La Rai si prepara a un profondo rinnovamento dei suoi palinsesti per il 2025-2026, un processo che ha suscitato preoccupazioni e polemiche tra i professionisti del settore. Le bozze definitive sono state presentate il 19 giugno e ufficializzate il 27 giugno, ma le scelte fatte sembrano mettere a rischio programmi storici e consolidati. Mentre l’ente pubblico si muove verso un cambiamento, le decisioni prese dietro le quinte stanno generando un clima di incertezza e tensione.
La chiusura di Agorà Weekend: un caso emblematico
Tra le decisioni più discusse c’è la chiusura di Agorà Weekend, il programma di approfondimento del fine settimana su Rai3. Nonostante i dati di ascolto indicassero una crescita, con una media del 4% e picchi superiori al 6%, il programma è stato cancellato. Questo ha lasciato molti a chiedersi le motivazioni reali dietro la scelta. Ufficialmente, la Rai ha giustificato la chiusura con la necessità di ridurre i costi e razionalizzare le spese. Tuttavia, molti esperti e appassionati di televisione ritengono che un programma con ascolti così positivi non dovrebbe essere considerato un problema economico.
La decisione di chiudere Agorà Weekend potrebbe essere vista come un tentativo di ristrutturazione, ma la mancanza di una visione chiara per il futuro lascia perplessi. Si prevede che Mi manda Rai3, condotto da Federico Ruffo, possa occupare il vuoto lasciato dal programma cancellato, estendendo la sua presenza al sabato e alla domenica mattina. Tuttavia, questa soluzione appare più come un ripiego che come un piano strategico ben definito.
Altri programmi a rischio: un panorama preoccupante
Agorà Weekend non è l’unico programma a subire la scure dei tagli. Anche Petrolio, il programma di approfondimento condotto da Duilio Giammaria, e Il Fattore Umano, l’inchiesta di Pusceddu e Montebello, sono stati cancellati. Altre trasmissioni storiche come Rebus di Giorgio Zanchini e Tango di Luisella Costamagna hanno subito la stessa sorte, insieme a Generazione Z di Monica Setta. La situazione è ulteriormente complicata dalla possibilità che Citofonare Rai2, condotto da Simona Ventura e Paola Perego, possa essere a rischio.
Il clima di tensione a Viale Mazzini è palpabile e le reazioni non si sono fatte attendere. L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, ha espresso forte preoccupazione per l’impoverimento dell’offerta informativa. Le preoccupazioni non riguardano solo la qualità dei contenuti, ma anche la trasparenza dei processi interni e il futuro dei giornalisti coinvolti nei programmi tagliati. La situazione è ulteriormente aggravata dall’arrivo di nuovi volti esterni, che sembrano non avere coerenza con le linee editoriali tradizionali della Rai.
Le reazioni e le preoccupazioni per il futuro
Le dichiarazioni del consigliere Rai Roberto Natale, che ha lanciato una provocazione chiedendosi chi stia lavorando per La7, evidenziano la sensazione che il servizio pubblico stia perdendo pezzi importanti della sua squadra. Questo è particolarmente preoccupante per Rai3, storicamente considerata la casa dell’informazione di qualità e del pluralismo.
Le linee guida approvate dal CdA a febbraio avevano l’obiettivo di recuperare l’identità del canale e riportare a casa volti e formule che avevano creato una comunità di spettatori fedeli. Tuttavia, le recenti decisioni sembrano andare in direzione opposta, con la scomparsa di format consolidati e un pubblico disorientato, costretto a cercare altrove ciò che la Rai non sembra più in grado di offrire. La situazione attuale solleva interrogativi sul futuro dell’informazione e della programmazione della Rai, lasciando molti a chiedersi quale sarà il destino dei programmi storici e dei professionisti che vi lavorano.
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