Il mondo del cinema horror è in fermento per il ritorno di un’opera iconica legata a uno dei suoi più grandi maestri, George Romero. Mentre si attende con trepidazione il nuovo capitolo della saga di zombie con “Twilight of the Dead“, un altro progetto di Romero, il film “Wampyr“, sta riemergendo dall’oblio. Questo lungometraggio, realizzato nel 1977, ha sempre suscitato un certo fascino tra i cinefili, soprattutto per la sua versione perduta, considerata da Romero come la vera essenza della sua visione artistica.
La storia di Wampyr e la sua versione perduta
“Wampyr”, conosciuto negli Stati Uniti con il titolo “Martin“, rappresenta un capitolo unico nella carriera di Romero, tradizionalmente associato al genere zombie. Il film esplora la vita di un giovane che crede di essere un vampiro, affrontando tematiche di isolamento e alienazione. Nonostante il suo valore artistico, per anni si è parlato di una versione in bianco e nero di “Wampyr”, un montaggio di tre ore e mezza che Romero considerava la sua vera opera. La scomparsa di questo montaggio è stata definita dal regista come “la più grande tragedia” della sua carriera, un vero e proprio tesoro perduto per gli appassionati di cinema.
La leggenda di questa versione perduta ha alimentato le speranze dei fan, che da tempo desiderano vedere il film nella sua forma originale. La possibilità di una riscoperta ha riacceso l’interesse per l’opera, portando a una serie di discussioni e speculazioni su come questa versione potesse differire da quella conosciuta.
La donazione delle bobine originali
Recentemente, un’importante notizia ha scosso il mondo del cinema horror: le bobine originali di “Wampyr” sono state donate alla collezione di archivi George A. Romero presso l’Università di Pittsburgh. Questa donazione è stata effettuata da Greg Nicotero, un’icona degli effetti speciali e un grande ammiratore del lavoro di Romero. La notizia è stata diffusa da Lawrence DeVincentz, guida turistica del Living Dead Museum, che ha sottolineato l’importanza di questo ritrovamento per la conservazione dell’eredità di Romero.
Le bobine sono ora custodite in un’istituzione dedicata alla memoria del regista, un luogo che rappresenta un vero e proprio santuario per i fan del genere horror. La speranza è che, in futuro, queste pellicole possano essere restaurate e proiettate al pubblico, permettendo così a una nuova generazione di appassionati di scoprire un’opera che ha segnato un’epoca.
L’eredità di George Romero e il futuro del cinema horror
George Romero è stato un pioniere del cinema horror, noto soprattutto per aver reinventato il genere zombie con il suo film “La notte dei morti viventi“. La sua influenza si estende ben oltre il suo lavoro, avendo ispirato innumerevoli registi e creatori di contenuti. La riscoperta di “Wampyr” non è solo un evento significativo per i fan di Romero, ma rappresenta anche un’importante opportunità per riflettere sull’evoluzione del genere horror e sull’impatto duraturo delle sue opere.
Con l’attesa per “Twilight of the Dead” e il recente annuncio del film horror “Queens of the Dead“, diretto dalla figlia di Romero, il legame tra la famiglia e l’eredità del regista continua a vivere. I fan possono solo sperare che la riscoperta di “Wampyr” possa portare a un rinnovato interesse per il lavoro di Romero e per il cinema horror in generale, mantenendo viva la sua memoria e il suo contributo al mondo del cinema.
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