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Fear Street: Prom Queen, il quarto episodio della serie che delude le aspettative

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La serie Fear Street, che ha conquistato il pubblico di Netflix, giunge al suo quarto episodio con “Prom Queen“. Questo nuovo capitolo, purtroppo, presenta notevoli differenze rispetto alla trilogia originale, che aveva già riscosso un buon successo dal 2021. La regista Leigh Janiak, che ha curato i primi tre film, lascia il posto a Matt Palmer, il quale, nonostante la sua esperienza nel thriller psicologico “Calibre” del 2018, non riesce a ripetere il successo dei suoi predecessori. La nuova pellicola, pur mantenendo alcuni elementi del franchise, sembra perdere parte della magia che aveva caratterizzato i film precedenti.

La trama di Fear Street: Prom Queen

Ambientato nel 1988, il film segue le vicende degli studenti della Shadyside High School, in particolare di Lori Granger, una ragazza che si candida a reginetta del ballo di fine anno. Lori, emarginata a causa delle voci che circolano sulla sua famiglia, si trova a dover affrontare la rivale Tiffany Falconer e il suo gruppo di amiche. La situazione si complica ulteriormente quando, la notte prima del ballo, una studentessa di nome Christy Renault viene brutalmente assassinata da un misterioso killer mascherato. La comunità è ignara di questo crimine, e la tensione cresce quando il giorno del ballo il killer torna a colpire, costringendo Lori a lottare per la propria vita.

Il preside Brekenridge spera che il ballo possa risollevare la reputazione della scuola, ma il clima di paura e violenza si fa sempre più palpabile. La storia si sviluppa attraverso un mix di elementi horror e drammatici, ma la mancanza di originalità nelle scelte narrative rende il racconto prevedibile e poco coinvolgente.

Critica e ricezione del film

Fin dall’inizio, il film si presenta con un voice-over che introduce i personaggi e il contesto, ma la superficialità con cui vengono descritti lascia poco spazio all’immaginazione. Le caratteristiche dei personaggi sembrano ripetitive e basate su stereotipi già visti, il che contribuisce a un senso di déjà vu. La pellicola, invece di offrire una satira dei classici del genere, si rivela eccessivamente seria, perdendo così il potenziale per diventare un’opera di culto.

Le scene di violenza, che includono amputazioni e omicidi brutali, possono risultare divertenti per alcuni spettatori, ma il film si riduce a un susseguirsi di esecuzioni senza un reale sviluppo narrativo. La resa dei conti finale, pur nella sua assurdità, appare scontata e poco soddisfacente. La scelta di attori e attrici, inoltre, non riesce a convincere, e i personaggi rimangono monodimensionali, rendendo difficile per il pubblico identificarsi con loro.

La componente romantica e il ballo finale

Un altro aspetto deludente di “Prom Queen” è la componente romantica, che risulta anonima e poco coerente. Il balletto finale, in cui Lori e Tiffany si sfidano sulle note di una versione americana di “Gloria“, appare forzato e ridicolo, contribuendo a un epilogo che chiude in modo meccanico la trama. La rivisitazione del classico ballo di fine anno, un tema ricorrente nel cinema slasher, non riesce a soddisfare le aspettative, lasciando gli spettatori con un senso di insoddisfazione.

In sintesi, “Fear Street: Prom Queen” si presenta come un capitolo debole della serie, incapace di catturare l’attenzione e l’interesse del pubblico come i suoi predecessori. La mancanza di originalità e la superficialità nella caratterizzazione dei personaggi contribuiscono a un’esperienza cinematografica che delude, lasciando i fan della saga con la speranza di un futuro ritorno alla qualità dei primi episodi.

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Lori Menea

Lori Menea

Sono Lori Menea, attrice amatoriale e laureata presso l'Accademia di Belle Arti. Amo la musica classica e il mondo dello spettacolo, esplorando gossip, serie TV, film e programmi televisivi con passione e creatività.

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