Scarlett Johansson, una delle attrici più riconosciute del panorama cinematografico, ha recentemente rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui riflette sulla sua carriera e sulle sfide affrontate dopo il successo di “Lost in Translation” . Questo film, diretto da Sofia Coppola, ha segnato un punto di svolta nella carriera della giovane attrice, ma ha anche portato con sé una serie di offerte di ruoli che l’hanno costretta a confrontarsi con l’immagine di “oggetto sessuale”.
Le difficoltà dopo il successo di Lost in Translation
Dopo il trionfo di “Lost in Translation”, Scarlett Johansson ha rivelato di aver ricevuto un numero considerevole di proposte per ruoli che la relegavano a figure stereotipate, come “la fidanzata” o “l’altra donna”. In un passaggio dell’intervista, ha dichiarato: “Ogni ruolo che mi è stato offerto per anni era quello de ‘la fidanzata’, ‘l’altra donna’, insomma un oggetto sessuale – non riuscivo a uscire da questo ciclo”. Questa situazione l’ha portata a riflettere sulla sua identità come attrice, sentendosi intrappolata in un’immagine che non rispecchiava la sua vera essenza.
Johansson ha anche sottolineato come, in quel periodo, i suoi agenti non l’abbiano supportata nel cercare ruoli più complessi e sfumati. “Stavano solo reagendo a quella che era la consuetudine. L’industria funzionava così da sempre”, ha aggiunto, evidenziando una problematica più ampia che coinvolge il mondo del cinema e le aspettative nei confronti delle donne.
La riflessione sulla sessualità e l’identità
Nel corso dell’intervista, Scarlett Johansson ha parlato della sua crescita personale e professionale, evidenziando come la sessualità e la desiderabilità siano state parte integrante del suo sviluppo. “Indossi i vestiti che vuoi, ti esprimi, e poi all’improvviso ti volti e pensi: ‘Aspetta, mi sento come se fossi’ – non voglio dire sfruttata perché è una parola estrema”, ha commentato. La sua esperienza, pur essendo complessa, ha contribuito a formare la sua identità artistica e a farla riflettere su come il suo corpo e la sua immagine venissero percepiti nel contesto cinematografico.
Johansson ha descritto il suo vissuto come una sorta di sfruttamento, pur riconoscendo che il termine possa sembrare eccessivo. La sua analisi mette in luce le pressioni e le aspettative che molte attrici devono affrontare, specialmente in un’industria che spesso privilegia l’aspetto fisico rispetto alle capacità artistiche.
Un nuovo capitolo: Jurassic World e oltre
Dopo aver chiuso un’importante fase della sua carriera con il Marvel Cinematic Universe, Scarlett Johansson si prepara a tornare sul grande schermo nel nuovo capitolo di “Jurassic World”, diretto da Gareth Edwards. Questo film, atteso nelle sale il 2 luglio 2025, rappresenta un’opportunità per l’attrice di esplorare ruoli più dinamici e complessi.
Johansson ha espresso orgoglio per il suo lavoro in “Lost in Translation”, affermando: “Sono piuttosto orgogliosa di come mi sono comportata. Ho svolto davvero il mio lavoro”. La sua determinazione e la sua capacità di affrontare le sfide del settore la rendono un esempio di resilienza per molte giovani attrici. Con l’arrivo di nuovi progetti come “Jurassic World”, Johansson continua a dimostrare la sua versatilità e il suo impegno nel cercare ruoli che riflettano la sua crescita artistica e personale.
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