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Apocalypse Now: la lezione di Paul Schrader sulla versione allungata

Apocalypse Now di Francis Ford Coppola è uno dei film più iconici della storia del cinema, un’epopea che esplora le devastanti conseguenze della guerra attraverso l’odissea di un ufficiale dell’esercito americano che viene inviato nella giungla del Vietnam per uccidere un colonnello che si è ribellato all’esercito. 

Nel corso degli anni, il film ha subito numerose revisioni, tra cui una versione allungata intitolata Apocalypse Now Redux. Ma secondo il celebre sceneggiatore Paul Schrader, che ha collaborato con Coppola in passato, le versioni allungate di Apocalypse Now e di altri film sono spesso peggiori dell’originale.

Schrader, intervistato da Oscar Isaac per la rivista Interview, ha espresso la sua opinione sulla questione delle versioni allungate dei film, sottolineando come i cambiamenti apportati possono spesso compromettere l’opera originale. 

Schrader ha citato Apocalypse Now Redux come esempio di versione allungata che non ha funzionato: “Penso che quando Francis Ford Coppola ha realizzato una versione più lunga di Apocalypse Now, è stato peggio dell’originale. Quindi penso che sia meglio lasciarli stare”.

La difficoltà di realizzare Apocalypse Now 

La produzione di Apocalypse Now è stata estremamente difficile, con Coppola che ha dovuto affrontare una serie di problemi tra cui le condizioni meteorologiche imprevedibili nelle Filippine, il comportamento errato di Marlon Brando sul set e un budget che ha finito per sforare. 

Nonostante tutto il film è diventato un successo di critica e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema.

La lezione di Schrader

Schrader ha poi parlato della sua filosofia come regista, sottolineando l’importanza di lavorare con budget limitati e concentrarsi sulla qualità della scrittura piuttosto che sulla grandiosità delle sequenze d’azione. 

Secondo Schrader, l’ossessione per i “grandi giocattoli” può portare i registi a perdere di vista l’essenza del loro lavoro e ad allontanarsi dalle proprie radici artistiche:

“Non sono mai stato attratto dai grandi giocattoli come George, Francis e Martin Scorsese. Una volta che ti sei appassionato ai grandi giocattoli, i budget vanno alle stelle. Per grandi giocattoli intendo scene di folla, un guardaroba d’epoca, più esplosioni”, ha detto Schrader. “Il mio approccio è sempre stato quello di concentrarmi sulla scrittura e di non preoccuparmi troppo della grandiosità delle sequenze. Penso che sia importante che i registi si ricordino delle proprie radici artistiche e non perdano mai di vista la propria voce”.

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