Con l’arrivo su Netflix della serie “Sara – La donna nell’ombra“, ispirata ai romanzi di Maurizio De Giovanni, l’attenzione si sposta nuovamente su Napoli. Questa città, che nei racconti dello scrittore partenopeo non è mai solo un semplice sfondo, ma diventa un personaggio a sé stante, assume forme diverse e affascinanti. Ogni opera di De Giovanni offre una visione unica della città, rivelando le sue molteplici sfaccettature e la sua complessità.
Napoli come protagonista: l’evoluzione nei romanzi di De Giovanni
Quando si parla di Napoli attraverso le parole di De Giovanni, la città si trasforma in un’entità camaleontica, capace di adattarsi e riflettere le emozioni e le storie dei suoi personaggi. In “Mina Settembre“, Napoli si presenta nei suoi vicoli vivaci e autentici, mentre ne “I Bastardi di Pizzofalcone” si mostra stratificata e complessa. Con “Il Commissario Ricciardi“, la città diventa quasi un nemico, con le sue periferie industriali e i suoi angoli oscuri. La televisione ha saputo tradurre queste diverse rappresentazioni in linguaggi visivi che rispecchiano il tono di ciascuna narrazione, rendendo Napoli un co-protagonista indiscusso.
La trasposizione televisiva di “I Bastardi di Pizzofalcone“, con Alessandro Gassmann, riesce a catturare l’essenza di una Napoli contemporanea, lontana dai cliché. De Giovanni ha sempre affermato di non voler rappresentare una Napoli da cartolina, ma piuttosto una città autentica, con tutte le sue contraddizioni. La serie riesce a mostrare la varietà dei suoi paesaggi, dai bassi ai vicoletti, fino alle vedute sul Golfo, creando un’immagine di Napoli viva e vibrante, mai solo uno sfondo.
La Napoli solidale e colorata di Mina Settembre
In “Mina Settembre“, la città si presenta con un volto più umano e accogliente. Qui, l’assistente sociale, interpretata da Serena Rossi, si muove tra i quartieri popolari, portando alla luce storie di solidarietà e speranza. La serie, ambientata nel Rione Sanità, offre uno spaccato di vita quotidiana, mostrando una Napoli che si prende cura dei suoi abitanti. Il consultorio dove lavora Mina è situato nello storico Palazzo Sanfelice, un luogo emblematico della Napoli cinematografica.
La narrazione mette in risalto il senso di comunità e l’affetto che caratterizzano la vita nel quartiere. La fotografia calda e luminosa della serie riesce a trasmettere un’idea di Napoli che abbraccia e non giudica, dove ogni difficoltà viene affrontata insieme. È un ritratto di una città che vive di relazioni, di cortili e di incontri, una Napoli che coccola e sostiene i suoi cittadini.
Il Commissario Ricciardi e la Napoli malinconica degli anni ’30
Con “Il Commissario Ricciardi“, De Giovanni ci porta in un’epoca passata, durante il regime fascista. Qui, Napoli si presenta in una luce completamente diversa, evocando un’atmosfera crepuscolare e malinconica. Il protagonista, interpretato da Lino Guanciale, è un uomo solitario dotato di un dono inquietante: può vedere gli ultimi istanti delle persone morte in modo violento. Questa abilità lo condanna a una vita di isolamento, mentre la città intorno a lui è intrisa di storia e superstizione.
La serie riesce a ricreare visivamente questa Napoli d’epoca attraverso toni desaturati e chiaroscuri marcati, rendendo palpabile il senso di perenne struggimento. Le indagini del Commissario Ricciardi diventano un modo per esplorare le diverse classi sociali dell’epoca, mostrando una Napoli poetica e dolorosa, sospesa tra vita e morte. Il culto dei defunti, così radicato nella cultura partenopea, emerge come un tema centrale, rivelando un rapporto con la morte che è al contempo doloroso e liberatorio.
Sara – La donna nell’ombra: una Napoli oscura e metropolitana
La serie “Sara – La donna nell’ombra“, l’ultima trasposizione dei romanzi di De Giovanni, presenta una Napoli in una luce inedita. Qui, la città si fa più fredda e dura, riflettendo le sfide interiori della protagonista, Sara Morozzi, interpretata da Teresa Saponangelo. L’ex agente segreto si muove in un contesto urbano caratterizzato da ombre e pericoli, indagando su un misterioso omicidio.
Questa Napoli non è abbellita da scorci romantici, ma si presenta con capannoni industriali e periferie desolate. La regia della serie accentua l’aspetto metropolitano, creando un’atmosfera di alienazione e isolamento. La città diventa un labirinto di cemento, dove le ombre e i silenzi riflettono i tormenti interiori di Sara. È una rappresentazione di Napoli poco raccontata in televisione, ma incredibilmente vera e concreta, che mette in luce una realtà complessa e sfaccettata.
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