L’Eurovision 2025 ha regalato momenti indimenticabili durante la seconda semifinale, tenutasi a Basilea. Un evento che ha mescolato musica, moda e coreografie stravaganti, trasformando il palcoscenico in un vero e proprio spettacolo di luci e colori. Le esibizioni hanno spaziato da performance toccanti a show eccentrici, con artisti provenienti da diverse nazioni che hanno dato vita a un’atmosfera di festa e competizione. Ecco un’analisi dettagliata delle esibizioni più significative.
Australia: Un ritorno agli anni ’70
L’Australia ha presentato Go-Jo, noto anche come Jordan Gough, un ex rugbista che ha conquistato il pubblico di TikTok. La sua canzone, “Milkshake Man“, è un pezzo funk-pop che richiama le sonorità degli anni ’70, ma che, nonostante un ritmo coinvolgente, ha deluso per la sua mancanza di sostanza. Durante l’esibizione, Go-Jo ha sfoggiato un cambio d’abito azzurro che ha catturato l’attenzione, esaltando il suo fisico scolpito. Tuttavia, il testo, ricco di allusioni sessuali, ha suscitato qualche perplessità, risultando più provocatorio che significativo. La performance, pur divertente, ha lasciato il pubblico con la sensazione che ci si potesse aspettare di più in termini musicali.
Irlanda: Una celebrazione kitsch
L’Irlanda ha scelto di rendere omaggio a Laika, la cagnetta spaziale, attraverso una performance intitolata “Laika Party“. L’artista Emmy ha creato un’atmosfera da club anni 2000, con tutine argentate e un’ambientazione che sembrava uscita da un film di fantascienza. Nonostante la sua presenza scenica fosse accattivante, la performance ha mostrato una certa staticità, con Emmy che rimaneva ferma su un piedistallo. L’idea di mescolare nostalgia e divertimento è stata interessante, ma la voce e l’energia dell’artista non sono riuscite a decollare, lasciando il pubblico con un senso di incompletezza.
Lettonia: Un’incantesimo mistico
Le Tautumeitas, rappresentanti della Lettonia, hanno incantato il pubblico con la loro esibizione di “Bur man laimi“, un brano che fonde tradizione e modernità. Vestite in abiti che richiamavano la mitologia lettone, le sei artiste hanno creato un’atmosfera quasi sciamanica, con armonie vocali ipnotiche e ritmi tribali. La loro performance è stata un vero e proprio rituale visivo e sonoro, capace di trasportare gli spettatori in un’altra dimensione. La potenza della loro musica ha dimostrato che l’Eurovision può essere anche un’esperienza profondamente evocativa e culturale.
Regno Unito: Pop e country con un tocco di glitter
Le Remember Monday hanno portato sul palco britannico un mix di pop e country con il loro brano “What the Hell Just Happened?“. Vestite in modo vivace e colorato, le tre artiste hanno presentato una coreografia che richiamava il mondo dei musical. Nonostante il pezzo fosse fresco e radiofonico, la performance ha mostrato delle lacune, in particolare a causa di una delle cantanti che ha stonato durante l’esibizione. Tuttavia, l’energia e l’intesa tra le artiste hanno reso la performance visivamente accattivante, perfetta per i social media, ma meno memorabile per le classifiche musicali.
Malta: Una divina esplosione di stile
Miriana Conte ha catturato l’attenzione con la sua esibizione audace e provocatoria. Con un look che mescolava elementi queer e un’estetica da club, l’artista maltese ha presentato una performance che ha fatto vibrare il pubblico. La sua presenza scenica, unita a una voce potente e a una coreografia ben studiata, ha creato un’atmosfera di ribellione e libertà. Il brano, che unisce pop e R&B con influenze rap, ha trasformato il palco in un vero e proprio set cinematografico, lasciando un’impronta indelebile nella memoria degli spettatori.
Danimarca: Un sogno elettronico
Sissal ha incantato con la sua performance di “Hallucination“, un brano che esplora temi di fragilità mentale attraverso sonorità eteree e sintetizzatori. Avvolta in un cappotto misterioso, Sissal ha mostrato un look che si adattava perfettamente alla sua musica. La sua esibizione, pur elegante e sognante, ha rischiato di perdersi tra le altre performance più energiche. Tuttavia, per gli amanti dell’electropop minimalista, la sua proposta ha rappresentato un momento di riflessione e introspezione.
Israele: Un messaggio di speranza
Yuval Raphael ha portato sul palco un messaggio di rinascita e speranza con “New Day Will Rise“. La sua esibizione, caratterizzata da un mix di lingue e generi musicali, ha creato un’atmosfera di grande impatto emotivo. Con una scenografia che richiamava la luce e la rinascita, la performance ha saputo toccare le corde del pubblico, rendendo omaggio a temi di resilienza e guarigione. La potenza della sua voce, unita a una regia suggestiva, ha trasformato il brano in un inno alla speranza.
Finlandia: Una regina della disco
Erika Vikman ha chiuso la serata con una performance esplosiva di “Ich komme“. Vestita in modo audace, con un body di pelle nera e stivali alti, ha portato sul palco un mix di dance-pop anni ’80 e ironia. La sua esibizione, caratterizzata da coreografie audaci e momenti di grande spettacolarità, ha catturato l’attenzione di tutti. Con un microfono gigante trasformato in razzo, Vikman ha regalato un momento di pura follia, dimostrando che l’Eurovision può essere anche un palcoscenico per l’arte performativa. La sua presenza ha lasciato un segno indelebile, rendendola una delle protagoniste più memorabili della serata.
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