Il settore cinematografico italiano sta attraversando un periodo di grave crisi, con un numero crescente di professionisti disoccupati e produzioni ferme. Il movimento “Siamo ai titoli di coda“, fondato da Dario Indelicato, ha lanciato un appello per ottenere attenzione e supporto da parte delle istituzioni. In questo articolo, esploreremo le problematiche attuali del cinema italiano e le richieste di questo movimento, che rappresenta le maestranze e i tecnici del settore.
La lettera al Ministero della cultura
Recentemente, il movimento “Siamo ai titoli di coda” ha inviato una lettera al Ministero della Cultura, firmata da centinaia di professionisti del settore, tra cui registi, attori e tecnici. La missiva esprime una richiesta chiara: “basta paralisi e logiche opache”. Dario Indelicato, fondatore e rappresentante del movimento, ha sottolineato l’urgenza di un incontro per discutere la crisi che sta colpendo il cinema italiano. La situazione è allarmante, con il 70% delle maestranze attualmente disoccupato. Indelicato ha evidenziato come il settore cinematografico sia caratterizzato da relazioni interpersonali, dove la mancanza di lavoro per uno si traduce in difficoltà per tutti.
La crisi è particolarmente evidente nelle produzioni medio-piccole, che rappresentano la spina dorsale del cinema italiano. Indelicato ha dichiarato che l’80% di queste produzioni è attualmente fermo, e senza l’accesso al tax credit, il settore rischia di collassare. La richiesta principale del movimento è quella di sanare l’anno contributivo e di rivelare le criticità in cui si trovano le maestranze, abbattendo ogni ideologia politica che influisce negativamente sul settore.
La crisi del 2023 e le sue conseguenze
La crisi del cinema italiano non è un fenomeno recente, ma ha radici che risalgono al 2023. Indelicato ha raccontato come il movimento sia nato come un comitato auto-organizzato, evolvendosi in un movimento più ampio a causa della crescente partecipazione. La consapevolezza della crisi è emersa quando, dopo anni di programmazione anticipata, si è notato che non c’era nulla in programma per i mesi successivi. L’elemento scatenante è stata la premiazione dei David di Donatello 2024, dove le maestranze sono state escluse dal palco principale, evidenziando la mancanza di riconoscimento e supporto.
Indelicato ha sottolineato l’importanza di non accettare una narrativa che dipinge il settore come elitario o politicizzato. Il movimento ha utilizzato i social media per mobilitare le persone e organizzare una manifestazione il 4 giugno 2024, che ha visto la partecipazione di migliaia di professionisti del cinema. Nonostante la grande affluenza, il supporto sindacale è stato negato, evidenziando ulteriormente la mancanza di tutela per le maestranze.
Le problematiche legate al tax credit
Uno dei temi centrali sollevati dal movimento riguarda la revisione della legge sul cinema, attualmente bloccata, che include il tax credit. Questo strumento è vitale per le produzioni medio-piccole, ma Indelicato ha evidenziato che la legge Franceschini, pur non perfetta, non dovrebbe essere interrotta. È fondamentale avere una commissione competente che possa gestire i fondi in modo equo e trasparente, evitando che decisioni politicizzate influenzino l’accesso ai finanziamenti.
Indelicato ha anche messo in luce il problema dei contributi selettivi, che limitano l’accesso al tax credit. Ad esempio, se un produttore non ottiene il contributo selettivo, non può accedere al tax credit, creando una situazione ingiusta per molti. È essenziale stabilire regole chiare e trasparenti per garantire che tutti i produttori abbiano pari opportunità di accesso ai finanziamenti.
La mancanza di tutele per le maestranze
Il movimento “Siamo ai titoli di coda” sottolinea la mancanza di tutele per i lavoratori del settore cinematografico. Indelicato ha spiegato che il settore è caratterizzato da una discontinuità che rende difficile per i professionisti avere accesso a servizi essenziali come il welfare. In caso di malattia, i lavoratori si trovano in una situazione precaria, senza alcuna rete di sicurezza.
La mancanza di pluralismo produttivo e culturale ha portato a una stagnazione del settore, con il rischio di perdere talenti e creatività. Indelicato ha espresso preoccupazione per il futuro del cinema italiano, avvertendo che se non si supporta il cinema indipendente, si rischia di compromettere la qualità e la diversità delle produzioni future.
La risposta del Ministero e le prospettive future
Recentemente, il Ministro della Cultura, Giuli, ha mostrato apertura al dialogo, ma le maestranze chiedono azioni concrete. La situazione attuale è insostenibile e la necessità di tornare sui set è urgente. I professionisti del cinema non vogliono vedere compromessa la loro carriera e il loro futuro. La mancanza di ammortizzatori sociali e di tutele adeguate rende la situazione ancora più drammatica.
Il movimento “Siamo ai titoli di coda” continua a lottare per ottenere risposte e per garantire un futuro migliore per il cinema italiano. La speranza è che le istituzioni ascoltino le richieste e lavorino per creare un ambiente di lavoro più equo e sostenibile per tutti i professionisti del settore.
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