, per raggiungere il suo regno, in preda al caos per l’inaspettata dichiarazione d’indipendenza della Vallonia. Ma straordinari fenomeni naturali impediscono l’uso dell’aereo, per cui il ritorno a casa sarà più complicato del previsto.

La Woodworth ha deliziato la stampa presente alla Casa del Cinema di Roma in un italiano gradevole, raccontando della passione con cui lei e suo marito hanno realizzato questo film. A cavallo del 2011 il Belgio è rimasto per ben 541 giorni senza governo, e questo ha ispirato i due cineasti, così come l’eruzione del vulcano islandese che in quello stesso periodo determinò un blocco totale delle comunicazioni aeree per le nuvole di cenere che avvolsero l’Europa intera. Famose le foto del Presidente Estone, che partì da Istanbul con un minibus per far ritorno in patria, mentre fa benzina ad una stazione di servizio come un uomo qualsiasi. “Quelle foto ci hanno riportato indietro, ad un tempo regolato da valori differenti” ha detto la regista, che ha confermato il valore simbolico delle location:”Il viaggio parte dalla periferia d’Europa, dove quest’ultima incontra l’Asia”.

La Woodworth racconta sorridendo di come sia stato difficile trovare finanziamenti: “Siamo esperti in cose tristi, non credevano potessimo far ridere la gente. Noi crediamo che commedia e tragedia siano vicinissime. Vogliamo raccontare cose importanti. Fare film è una responsabilità, ma anche un privilegio immenso, e per noi due anche una grande necessità”.

“Un re allo sbando”: una pellicola che vuole divertire rimanendo sempre credibile

Confessa l’enorme sforzo fatto affinché i personaggi rimanessero credibili, e di come siano “stati attenti ad evitare stereotipi pericolosi”, riuscendo a realizzare “un film pieno di politica ma non politico”, puntando tutto sul “rimanere sempre vicino al personaggio del re”, per osservarne l’evoluzione, aprendo tante finestre, ma rimanendo concentrati sulla sua umanità.

Si è mostrata orgogliosa dell’aver potuto girare la pellicola in modo cronologico, in soli venti giorni di riprese, tra Bruxelles, Istanbul e la Bulgaria, scegliendo “di dare i dialoghi agli attori all’ultimo minuto”, per coglierne la naturalezza interpretativa. Tutto questo reso possibile dai mesi di preparazione in Belgio che hanno preceduto le riprese, ed hanno permesso agli attori di definire ed assorbire i personaggi. Ha poi precisato che l’equilibrio e il ritmo del film sono frutto sopratutto di un accurato montaggio, durato ben sette mesi.

C’è stato il tempo anche per parlare del fatto che, pur non essendo stato realizzato con questa intenzione, “Un re allo sbando” è una grande metafora dell’instabilità internazionale che avvolge i nostri giorni, e la regista americana tiene a precisare che non ha votato per Trump. Spiega anche di come, seppur la monarchia sia forse un’istituzione antica e costosa, in Belgio è apprezzata, sopratutto dalla parte vallone: “E’ una cosa positiva che unisce il paese, calcio e birra non bastano allo scopo”, conclude sorridendo.

“Un re allo sbando” raggiungerà le sale italiane il 9 febbraio, in 40 copie, distribuite nelle città capozona e nei capoluoghi di provincia, con qualche anteprima l’8 febbraio. Sarà possibile vederlo anche nella versione originale sottotitolata, che preserva la ricchezza linguistica della pellicola.

Maria Grazia Bosu

01/02/2017

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