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“The Waterfront”: il nuovo family drama di Kevin Williamson ispirato alla sua storia familiare

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La nuova serie “The Waterfront”, disponibile su Netflix, segna un ritorno alle origini per Kevin Williamson, noto per aver creato successi come “Dawson’s Creek” e “The Vampire Diaries”. Questa serie, che mescola elementi di dramma familiare e crime, si concentra sulla famiglia Buckley e i loro sforzi per mantenere a galla la loro attività in una cittadina della Carolina del Nord. La storia non è solo frutto di fantasia, ma trae ispirazione da eventi reali che hanno segnato l’infanzia di Williamson, in particolare la vita di suo padre, Wade Williamson, coinvolto nel traffico di droga negli anni ’80.

La trama di The Waterfront: una famiglia in crisi

La serie “The Waterfront” segue le vicende della famiglia Buckley, un’importante realtà economica di Havenport, una località costiera della Carolina del Nord. I Buckley gestiscono un’attività di pesca e un ristorante rinomato, ma la situazione si complica quando il patriarca Harlan, interpretato da Holt McCallany, decide di ritirarsi dopo aver subito due infarti. La moglie Belle, interpretata da Maria Bello, e il figlio Cane, interpretato da Jake Weary, si trovano costretti a prendere decisioni sempre più rischiose per salvare l’azienda di famiglia.

In un contesto di crescente pressione economica, Cane inizia a utilizzare le barche della famiglia per trasportare droga, una scelta che porta la famiglia in una spirale pericolosa. Nel frattempo, la figlia Bree, interpretata da Melissa Benoist, affronta la sua tossicodipendenza e cerca di riconquistare la custodia del figlio, mentre si confronta con le proprie fragilità emotive. La serie, composta da otto episodi, esplora le dinamiche familiari e le scelte morali estreme, offrendo uno spaccato delle pressioni economiche e del significato di proteggere i propri cari.

Il legame personale di Kevin Williamson con la storia

Kevin Williamson, nato a New Bern, Carolina del Nord, ha vissuto in prima persona le difficoltà economiche degli anni ’80. La sua famiglia si trovò in una situazione precaria, e suo padre Wade iniziò a trasportare marijuana con il peschereccio di famiglia per garantire il sostentamento. Williamson ha condiviso la sua esperienza, rivelando come il settore della pesca fosse in declino e come la sua famiglia fosse costretta a prendere decisioni disperate per sopravvivere. “Quando qualcuno gli offrì l’opportunità di guadagnare con un viaggio illegale, fu difficile dire di no”, ha spiegato Williamson, sottolineando la complessità morale delle scelte fatte da suo padre.

Wade Williamson fu arrestato e condannato per traffico di droga, e Kevin, allora giovane, visse le conseguenze di quelle azioni. “Era un brav’uomo. Ha fatto qualcosa di illegale, ma lo ha fatto per noi. Ha messo cibo sul tavolo e ha pagato l’università per me”, ha ricordato lo sceneggiatore, evidenziando il conflitto tra l’amore familiare e le scelte sbagliate.

La decisione di portare la storia sullo schermo

Williamson ha già accennato alla sua vita personale in “Dawson’s Creek”, dove il padre di Joey Potter è in carcere per traffico di marijuana, un riferimento diretto alla sua esperienza. Tuttavia, con “The Waterfront”, ha voluto raccontare la sua storia in modo più diretto e profondo. Ha atteso la morte di suo padre, avvenuta nel 2020, per poter narrare la sua vicenda. “Gli dissi: ‘Quando morirai, racconterò la tua storia.’ E lui rispose: ‘Va bene'”, ha ricordato Williamson.

In un tributo toccante, ha descritto suo padre come un uomo gentile e divertente, che ha dedicato la sua vita a migliorare quella del figlio. “Se non conoscete l’uomo più grande dell’universo, lasciate che vi presenti il Capitano Wade Williamson“, ha scritto in un post sui social. Con “The Waterfront”, Williamson non solo rende omaggio alla memoria di suo padre, ma affronta anche un passato difficile, mostrando un lato più oscuro rispetto ai suoi lavori precedenti.

Williamson ha concluso affermando che questa serie rappresenta una parte di lui che non aveva mai esplorato prima. “Dawson’s Creek era la storia dell’adolescenza e del primo amore, ma c’era anche quest’altra storia, più dura, che avevo bisogno di raccontare”, ha dichiarato, rivelando la profondità emotiva che caratterizza il suo nuovo progetto.

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Luigi Gigli

Luigi Gigli

Sono Luigi Gigli, critico d'arte, scenografo e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassiona tutto ciò che ruota intorno a gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Con il mio background in video editing e scenografia, analizzo e racconto con uno sguardo unico le tendenze e i dietro le quinte di questo affascinante universo.

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