Il regista Danny Boyle, noto per opere come “Trainspotting” e “The Millionaire“, ha recentemente condiviso le difficoltà affrontate durante le riprese del suo nuovo film “28 anni dopo“, sequel del celebre “28 giorni dopo“. Questo terzo capitolo della saga zombie, che si svolge 28 anni dopo gli eventi del film originale, ha presentato sfide uniche, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi e le norme di sicurezza sul set.
Le sfide della rappresentazione dei sopravvissuti
Durante la première londinese di “28 anni dopo“, Danny Boyle ha messo in evidenza un aspetto cruciale della trama: i sopravvissuti all’epidemia di zombie non avrebbero potuto mantenere i loro vestiti intatti per così tanto tempo. “Se sei stato infettato da poco, potresti avere ancora qualche indumento”, ha spiegato Boyle. “Ma se sei infetto da molto tempo, i vestiti si sarebbero semplicemente disintegrati a causa del modo in cui ti muovi”. Questa considerazione ha portato il regista a riflettere su come rappresentare realisticamente i personaggi, senza compromettere la narrazione.
Le problematiche legate alle scene di nudo
Un aspetto particolarmente complicato è emerso durante le riprese delle scene che coinvolgono i personaggi zombie. Boyle ha dovuto affrontare una restrizione legale legata al Child Sex Offenses Act, che impedisce di mostrare attori minorenni completamente nudi. Questo ha creato una situazione inaspettata sul set, specialmente considerando la presenza di Alfie Williams, un giovane attore di soli 14 anni, nel ruolo chiave di Spike. “Non lo sapevamo ed è stato un incubo”, ha confessato Boyle. “Con un ragazzo di 12 anni sul set, nessuno poteva essere nudo, non del tutto; sembravano nudi ma in realtà erano tutti dotati di protesi”.
L’importanza dell’intimacy coordinator
La presenza di un intimacy coordinator si è rivelata fondamentale per gestire queste delicate situazioni. Boyle ha raccontato di aver avuto il fiato sul collo di questa figura professionale, che ha dovuto garantire che le riprese rispettassero le normative vigenti. “Ho pensato ‘Oh, mio Dio'”, ha affermato il regista, descrivendo la pressione di dover adattare le scene. “Abbiamo dovuto mettere genitali in protesi a tutti”. Questa soluzione ha permesso di mantenere l’integrità artistica del film, pur rispettando le leggi e le sensibilità legate alla presenza di attori minorenni.
Prospettive future per il franchise
Nonostante le difficoltà riscontrate, il franchise di “28 giorni dopo” non sembra essere giunto al termine. Andrew Macdonald, produttore del film, ha rivelato che ci sono piani per ulteriori sviluppi della saga. “Stiamo facendo, speriamo, tre altri film della saga 28, partendo proprio da ‘28 anni dopo‘”, ha dichiarato. “Domani mattina cominciamo la seconda parte. E poi speriamo ci sia una terza, formando una trilogia”. Questo annuncio ha suscitato entusiasmo tra i fan, che attendono con trepidazione di scoprire come si evolverà la storia.
Il cast di “28 anni dopo”
Il film “28 anni dopo” vanta un cast di tutto rispetto, che include nomi noti come Jodie Comer, Ralph Fiennes, Aaron Taylor-Johnson, Edvin Ryding, Erin Kellyman, Alfie Williams e Jack O’Connell. La presenza di attori di talento promette di arricchire ulteriormente la narrazione, portando sullo schermo una nuova dimensione del mondo post-apocalittico creato da Boyle. Con le sue sfide e innovazioni, “28 anni dopo” si preannuncia come un capitolo avvincente e complesso della saga.
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