In Ocean’s Eleven, il film diretto da Steven Soderbergh, una delle frasi più memorabili viene pronunciata da Brad Pitt nel ruolo di Rusty Ryan: “Hai di fronte un Boesky, un Jim Brown, una Miss Daisy, due Jethro e un Leon Spinks, per non parlare della più grande Ella Fitzgerald di sempre”. Questa battuta, apparentemente enigmatica, non è solo un gioco di parole, ma un complesso codice culturale che svela l’intento strategico del colpo in preparazione. Attraverso riferimenti iconici, il dialogo tra i personaggi diventa un linguaggio che riflette la loro intesa e il piano elaborato che stanno per mettere in atto.
Codici segreti e riferimenti culturali
La frase di Rusty Ryan è un perfetto esempio di come le battute più incisive possano nascondere significati profondi. Inizialmente, ciò che sembra un insieme di nomi casuali si rivela essere un linguaggio codificato, una sorta di gergo che i protagonisti utilizzano per comunicare senza farsi comprendere da chi non è parte del loro mondo. Ogni nome menzionato da Rusty rappresenta un elemento chiave del piano criminale, trasformando la conversazione in una sinfonia di riferimenti culturali.
Il nome “Boesky” fa riferimento a Ivan Boesky, un noto finanziere coinvolto in scandali di insider trading. Questo riferimento suggerisce un legame con il mondo della finanza e delle truffe, un tema centrale nel film. “Jim Brown“, leggendario giocatore di football, simboleggia la forza e la determinazione necessarie per portare a termine un colpo audace. “Miss Daisy“, richiamo al film Driving Miss Daisy, allude al veicolo di fuga, mentre i “due Jethros” richiamano Jethro Bodine, un personaggio goffo ma affascinante, rappresentato dai fratelli Malloy, che incarnano il caos e l’imprevedibilità della situazione.
I protagonisti e il loro ruolo nel piano
Ogni riferimento nella frase di Rusty non è casuale, ma strategicamente posizionato per delineare i ruoli dei vari protagonisti. Saul, interpretato da Carl Reiner, incarna l’astuzia del truffatore d’élite, mentre Frank Catton, interpretato da Bernie Mac, rappresenta la forza fisica necessaria per affrontare le sfide. Leon Spinks, noto pugile, anticipa il match truccato che si svolge a Las Vegas, un elemento cruciale per il successo del piano.
Ella Fitzgerald, infine, rappresenta la perfezione e l’arte della truffa. La sua voce, considerata una delle più belle della storia, diventa la metafora della finta trasmissione del caveau, un inganno che deve apparire impeccabile anche agli occhi più esperti. Questo gioco di parole non solo arricchisce il dialogo, ma crea un’atmosfera di complicità tra i personaggi, rendendo lo spettatore partecipe del loro ingegno.
Un linguaggio inventato e la sua funzione narrativa
Il linguaggio utilizzato da Rusty e dagli altri personaggi non è un gergo reale, ma un’invenzione cinematografica che trae ispirazione dal thieves’ cant, il gergo criminale inglese del Seicento. Questo linguaggio segreto, simile al Cockney rhyming slang, si basa su allusioni e insinuazioni, rendendo il significato non immediatamente evidente. Questa scelta narrativa non è solo un espediente stilistico, ma contribuisce a costruire un mondo affascinante in cui il crimine è elevato a forma d’arte.
La comunicazione tra Danny Ocean e Rusty Ryan, ricca di riferimenti e codici, ricorda un jazz suonato sottovoce, accessibile solo a chi conosce la melodia. Questo approccio non solo intrattiene, ma invita lo spettatore a immergersi in un universo di eleganza criminale, dove ogni parola è parte di una coreografia più grande. La capacità di utilizzare un linguaggio così sofisticato e ricco di significato rende Ocean’s Eleven un film che va oltre la semplice trama, trasformandosi in un’esperienza cinematografica unica e coinvolgente.
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