Il film “28 anni dopo“, attualmente nelle sale cinematografiche, ha suscitato un acceso dibattito in Gran Bretagna, in particolare per la presenza di un personaggio controverso, Jimmy Crystal, interpretato da Jack O’Connell. La sua apparizione finale ha sollevato interrogativi e polemiche, soprattutto per il suo legame con la figura di Jimmy Savile, noto per i suoi crimini. Questo articolo esplora le reazioni suscitate dal film e il contesto culturale che lo circonda.
La scena finale e il personaggio di Jimmy Crystal
Nel finale di “28 anni dopo“, Jimmy Crystal si presenta con un look audace: parrucca bionda, tuta da ginnastica colorata e gioielli appariscenti. La sua entrata in scena è accompagnata da un gruppo di seguaci che, vestiti in modo simile, si dedicano a sterminare gli infetti in una sequenza che ricorda i film grindhouse. Questa rappresentazione ha colpito il pubblico, portando a considerare il gruppo come una sorta di culto. Tuttavia, la vera controversia deriva dal fatto che il personaggio di Crystal trae ispirazione da Jimmy Savile, un nome che ha segnato profondamente la storia britannica.
Chi era Jimmy Savile e il suo impatto sulla società britannica
Jimmy Savile è stato un personaggio di spicco nel panorama televisivo e radiofonico britannico, noto per il suo lavoro nel campo dell’intrattenimento. Tuttavia, dopo la sua morte nel 2011, è emerso un lato oscuro della sua vita: Savile è stato identificato come uno dei più prolifici predatori sessuali del Regno Unito. Ha abusato di minori e adulti, approfittando della sua notorietà per avvicinare le vittime. Le sue azioni hanno portato alla luce un numero impressionante di casi di abusi, con 400 vittime accertate, la più giovane delle quali aveva solo 8 anni.
Lo scandalo ha avuto ripercussioni enormi, portando a riforme significative nella protezione dei minori e rivelando insabbiamenti all’interno della BBC e di altre istituzioni. La figura di Savile è diventata simbolo di un’epoca in cui il potere e la fama potevano nascondere atrocità, e la sua eredità continua a influenzare la società britannica.
Il contesto di “28 anni dopo” e il suo significato
“28 anni dopo” è ambientato in un periodo precedente alla rivelazione dei crimini di Savile, in un Regno Unito isolato dal resto del mondo a causa di un’epidemia di rabbia. I personaggi del film, intrappolati in un contesto simile ai primi anni 2000, non hanno accesso alle informazioni che rivelerebbero la vera natura di Savile. Questo elemento narrativo solleva interrogativi sulla percezione del bene e del male, e sulla possibilità di una figura pubblica di essere venerata nonostante il suo lato oscuro.
Il regista Danny Boyle ha spiegato che il ruolo di Jimmy Crystal serve a reintrodurre il male in un ambiente che, nel corso del film, è diventato compassionevole. La narrazione si concentra sulla natura del male, con Crystal che rappresenta una minaccia tangibile per i sopravvissuti. La scelta di includere un personaggio ispirato a Savile non è casuale, ma piuttosto un modo per affrontare temi complessi legati alla moralità e alla vulnerabilità umana.
La reazione del pubblico e le polemiche
La presentazione di un personaggio come Jimmy Crystal ha scatenato reazioni contrastanti tra il pubblico. Molti spettatori hanno trovato la scelta audace e provocatoria, mentre altri l’hanno considerata inopportuna, data la gravità dei crimini di Savile. Le discussioni si sono ampliate anche oltre i confini britannici, con critiche che evidenziano la difficoltà di trattare temi così delicati in un contesto di intrattenimento.
Il film, pur affrontando questioni di grande rilevanza sociale, ha il potere di stimolare un dibattito necessario su come la società percepisca e reagisca a figure pubbliche controverse. La figura di Jimmy Crystal, quindi, non è solo un personaggio di fantasia, ma un riflesso delle complessità e delle contraddizioni della cultura contemporanea.
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