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Diabolik: i Manetti Bros. e il cast presentano il film alla stampa

I registi, Marco e Antonio Manetti, conosciuti da tutti come i Manetti Bros., insieme al cast che comprende Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Serena Rossi, Claudia Gerini, hanno presentato il film “Diabolik” alla stampa. Alla conferenza erano presenti anche i produttori Paolo del Brocco e Carlo Macchitella che hanno attivamente partecipato alla fase creativa della pellicola. “Diabolik”, trasposizione cinematografica dell’amato genio del crimine, si basa in particolare sul terzo albo della serie originale, “L’arresto di Diabolik”, quando avviene il primo incontra con Eva Kant, complice e compagna di Diabolik. 

Tra i film più attesi del 2021 e in uscita nei cinema il 16 dicembre 2021, “Diabolik” è il secondo adattamento per il grande schermo del celebre ladro creato dalle sorelle Giussani, dopo il film del 1968 diretto da Mario Bava che non ebbe particolare successo. 

Ecco le domande della stampa

Diabolik

Questo adattamento cinematografico potrebbe diventare una serie tv?

Antonio Manetti: “I personaggi hanno molta forza quindi forse potrebbe diventarlo”.

Per i due protagonisti che sensazione avete provato quando vi siete messi alla guida di una macchina come la jaguar?

Luca Marinelli: “io l’ho guidata poco, a volte sono stato spinto a motore spento, il che è anche così un’esperienza fantastica”.

Miriam Leone: “la Jaguar è la vera protagonista del film, perché è la grande protagonista del fumetto. È stato un privilegio guidare ed entrare in questa macchina leggendaria”.

“Diabolik” è di un film sorprendente, ma non sorprende: siamo abituati a essere sorpresi da dei registi come i Manetti Bros. Invece questa volta avete scelto un linguaggio classico, che rimanda al cinema classico. Vi siete concessi qualche raffinatezza stilistica, o un omaggio a Hitchcock e al tempo del muto?

Marco Manetti: “un regista non deve mai fare la carriera di se stesso, noi abbiamo realizzato il film su Diabolik in base a come lo sentivano e lo immaginavamo, senza voler esser né originali né banali. Ci sarebbe piaciuto farne un film classico, ne abbiamo parlato ed è stata una scelta. E c’è sicuramente un omaggio a Hitchcock”.

Il lavoro sui personaggi

Diabolik

Quali fumetti hanno dovuto leggere e studiare i protagonisti per interpretare i personaggi?

Mastandrea: “io non mi sono particolarmente documentato, ho inventato il personaggio insieme ai registi. Nella mia carriera ho vestito poche volte i panni di personaggi iconici. Ho sempre avuto una mia idea personale del ruolo. Per l’immagine che io avevo di Ginko mi sono chiesto quanto Diabolik assomigliasse a lui e quando ci sia di lui in Diabolik. Ginko è un uomo che non vuole realmente prendere Diabolik, quasi si serve della legge per non prenderlo davvero. Quindi la legge stessa che il protagonista infrange in un certo senso lo protegge”.

Luca Marinelli: “io ho cercato di raccogliere tutte le informazioni possibili per creare una mia idea. Al provino sono arrivato con un pensiero sul personaggio che poi ho unito con quello dei registi”.

Miriam Leone: “io mi sono ispirata alle creatrici di questo fumetto, le sorelle Giussani. Per quanto riguarda Eva Kant hanno dato vita a questa donna che non è al servizio di nessun uomo, Eva e Diabolik sono come il bianco e il nero, la luce e l’ombra. Eva Kant è un personaggio iconico che non ha nulla da invidiare a quello maschile, sono alla pari, si riconoscono e si attraggono a vicenda”. 

Alessadro Roja cosa si prova ad essere un personaggio negativo in un film in cui il protagonista è un criminale?

Alessandro Roja: “è una questione di giudizi, io sono una sfumatura del cattivo, Caron è un uomo incapace di fare il bene. I suoi comportamenti e i suoi atti sono malvagi. Se Diabolik è cattivo, Caron lo è in un altro modo”.

Il personaggio interpretato da Serena Rossi è un personaggio positivo, anche se poi chiama la polizia. 

Serena Rossi: “per me è stato interessante interpretare Elizabeth perché la maggior parte delle volte che ho lavorato con i Manetti Bros. ho vestito i panni di donne di grande temperamento, mentre questa volta il mio personaggio è diverso. Elizabeth è una donna che sta dietro, è soggiogata, follemente innamorata di un uomo di cui è anche succube che la ipnotizza. È una donna forte anche lei, ma fa più fatica ad esserlo”.

Anche Claudia Gerini ha un ruolo ben definito

Claudia Gerini: “io sono una grande appassionata di Diabolik, non ho visto il film e non vedo l’ora di vederlo. Mi è piaciuto molto girare in un contesto anni ’60, ero incantata dalla Trieste che abbiamo ricreato”.

La produzione dietro la realizzazione di “Diabolik”

Diabolik

Qual’è stato il rapporto con il numero del fumetto? È stato utilizzato anche come una sorta di storyboard?

Marco Manetti: “noi abbiamo cercato di essere fedeli al fumetto, anche se la fedeltà è soggettiva. Ognuno ha la propria interpretazione. È un lavoro oggettivo che poi diventa soggettivo. A volte alcune inquadrature le abbiamo copiate dal fumetto. 

Antonio Manetti: “il numero 3 non è stato scelto a caso, ‘L’arresto di Diabolik’ è il numero dove per la prima volta Eva Kant e Diabolik si incontrano, ed è quindi la vera origine di Diabolik”. 

C’è una produzione complessa dietro il film considerato che si è girato in varie città.

Carlo Macchitella: “noi anche siamo partiti dall’idea di fare un film di Diabolik e di ambientarlo negli anni ’60, quindi con la necessità di andare a scegliere dei luoghi che somigliavano alle città dei fumetti. Tutto doveva ricordare gli anni ’60. Sì, sicuramente per essere un film italiano ha un grande budget”.

Paolo del Brocco: “‘Diabolik’ ha avuto un percorso lunghissimo che abbiamo seguito da vicino, abbiamo partecipato a livello creativo con i registi. ‘Diabolik’ ha una forte identità italiana, è un film a misura d’uomo, dove il protagonista è un personaggio normale nella sua malvagità”.

Giorgia Terranova

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