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Il mio compleanno: l’esordio di Christian Filippi tra dramma e ricerca di identità

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Il lungometraggio “Il mio compleanno”, opera prima di Christian Filippi, si distingue per la sua narrazione intensa e per la qualità delle interpretazioni, in particolare quella di Zackari Delmas. La pellicola affronta temi complessi come la malattia mentale e il desiderio di ricongiungimento familiare, offrendo uno spaccato della vita di un giovane che lotta per trovare il proprio posto nel mondo.

La storia di Riccardino e il suo desiderio di ricongiungimento

Il protagonista, Riccardino, vive un’esistenza segnata dalla separazione dalla madre, Antonella, a causa del disturbo bipolare che affligge quest’ultima. Da quattro anni, i servizi sociali hanno allontanato il ragazzo dalla figura materna, costringendolo a vivere in una casa-famiglia. La sua vita è caratterizzata da incontri sporadici con Antonella, ma il suo sogno è quello di tornare a vivere con lei. Con il compimento dei diciotto anni, Riccardino sente che è giunto il momento di cambiare la sua vita. La sua determinazione lo spinge a cercare un modo per riunirsi alla madre, affrontando le sfide che si presentano lungo il cammino.

Il film esplora il profondo legame tra madre e figlio, mettendo in luce il desiderio di Riccardino di ricostruire una quotidianità familiare. La sua fuga dalla casa-famiglia rappresenta un atto di coraggio, ma anche di vulnerabilità, poiché si confronta con una realtà complessa e spesso imprevedibile. La narrazione si sviluppa attraverso un viaggio che non è solo fisico, ma anche emotivo, in cui Riccardino deve fare i conti con le sue aspettative e le difficoltà che incontra.

Un’opera sincera e toccante

“Il mio compleanno” si distingue per la sua scrittura e regia, frutto della collaborazione tra Christian Filippi e Anita Otto. La pellicola è stata realizzata nell’ambito della dodicesima edizione della Biennale College Cinema della Mostra del Cinema di Venezia, un progetto che ha dimostrato come il talento, unito al giusto supporto, possa dar vita a opere significative. La sceneggiatura riesce a bilanciare momenti di dramma e ironia, rendendo la storia di Riccardino non solo toccante, ma anche capace di suscitare riflessioni profonde.

La performance di Zackari Delmas nel ruolo di Riccardino è particolarmente notevole. L’attore riesce a catturare l’attenzione del pubblico fin dalle prime scene, in cui il suo personaggio si trova in una situazione di crisi. La sua interpretazione è accompagnata da quella di Silvia D’Amico, che interpreta la madre, e da Giulia Galassi, nel ruolo dell’educatrice Simona. Questi personaggi contribuiscono a creare un contesto ricco di emozioni e complessità, rendendo la storia ancora più coinvolgente.

Un viaggio lontano dai cliché

La scelta di girare “Il mio compleanno” in formato 4:3 è significativa, poiché contribuisce a trasmettere un senso di intimità e di costrizione. Questo aspetto visivo riflette la condizione di Riccardino, imprigionato in una realtà che, sebbene protettiva, limita la sua libertà. La pellicola offre uno sguardo autentico su una parte della società che spesso rimane nell’ombra, quella dei giovani che crescono ai margini e che affrontano la vita senza il supporto di figure genitoriali stabili.

Christian Filippi evita di cadere nei cliché narrativi, presentando una storia che, pur affrontando tematiche delicate come la malattia mentale, non si perde in stereotipi. La rappresentazione della vita di Riccardino e della sua famiglia è realistica e profonda, senza indulgere in rappresentazioni superficiali. La crescita emotiva del protagonista, che si confronta con le sfide dell’età adulta, è un tema centrale del film, che invita a riflettere sulle difficoltà e le responsabilità che accompagnano il passaggio all’età adulta.

“Il mio compleanno” si presenta come un’opera di grande valore, capace di raccontare una storia di speranza e resilienza, in un contesto sociale complesso. La pellicola di Christian Filippi si afferma come un importante contributo al panorama cinematografico italiano, portando alla luce esperienze spesso trascurate e invitando il pubblico a una riflessione profonda sulla famiglia, l’identità e il futuro.

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Luigi Gigli

Luigi Gigli

Sono Luigi Gigli, critico d'arte, scenografo e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassiona tutto ciò che ruota intorno a gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Con il mio background in video editing e scenografia, analizzo e racconto con uno sguardo unico le tendenze e i dietro le quinte di questo affascinante universo.

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