Helen Hunt, celebre attrice di 61 anni, è approdata per la prima volta a Taormina, ma il suo legame con l’Italia è profondo. Ha recentemente lavorato con il regista Peter Greenaway a Lucca, dove ha girato un film che affronta il tema della morte. Durante il Taormina Film Festival, Hunt ha condiviso aneddoti sulla sua carriera e le sue esperienze nel mondo del cinema, rivelando la sua visione su questioni attuali come l’invecchiamento e il movimento MeToo.
L’esperienza di Helen Hunt in Italia
Helen Hunt ha esordito parlando del suo recente progetto con Peter Greenaway, un film ancora senza titolo che affronta la morte come tema centrale. In questo lavoro, l’attrice recita insieme a Dustin Hoffman e alla figlia, esplorando come una famiglia possa confrontarsi con la perdita. Hunt ha descritto il film come “selvaggio”, un aggettivo che riflette lo stile audace del regista. La sua esperienza a Lucca è stata significativa, e l’attrice ha sottolineato come il cinema italiano continui a influenzare il suo lavoro.
Il suo passaggio alla Biennale di Venezia, che ha definito “un’esperienza indimenticabile”, ha ulteriormente arricchito il suo bagaglio culturale. Cresciuta in un ambiente artistico, Hunt ha avuto la fortuna di essere circondata da compositori, illustratori e teatranti, il che ha contribuito a formare la sua visione artistica. I suoi genitori, pur non spingendola a diventare attrice, l’hanno sempre sostenuta nelle sue scelte.
Riflessioni sull’invecchiamento a Hollywood
Hunt ha affrontato il delicato tema dell’invecchiamento nel mondo del cinema, esprimendo una visione realistica e accettante. “Non posso farci niente. Se è così… capisci cosa intendo? Il tempo passa e io sono qui”, ha dichiarato. Per l’attrice, il segreto per affrontare l’invecchiamento risiede nella qualità delle sceneggiature. Una buona sceneggiatura, secondo Hunt, deve includere personaggi di diverse età e background etnici, creando così storie più ricche e autentiche.
La sua esperienza nel settore le ha insegnato che il supporto agli sceneggiatori è fondamentale per garantire una rappresentazione equa e diversificata. Hunt ha sottolineato l’importanza di scrivere storie che riflettano la realtà della vita, dove giovani e anziani possano coesistere e interagire in modo significativo.
Il movimento MeToo e la consapevolezza culturale
Riguardo al movimento MeToo, Hunt ha condiviso la sua esperienza personale, evidenziando come, in passato, molte attrici avessero storie di abusi e comportamenti inappropriati da raccontare. “Ogni attrice che ho incontrato aveva almeno tre o quattro storie orribili da raccontare”, ha affermato. Oggi, però, la situazione è cambiata. Hunt ha notato una maggiore consapevolezza culturale e la possibilità di affrontare comportamenti scorretti sul set. “Se vedo un comportamento sbagliato, posso dire ‘ehi’. E funziona”, ha aggiunto, evidenziando come la sua notorietà le consenta di avere un impatto maggiore.
Questa nuova consapevolezza è fondamentale per creare un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso per le giovani generazioni di attrici, che possono ancora sentirsi intimidite. Hunt ha espresso la sua soddisfazione per i progressi fatti, pur riconoscendo che c’è ancora strada da percorrere.
Riflessioni sul passato e sul futuro
Helen Hunt ha vinto un Oscar nel 1998 per il film “Qualcosa è cambiato” e ha ricordato quel momento con nostalgia. “Vorrei poter rifare, essere più grande e godermelo”, ha detto, riflettendo su come la pressione di quel momento l’abbia portata a concentrarsi troppo sui dettagli superficiali. Tuttavia, è grata per l’opportunità di lavorare con attori che ammira, come Jack Nicholson, con cui ha condiviso esperienze formative.
Parlando del futuro, Hunt ha rivelato di aver scritto due sceneggiature e di essere attualmente al lavoro su una terza. Ha riconosciuto le difficoltà di creare nuove storie, comprendendo perché molti scelgano di rifare opere già esistenti. “A volte è emozionante, altre solo una copia”, ha commentato, evidenziando la sfida di mantenere freschezza e originalità nel panorama cinematografico.
Infine, Hunt ha espresso la sua ammirazione per le giovani attrici, citando Hannah Einbinder, protagonista della serie “Hacks”, che affronta il tema dell’ageismo. Riguardo all’intelligenza artificiale, ha espresso preoccupazione per il suo crescente ruolo nel settore, affermando: “Spero di morire prima che diventi troppo importante. Non credo che possa sostituire Jack Nicholson“.
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