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Il significato profondo della frase incompiuta in Squid Game: le interpretazioni dei fan

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La serie coreana Squid Game ha catturato l’attenzione del pubblico mondiale, chiudendo la sua terza stagione con un finale che ha lasciato un segno indelebile. Il regista Hwang Dong-hyuk e gli attori hanno rivelato il significato dietro le ultime parole del protagonista Gi-hun, alias Giocatore 456. Tuttavia, il finale ha scatenato una serie di interpretazioni tra i fan, che hanno iniziato a discutere il messaggio sotteso a questa frase incompiuta.

La scelta di Gi-hun e il suo significato

Nell’episodio finale di Squid Game, Gi-hun si trova di fronte a una scelta cruciale: sacrificarsi per salvare la vita della figlia neonata della giocatrice 222, Jun-hee. Questo gesto rappresenta un atto di altruismo che contrasta con l’egoismo e la cupidigia che permeano il contesto della serie. La frase pronunciata da Gi-hun, “Noi non siamo cavalli, siamo esseri umani. E gli esseri umani sono…”, si interrompe bruscamente, lasciando il pubblico in attesa di una conclusione che non arriverà mai. Questo finale aperto ha generato un forte impatto emotivo, costringendo gli spettatori a riflettere su cosa significhi realmente essere umani.

Hwang Dong-hyuk ha spiegato che l’intento era quello di evitare di ridurre la complessità della natura umana a una sola frase. Secondo il regista, “Le persone sono troppo complesse per essere racchiuse in una sola frase. Se avessi dato un messaggio troppo esplicito, avrei finito per limitare il significato stesso.” Così, il gesto di Gi-hun diventa il vero messaggio, un atto che parla più delle parole stesse.

Il messaggio nascosto nella frase incompiuta

Nel documentario “Squid Game – Parlano i protagonisti“, Hwang ha rivelato che la frase incompiuta di Gi-hun avrebbe dovuto proseguire con un messaggio di speranza e responsabilità: “In quanto esseri umani, dovremmo comportarci in questo modo, vivere in questo modo, e da ora in poi cercare di rendere il nostro mondo un posto migliore.” Tuttavia, il regista ha scelto di non includere questa parte, lasciando il pubblico libero di interpretare il significato della frase a modo proprio.

Lee Jung-jae, l’attore che interpreta Gi-hun, ha sottolineato l’importanza di mantenere aperto il dialogo con gli spettatori. “Se avessimo detto tutto, gli spettatori avrebbero chiuso la storia lì. Invece, lasciando la frase incompiuta, li costringiamo a riflettere.” Questo approccio stimola una discussione attiva tra i fan, permettendo loro di esplorare le proprie idee e sentimenti riguardo alla natura umana.

Le interpretazioni dei fan: “Gli esseri umani sono…”

La frase incompiuta di Gi-hun ha generato un acceso dibattito online, con molteplici interpretazioni che si sono diffuse su piattaforme come Reddit. Tra le più interessanti, troviamo:

  1. “Gli esseri umani sono… tutto”: Questa interpretazione suggerisce che gli esseri umani possano essere buoni o cattivi, compassionevoli o crudeli. Squid Game esplora la complessità delle scelte e delle motivazioni di ogni personaggio, dimostrando che non esiste una verità univoca.

  2. “Gli esseri umani sono… ciò che fanno”: Per alcuni, la frase riflette il concetto che le azioni definiscono la nostra umanità. Ogni spettatore può completare la frase in base alle esperienze vissute durante la visione della serie.

  3. “Gli esseri umani sono… pensanti”: Questa interpretazione richiama il famoso “Cogito, ergo sum” di Cartesio, invitando a riflettere sulla coscienza e sulla capacità di giudizio che ci distingue dagli animali.

  4. “Gli esseri umani sono… forse non così diversi dai cavalli”: Questa lettura affascinante mette in luce il parallelismo tra i giocatori e i cavalli, presente fin dalla prima stagione. Gi-hun, che inizia la sua storia scommettendo su una corsa di cavalli, si ritrova a essere un “cavallo da corsa” per il divertimento dei ricchi VIP. La sua affermazione “Non siamo cavalli, siamo esseri umani” rappresenta un tentativo di ribellione contro la disumanizzazione subita.

La frase rimane sospesa, evocando un mix di speranza e disillusione. Non esiste una sola interpretazione, e questo è proprio il punto di forza di Squid Game. La serie non fornisce risposte definitive, ma invita gli spettatori a riflettere su chi sono e chi vogliono essere. Hwang ha condiviso la sua personale riflessione: “Durante la produzione ho iniziato a pensare a chi volevo essere: un pessimista o un ottimista. Ho scelto di credere che, nonostante tutto, possiamo ancora trovare una scintilla di speranza dentro di noi.” La domanda rimane aperta: quale scelta faremo noi?

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Luigi Gigli

Luigi Gigli

Sono Luigi Gigli, critico d'arte, scenografo e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassiona tutto ciò che ruota intorno a gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Con il mio background in video editing e scenografia, analizzo e racconto con uno sguardo unico le tendenze e i dietro le quinte di questo affascinante universo.

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