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Dazi sui film: il dibattito infuocato nell’industria cinematografica americana

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Le recenti decisioni di Donald Trump riguardo ai dazi sui film hanno scatenato un acceso dibattito all’interno dell’industria cinematografica statunitense. Queste misure, che mirano a proteggere il mercato interno, sono state oggetto di critiche da parte di figure di spicco del settore, tra cui il famoso regista Francis Ford Coppola. Le sue dichiarazioni, rilasciate in un’intervista con GQ, evidenziano le preoccupazioni riguardo all’impatto economico di tali politiche.

Le preoccupazioni di Francis Ford Coppola

Francis Ford Coppola, noto per il suo lavoro iconico ne Il padrino, ha espresso il suo disappunto riguardo ai nuovi dazi, definendoli un ostacolo alla crescita dell’industria audiovisiva. Durante l’intervista, Coppola ha sottolineato come queste misure possano generare incertezza nel mercato. “Durante l’amministrazione precedente, l’economia americana ha avuto un vantaggio rispetto ad altri paesi, anche in un contesto di crisi inflazionistica globale. Gli Stati Uniti si trovavano in una posizione favorevole, ma ora questi dazi rischiano di compromettere una fase di prosperità”, ha affermato il regista.

Coppola ha anche parlato del suo ultimo progetto, Megalopolis, un film che ha riscosso un notevole successo di pubblico, con proiezioni sold out, specialmente dopo la rielezione di Trump. La pellicola, che esplora le dinamiche tra la Roma antica e la società americana contemporanea, è stata definita dal regista come “profetica”. “Quando è uscito nel 2024, sembrava quasi preveggente. L’America come Roma, sul punto di perdere la propria repubblica”, ha dichiarato.

Il confronto con Apocalypse Now

Coppola ha paragonato l’accoglienza di Megalopolis a quella di Apocalypse Now, un film che inizialmente ricevette critiche negative ma che col tempo è diventato un capolavoro. “Anche Apocalypse Now fu inizialmente stroncato dalla critica, ma il pubblico continuò a cercarlo. Oggi vedo lo stesso entusiasmo con Megalopolis“, ha spiegato. Questo confronto mette in evidenza come il pubblico possa rivalutare le opere nel tempo, riconoscendo il loro valore artistico e culturale.

Un’allegoria sul declino delle democrazie

Durante il New York Film Festival, Coppola ha approfondito il significato politico di Megalopolis, descrivendolo come “un’epopea romana nell’America moderna”. Secondo il regista, le somiglianze tra la Roma imperiale e gli Stati Uniti di oggi sono evidenti. “Roma era ricca, e i senatori erano più interessati al potere che a governare. Lo stesso sta accadendo oggi con i nostri rappresentanti”, ha commentato, evidenziando le problematiche politiche contemporanee.

La scelta di una distribuzione tradizionale

Un aspetto distintivo della distribuzione di Megalopolis è la sua assenza dalle piattaforme di streaming. Coppola ha spiegato di aver optato per una tournée cinematografica per preservare l’esperienza del grande schermo. “Megalopolis è stato pensato per il grande schermo. Non voglio che finisca di proprietà di qualcuno, perché il cinema deve rimanere un’esperienza collettiva”, ha affermato. Questo approccio riflette una visione del cinema come un evento sociale, piuttosto che un prodotto da consumare in solitudine.

Il film, con un budget di 120 milioni di dollari e finanziato interamente dal regista, continua a essere proiettato in diverse sale cinematografiche internazionali, attirando l’attenzione di un pubblico sempre più vasto.

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Fede Petrini

Fede Petrini

Sono Fede Petrini, laureato in lingue e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassionano gossip, programmi TV, cinema e serie TV, che esploro con entusiasmo e curiosità.

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