L’arte cinematografica ha il potere di esplorare emozioni profonde e relazioni uniche, come dimostra il film “L’amico fedele“, diretto da Scott McGehee e David Siegel. I registi ci raccontano come il legame tra una scrittrice e un alano possa riflettere il dolore e la ricerca di connessione in una grande città come New York. In questo articolo, esploreremo i dettagli dell’intervista ai due cineasti, le sfide e le scelte artistiche che hanno caratterizzato la realizzazione del film.
L’amico fedele e il legame con gli animali
Durante la nostra conversazione con Scott McGehee e David Siegel, emerge subito un tema ricorrente: l’ansia che molti provano quando un cane appare in un film. “Cosa succederà al cane?” è una domanda che risuona nella mente degli spettatori, specialmente in un’opera come “L’amico fedele“, in cui la protagonista Iris, interpretata da Naomi Watts, si trova a dover affrontare la perdita e il lutto. I registi sottolineano come il sito “Does the Dog Die” sia diventato un punto di riferimento per chi teme per il destino degli animali nei film. Questo elemento di suspense è stato incorporato nel film stesso, rendendo la storia ancora più coinvolgente.
La scelta degli attori e il lavoro con i cani
Nel film, il cane protagonista è interpretato da due alani, Wilder e Bing, che non sono attori professionisti. Scott McGehee racconta la loro esperienza pregressa con i cani, in particolare con Tiger, il cane di David, che ha avuto un ruolo in precedenti opere. Questa familiarità con gli animali ha permesso ai registi di comprendere come lavorare con i cani e come gestire le loro interazioni sul set. L’obiettivo era trasmettere l’amore per i cani attraverso la narrazione, e i registi sperano che questo sentimento emerga chiaramente nel film.
La chimica tra Naomi Watts e il cane
Un aspetto cruciale della produzione è stata l’atmosfera creata sul set, che ha facilitato la connessione tra Naomi Watts e l’alano Apollo. I registi evidenziano la passione di Naomi per i cani, che ha reso il suo coinvolgimento nel progetto ancora più significativo. Tuttavia, la dimensione dell’alano ha rappresentato una sfida. Con un peso di circa 150 chili, portare Apollo a spasso non è stato semplice. Nonostante ciò, la relazione tra Naomi e il cane si è sviluppata rapidamente, creando un legame autentico che ha arricchito la narrazione.
La dimensione simbolica del cane
La presenza di Apollo nel film non è solo fisica, ma assume anche una valenza simbolica. La sua grandezza riflette le difficoltà emotive della protagonista, Iris, che si trova a dover gestire il dolore e la solitudine in un appartamento di New York. I registi spiegano come la dimensione del cane e i suoi movimenti lenti contribuiscano a rappresentare il peso delle emozioni che Iris deve affrontare. Questo contrasto visivo tra la piccola figura di Naomi e il grande alano diventa un potente strumento narrativo.
Bill Murray e l’atmosfera newyorkese
Il cast di “L’amico fedele” include anche Bill Murray, un attore noto per il suo amore per i cani. Scott e David raccontano un aneddoto della sua infanzia, in cui un rapace portò via il suo piccolo cane, un’esperienza che ha segnato profondamente Bill. La scelta di location è stata fondamentale per il film, e la scena in cui Bill incontra Apollo è stata girata a Dumbo, con lo skyline di Manhattan sullo sfondo. I registi hanno lavorato duramente per trovare il posto giusto, consapevoli dell’importanza di catturare l’essenza di New York.
Un film che celebra la vita e il dolore
“L’amico fedele” si presenta come un’opera che esplora le complessità della vita urbana, mescolando momenti di leggerezza e di profonda introspezione. Scott McGehee e David Siegel hanno dedicato tempo e impegno per rendere il film un omaggio alla città di New York, cercando di bilanciare nostalgia e attualità. La loro visione si riflette in ogni scena, creando un’esperienza cinematografica che invita il pubblico a riflettere sulle relazioni, il dolore e la bellezza della vita.
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