Franco Battiato, uno dei più iconici artisti della musica italiana, avrà finalmente un film dedicato alla sua vita, intitolato “Franco, l’ultimo viaggio“. Questo biopic, prodotto dalla Rai, si preannuncia come un’opera profonda e meditata, capace di esplorare non solo la carriera musicale di Battiato, ma anche il suo percorso interiore. Giovedì 26 giugno, durante l’Italian Global Series Festival, è stato svelato il volto che interpreterà il cantautore: Dario Aita, un attore noto per le sue interpretazioni intense.
L’annuncio del protagonista e il contesto del film
L’evento di presentazione ha suscitato grande emozione tra i partecipanti, con applausi e attesa per la nuova fiction che andrà in onda in prima serata dopo Sanremo. Dario Aita, scelto per il ruolo principale, ha già dimostrato il suo talento in produzioni di alto profilo, come “Parthenope” di Paolo Sorrentino. La sua interpretazione di Battiato si preannuncia come un viaggio profondo nell’anima di un artista che ha saputo toccare il cuore di milioni di italiani.
Accanto a Dario Aita, hanno partecipato all’incontro Leonardo Ferrara, responsabile di Rai Fiction, e la sceneggiatrice Monica Rametta. Entrambi hanno condiviso dettagli sulla genesi del progetto, sottolineando le sfide e le emozioni che hanno accompagnato la realizzazione di questo film. Ferrara ha evidenziato l’importanza di raccontare la vita di Battiato, paragonandolo ad altri artisti già celebrati dalla Rai, come Mia Martini e Califano, ma sottolineando che “Franco è unico“.
La scrittura del film: un viaggio interiore
Monica Rametta ha rivelato che scrivere la sceneggiatura è stato un compito arduo. “Non volevo scriverlo. Era troppo difficile“, ha confessato. L’idea di raccontare la vita di un uomo così complesso e misterioso sembrava inizialmente impossibile. Tuttavia, dopo mesi di ricerca e immersione totale nel mondo di Battiato, la scrittura ha preso forma. Attraverso ascolti, letture e interviste con amici e fonti inedite, Rametta ha scoperto che Battiato era un mistico e un cercatore, e ha deciso che il film doveva riflettere questo aspetto.
“Franco, l’ultimo viaggio” si propone di narrare la vita di Battiato come un percorso spirituale, che attraversa vari generi musicali, dal rock sperimentale degli anni ’70 alla musica colta, fino alle celebri ballate pop che hanno segnato la storia della musica italiana. Ferrara ha spiegato che la Rai ha sentito la necessità di produrre questo film, come una chiamata a raccontare una figura così influente nella cultura musicale del paese.
La preparazione dell’attore e il suo approccio al ruolo
Dario Aita ha condiviso la sua emozione nel salire sul palco per presentare il suo nuovo ruolo. “È la prima volta che interpreto un personaggio realmente vissuto e così amato“, ha dichiarato. L’attore ha raccontato di come il suo approccio sia stato sincero e spiazzante: “Non sapevo quasi nulla di lui, ma forse era meglio così“. Ha iniziato il suo percorso di preparazione da zero, rileggendo la vita di Battiato come un pellegrinaggio personale, scoprendo ogni giorno qualcosa di nuovo.
Aita ha portato al provino online il brano “Prospettiva Nevski” e ha scelto “L’ombra della luce” per l’audizione dal vivo, descrivendo l’esperienza come “un incontro sconvolgente“. Durante i provini, ha anche eseguito “Stranizza d’amuri” a cappella, a causa di problemi tecnici, ma la bellezza del brano ha convinto il team a includerlo nel film.
Inizio delle riprese e aspettative per il film
Le riprese di “Franco, l’ultimo viaggio” sono programmate per iniziare a fine ottobre, ma la preparazione è già in corso da due mesi. Ogni aspetto del film sarà curato con attenzione, poiché il progetto richiede rispetto, grazia e verità. Ferrara ha concluso sottolineando che Battiato ha attraversato generazioni, generi e culture, cercando Dio, pace ed equilibrio. La Rai si impegnerà a restituire tutto questo attraverso immagini, parole e musica, trasformando la vita del cantautore in un viaggio che rappresenta sia un addio che una rinascita.
Il film andrà in onda su Rai 1 nei primi mesi del 2026 e promette di essere molto più di una semplice fiction, forse una preghiera in forma di racconto visivo.
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