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Festival di Cannes: Enzo e Partir un jour, storie di transfughi di classe

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Il Festival di Cannes continua a sorprendere con la sua selezione di opere che affrontano temi complessi e attuali. Tra i film presentati, due titoli si distinguono per la loro narrazione di transfughi di classe, offrendo uno spaccato della società contemporanea. “Partir un jour“, che ha aperto la selezione ufficiale, e “Enzo“, che ha inaugurato la Quinzaine des cinéastes, raccontano storie di giovani in cerca di identità, ma con traiettorie opposte.

Le storie di “Partir un jour” e “Enzo”

Partir un jour” segue le vicende di una giovane donna, figlia di ristoratori, che gestiscono una trattoria per camionisti in una piccola città. La protagonista, dopo aver ottenuto successo nei reality gastronomici, decide di aprire un ristorante ambizioso, puntando a ottenere stelle Michelin. Al contrario, “Enzo“, scritto da Laurent Cantet e completato da Robin Campillo dopo la morte del primo, racconta la storia di un giovane che sfida le aspettative familiari. Enzo, interpretato da un cast di attori di spicco come Elodie Bouchez e Pierfrancesco Favino, abbandona gli studi per lavorare come apprendista in un cantiere edile, rifiutando il destino tracciato per lui dal suo ambiente borghese.

L’adolescenza di Enzo e le sue sfide

La narrazione di “Enzo” si concentra sull’adolescenza del protagonista, che si trova a dover affrontare le aspettative dei genitori e le pressioni sociali. Quando il suo capo cantiere decide di parlare con i genitori riguardo alle sue prestazioni, emerge il contesto familiare di Enzo. I genitori, che lo accolgono con un bicchiere di rosé a bordo piscina, hanno visioni diverse sul futuro del figlio. Il padre desidera che prosegua gli studi, mentre la madre considera la sua scelta di lavorare come una fase di crescita. Questo contrasto genera tensioni e riflessioni, specialmente quando Enzo porta a casa una ragazza, Malou Khebizi, suscitando reazioni inattese da parte della madre.

Il film esplora anche il tema della mascolinità attraverso il personaggio di Vlad, un collega di cantiere ucraino, che rappresenta un modello di virilità affascinante ma inaccessibile. La relazione tra Enzo e Vlad mette in luce le difficoltà di un giovane che cerca di trovare il proprio posto nel mondo, mentre si confronta con un ideale di mascolinità che sembra sfuggente.

La frattura generazionale e il legame tra i protagonisti

Enzo” non è solo un viaggio personale, ma anche un’analisi della frattura generazionale. Il sedicenne Enzo mette in discussione l’idea che l’unico modo per avere successo sia attraverso l’istruzione, creando un contrasto con il fratello maggiore che abbraccia il percorso tradizionale. La figura paterna, interpretata da Pierfrancesco Favino, è quella di un uomo in difficoltà, che si trova a dover affrontare le sfide di un figlio che rifiuta le aspettative familiari.

La storia di amicizia tra Laurent Cantet e Robin Campillo si riflette nel film, che unisce le visioni dei due autori. Campillo, noto per il suo lavoro in “120 battiti al minuto“, ha saputo portare avanti il progetto di Cantet, affrontando temi come il lavoro, il destino di classe e la ricerca di identità. Ambientato a La Ciotat, il film riesce a mescolare elementi di dramma e commedia, creando un’opera che esplora le emozioni senza paura di mostrare vulnerabilità.

Enzo” sarà distribuito in Italia da Lucky Red, e gli appassionati di cinema possono aspettarsi un’opera che affronta temi profondi con una narrazione coinvolgente e autentica. La presentazione al Festival di Cannes ha già suscitato interesse e attesa per il suo arrivo nelle sale italiane.

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Fede Petrini

Fede Petrini

Sono Fede Petrini, laureato in lingue e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassionano gossip, programmi TV, cinema e serie TV, che esploro con entusiasmo e curiosità.

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