Il mondo delle serie televisive è ricco di momenti memorabili, ma ci sono episodi che segnano un punto di non ritorno per la trama, portando i fan a chiedersi se sia il caso di continuare a seguire le avventure dei loro personaggi preferiti. Questo fenomeno, noto come “salto dello squalo“, ha origine in una sitcom degli anni ’70 e ha dato vita a un gergo comune per descrivere il declino narrativo di una serie. Di seguito, esploreremo le origini di questo termine e alcuni dei casi più emblematici in cui le serie hanno subito un cambiamento radicale.
Origini del termine “salto dello squalo”
L’espressione “salto dello squalo” deriva da un episodio della sitcom “Happy Days“, andata in onda tra gli anni ’70 e ’80. La serie, che raccontava le avventure di una famiglia americana negli anni ’50 e ’60, ha visto il personaggio di Arthur Fonzarello, noto come Fonzie, compiere un gesto audace: saltare uno squalo mentre sciava sull’acqua. Questo momento, avvenuto nel secondo episodio della quinta stagione, è stato interpretato come il segnale che gli autori avevano esaurito le idee per la trama. Da quel punto in poi, il termine è stato utilizzato per descrivere qualsiasi momento in cui una serie perde la sua direzione originale, cadendo in una spirale di scelte narrative discutibili.
Esempi celebri di “salto dello squalo”
Numerose serie hanno vissuto il loro “salto dello squalo“, e alcuni di questi episodi sono diventati leggendari tra i fan. Uno dei casi più noti è quello di “Dallas“, una soap opera che ha intrattenuto il pubblico per 14 stagioni. Nella nona stagione, il personaggio di Bobby Ewing, interpretato da Patrick Duffy, torna in vita dopo essere stato ucciso in un incidente d’auto. Gli autori rivelano che tutto ciò che era accaduto durante la nona stagione era stato solo un sogno di Pamela, scatenando un’ondata di critiche per la mancanza di coerenza narrativa.
Un altro esempio emblematico è “Dexter“, dove la morte del villain Trinity, interpretato da John Lithgow, segna un punto di svolta nella serie. Molti fan hanno ritenuto che la quarta stagione rappresentasse il culmine della storia, e le successive stagioni abbiano faticato a mantenere lo stesso livello di qualità. La serie ha tentato di rinascere con sequel e spin-off, ma il “salto dello squalo” è stato percepito da molti come un segnale di declino.
Altri casi di “salto dello squalo”
Le serie “Xena – Principessa Guerriera” e “True Blood” hanno anch’esse vissuto momenti di crisi narrativa. In “Xena“, un episodio della quinta stagione introduce un personaggio contemporaneo che stona con l’ambientazione storica, mentre in “True Blood“, la rivelazione che Sookie Stackhouse è una fata ha lasciato molti spettatori perplessi, allontanandoli dalla trama originale.
Anche “The Walking Dead” ha subito un significativo “salto dello squalo” con la morte di Glenn, uno dei personaggi più amati. Questo evento ha generato una reazione negativa tra i fan, contribuendo a un calo di interesse per la serie. La morte di Marissa in “The O.C.” e la vittoria alla lotteria in “Pappa e ciccia” sono altri esempi di come le scelte narrative possano influenzare il destino di una serie.
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