Il nuovo film di Ari Aster, intitolato “Eddington“, si propone come un’analisi della società americana, ma rischia di cadere in una rappresentazione superficiale e caricaturale. Ambientato nel 2020, in piena pandemia, il film affronta temi complessi come la salute mentale, le tensioni sociali e il clima politico degli Stati Uniti. Attraverso la lente di una piccola cittadina del New Mexico, Aster cerca di esplorare le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano il paese, ma il risultato finale solleva interrogativi sulla profondità e l’efficacia del suo messaggio.
La trama e i personaggi di Eddington
“Eddington” si svolge in una cittadina isolata, dove lo sceriffo, interpretato da Joaquin Phoenix, si trova a dover gestire non solo la sicurezza pubblica, ma anche le tensioni personali e familiari. Sua moglie, affetta da problemi mentali, e la madre di lei, una complottista, alimentano un clima di sfiducia nei confronti delle autorità locali, in particolare del sindaco. La questione delle mascherine diventa il pretesto per un conflitto che si intreccia con le ambizioni politiche dello sceriffo, il quale decide di candidarsi alle prossime elezioni.
Nel contesto di una società che sta affrontando il trauma della pandemia, il film tocca anche il tema delle manifestazioni giovanili, ispirate dal caso George Floyd. I giovani della comunità, spinti da motivazioni personali e sentimentali, si uniscono a un movimento più ampio che cerca di affrontare le ingiustizie sociali. Tuttavia, Aster sembra ridurre queste complessità a una serie di eventi superficiali, privi di una vera analisi critica.
La rappresentazione della società americana
Ari Aster utilizza “Eddington” come una sineddoche degli Stati Uniti, cercando di riflettere le fratture sociali e culturali che caratterizzano il paese. Tuttavia, il suo approccio rischia di apparire come un diorama che espone le eccentricità e le contraddizioni della società americana senza fornire una comprensione profonda delle cause sottostanti. La rappresentazione di complottisti, giovani attivisti e politici opportunisti si riduce a una satira che, sebbene possa risultare divertente, non offre spunti di riflessione significativi.
Il film affronta temi come la disinformazione, la cultura woke e l’abuso dei social media, ma lo fa in modo superficiale. Aster sembra voler mostrare l’assurdità della situazione, ma finisce per cadere nella trappola della caricatura, senza mai approfondire le motivazioni e le emozioni dei suoi personaggi. La mancanza di stratificazione nella narrazione rende difficile per lo spettatore connettersi con le esperienze dei protagonisti.
La performance di Joaquin Phoenix e la direzione di Aster
La performance di Joaquin Phoenix è uno degli elementi più apprezzabili di “Eddington“. L’attore riesce a trasmettere le fragilità e le vulnerabilità del suo personaggio, ma il copione non gli offre il materiale necessario per sviluppare una complessità emotiva paragonabile a quella di altri ruoli iconici. Il personaggio dello sceriffo, pur essendo in una situazione di crescente tensione, non riesce a raggiungere la profondità di figure come Travis Bickle, protagonista di “Taxi Driver“.
Ari Aster, con il suo stile distintivo, sembra voler posizionarsi come un narratore consapevole e critico della società contemporanea. Tuttavia, la sua visione appare eccessivamente compiaciuta e priva di una vera introspezione. La sua capacità di mescolare generi e toni, dall’ironia alla satira, si traduce in un’opera che, sebbene visivamente interessante, manca di sostanza e di un messaggio incisivo.
Un film che divide
Eddington si presenta come un’opera che suscita reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi apprezza la volontà di Aster di affrontare temi attuali e di mettere in discussione la società americana. Dall’altro, molti critici evidenziano la superficialità della narrazione e la mancanza di una vera analisi critica. La rappresentazione di una società in crisi, dominata da complotti e divisioni, è certamente attuale, ma il modo in cui viene trattata nel film lascia molto a desiderare.
In definitiva, Eddington si propone come un tentativo di riflessione sulla condizione americana, ma il risultato finale è un’opera che, pur avendo momenti di interesse, rischia di essere dimenticata per la sua mancanza di profondità e di complessità.
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