Il film “Testa o croce?”, presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, segna un’importante evoluzione nel genere western, reinterpretando il classico archeotipo del cowboy. Alessandro Borghi, noto per i suoi ruoli in “Non essere cattivo” e “Le otto montagne”, si fa portavoce di una visione innovativa, mettendo in discussione il tradizionale stereotipo del macho impavido. Con il suo stile inconfondibile, l’attore ha catturato l’attenzione dei media e del pubblico, dimostrando che il cinema italiano può affrontare temi complessi e attuali.
Un cowboy atipico: il personaggio di Santino
Nel film, Borghi interpreta Santino, un buttero che si innamora di Rosa, la moglie di un potente signorotto locale. La trama si sviluppa attorno a una fuga d’amore che si intreccia con l’arrivo a Roma della leggenda del West, Buffalo Bill, e il suo Wild West Show. Santino si distacca nettamente dall’immagine del cowboy tradizionale: non è un esperto di armi né un uomo d’azione, ma un personaggio vulnerabile che mette in evidenza le proprie fragilità.
Borghi descrive il suo ruolo come un’opportunità per esplorare la complessità maschile, affermando: “Santino è lontano dal classico macho perché mette davanti a tutto le sue fragilità e i suoi limiti”. Questa caratterizzazione offre uno spunto di riflessione su come la figura del maschio possa essere reinterpretata, allontanandosi dai cliché di forza e invulnerabilità. La vulnerabilità di Santino lo rende un personaggio con cui il pubblico può identificarsi, rappresentando una nuova visione del maschio contemporaneo.
Un western innovativo con un cast internazionale
Accanto a Borghi, l’attrice francese Nadia Tereszkiewicz interpreta Rosa, mentre il cast include anche il noto attore americano John C. Reilly. “Testa o croce?” si distingue per la sua ambientazione unica, che mescola elementi del western americano con la cultura italiana dei primi del ‘900. Questo incontro tra cowboy italiani e americani crea un contesto affascinante e originale, che arricchisce la narrazione e offre spunti di riflessione sulle differenze culturali.
Borghi ha accettato il ruolo di Santino proprio per la sua originalità, sottolineando come i registi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis abbiano saputo inserire tematiche contemporanee in un contesto tradizionale. “Sono riusciti a inserire in un mondo western un cambio di marcia per metterci tutta una serie di tematiche che sono estremamente contemporanee”, ha affermato l’attore. Questo approccio permette di affrontare questioni attuali legate alla mascolinità e alle relazioni, rendendo il film rilevante per il pubblico di oggi.
Un’esperienza cinematografica unica
Le riprese di “Testa o croce?” sono state caratterizzate da un’atmosfera vivace, con momenti di improvvisazione e interazioni genuine tra i membri del cast. Borghi ha descritto l’esperienza come “straordinaria di fango, polvere, cavalli e scene cambiate”. La combinazione di elementi naturali e la spontaneità delle riprese hanno contribuito a creare un ambiente di lavoro stimolante e coinvolgente.
L’attore ha espresso il suo desiderio di partecipare a progetti che sfidano le convenzioni, affermando: “Ho bisogno di fare cose strane, storte, matte”. La sua passione per il cinema lo spinge a cercare ruoli che lo portino al di fuori della sua zona di comfort, e “Testa o croce?” rappresenta perfettamente questa ricerca di novità e autenticità. La produzione ha coinvolto investimenti significativi, dimostrando la fiducia nel progetto e l’impegno di tutti i partecipanti nel realizzare un’opera di qualità.
In sintesi, “Testa o croce?” non è solo un film, ma un’esplorazione profonda della mascolinità e delle relazioni umane, un’opera che invita a riflettere e a riconsiderare i miti del passato. Con un cast di talento e una narrazione innovativa, il film promette di lasciare un segno nel panorama cinematografico contemporaneo.
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