Oggi 7 maggio 2018, è venuto a mancare Ermanno Olmi. Aveva 86 anni all’ospedale di Asiago, dove era ricoverato da alcuni giorni, lasciando la moglie e i figli.
Ermanno Olmi: addio al visionario regista del grande cinema italiano
Il regista Olmi era malato da parecchio tempo e dopo essere stato ricoverato venerdì, è deceduto circondato dall’affetto dei suoi cari. I funerali si svolgeranno in privato, come desiderava lo stesso regista, da sempre protagonista di una vita piena di amici ma molto riservata.
Ermanno Olmi, di origini bergamasche, è stato autore di numerose pellicole amate dal pubblico e dalla critica, tra cui il suo capolavoro “L’albero degli zoccoli” del 1978, che gli fece guadagnare la Palma D’Oro al 31º Festival di Cannes.
Il cinema piange un regista e sceneggiatore del grande cinema italiano, che aveva esordito dietro la macchina da presa con “Il tempo si è fermato” nel 1959. Il regista ha sempre cercato di rappresentare attraverso la macchina del cinema la vita stessa. Dopo i suoi primi lavori tra cui “Il posto” (1961) e “I fidanzati” (1963) fu considerato il cantore della gente comune e delle piccole cose. I suoi lavori mettono in scena la vita quotidiana fatta di persone comuni e valori spesso trascurati.
Una vita dedicata al cinema
Con il passare degli anni il cinema di Olmi si è allargato a vari generi tra cui il documentario con pellicole come “La diga sul ghiacciao” e “Tre fili fino a Milano”. Nel 1965 realizza “E venne un uomo” un film biografico su papa Giovanni XIII, in cui dà spazio alla sua religiosità.
Il capolavoro arriva nel 1978 “L’albero degli zoccoli”, una sorta di fiaba contadina recitata interamente in dialetto bergamasco da attori non professionisti. Il film si affidavano più all’espressività dei gesti che delle parole.
Nonostante è colpito da una malattia che lo consuma pian piano e lo porta alla depressione, allontanandolo dal set cinematografico, Olmi si rialza e torna a fare cinema. In questo ultimo periodo arricchisce la sua filmografia con “Il mestiere delle armi” (2001), “Cantando dietro i paraventi” (2003) e “Centochiodi” (2007). In ultimo il bellissimo “Torneranno i prati” (2014) film contro la guerra, in cui vita e cinema si mescolano in un incontro poetico.
Mariateresa Vurro
07/05/2018