Alla 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il cortometraggio “In the Box”, diretto da Francesca Staasch e prodotto da Lino Guanciale, ha catturato l’attenzione del pubblico. Questa opera rappresenta un viaggio profondo nell’intimità del dolore quotidiano, affrontando temi di disagio interiore, isolamento e la ricerca di conforto nelle piccole cose della vita.
Un cortometraggio che parla di fragilità
“In the Box” ha una durata di 15 minuti e si distingue per la sua narrazione densa e minimale. I dialoghi sono ridotti al minimo, lasciando spazio alle emozioni e alle sfumature espressive degli attori. La storia ruota attorno a tre personaggi: Marco, un uomo sulla quarantina; Zoe, una giovane ribelle di 25 anni; e Laura, una signora borghese, elegante e algida. Nonostante le loro differenze apparenti, tutti e tre condividono una fragilità emotiva profonda. Invece di esplodere, il loro dolore implode, portandoli a trovare un contatto umano in modo inaspettato.
La regista Francesca Staasch utilizza un linguaggio visivo che si avvicina all’arte pittorica, alternando stili e registri per esprimere l’intimità dei personaggi. Temi come autolesionismo, solitudine e perdita emergono attraverso immagini e gesti, senza la necessità di spiegazioni verbali. Questo approccio consente allo spettatore di immergersi completamente nell’esperienza emotiva del film.
Lino Guanciale: un produttore impegnato
Lino Guanciale, noto per il suo lavoro di attore, ha deciso di assumere anche il ruolo di produttore per “In the Box”. Durante la proiezione a Pesaro, ha condiviso il significato profondo di questo progetto, sottolineando l’importanza di esplorare orizzonti di libertà creativa. Guanciale ha affermato: “Quando si è nella posizione per farlo, è bene cercare di scommettere su orizzonti di libertà creativa per sé, come interprete, ma anche per energie per cui si ritiene che valga la pena”.
In merito al suo ruolo di produttore, ha aggiunto: “Buttarsi nella produzione in questo momento è un gesto di resistenza. Che il comparto sia in crisi è sotto gli occhi di tutti, i titoli di coda che vedete alla fine di un film rappresentano posti di lavoro“. Queste parole evidenziano non solo il suo impegno personale, ma anche la consapevolezza della situazione attuale del settore cinematografico.
Il silenzio come strumento di ascolto
“In the Box” si propone anche come una riflessione sulla forza del silenzio. Lino Guanciale ha spiegato che “stare zitti è il miglior esercizio possibile per creare un ascolto”. Con leggerezza e immaginazione, il film affronta temi complessi e profondi, dimostrando che il cinema può comunicare senza alzare la voce. Questa idea di cinema, che invita a guardare in profondità, offre un’alternativa alle narrazioni più convenzionali, proponendo un’esperienza cinematografica che stimola la riflessione e l’emozione.
La presentazione di “In the Box” alla Mostra di Pesaro rappresenta un momento significativo per Lino Guanciale e Francesca Staasch, un’opportunità per esplorare temi universali attraverso una narrazione intima e coinvolgente.
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