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La sorprendente evoluzione di Naruto: dalla bozza originale a un fenomeno globale

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Masashi Kishimoto, il creatore di Naruto, ha recentemente rivelato dettagli inediti sulla genesi della sua celebre opera. Durante un’intervista con il suo editor Kosuke Yahagi, è emerso che la prima versione di Naruto era radicalmente diversa da quella che ha conquistato il mondo. La storia iniziale presentava elementi oscuri e una trama che ha subito notevoli cambiamenti per diventare il successo che conosciamo oggi.

La prima bozza di Naruto: un’idea cupa e originale

Nella versione originale concepita da Kishimoto, il personaggio di Naruto non era il giovane ninja che tutti conosciamo, ma una creatura simile a una bestia, priva di una chiara identità umana. In questa bozza, la volpe a nove code, Kurama, non esisteva. Naruto era la volpe stessa, un’entità che viveva in un mondo di isolamento e solitudine. La sua lotta per l’integrazione nella società umana era centrale nella narrazione, ma l’umanità era solo una facciata da indossare. Questo approccio ha portato a una storia che, sebbene affascinante, si è rivelata troppo limitante per sostenere una narrazione a lungo termine.

Kosuke Yahagi ha sottolineato come questa concezione iniziale non fosse adatta per una serializzazione duratura. La necessità di rielaborare la trama ha portato a un cambiamento radicale, trasformando la storia di un “mostro che voleva diventare uomo” in quella di un emarginato che custodisce un potere pericoloso e cerca un posto nel mondo. Questo passaggio ha segnato l’inizio di un viaggio che avrebbe portato Naruto a diventare un simbolo di speranza e resilienza.

La figura di Minato Namikaze: un eroe controverso

Un altro aspetto sorprendente della prima bozza riguarda il personaggio di Minato Namikaze, il Quarto Hokage. Nella versione originale, Minato non era l’eroe amato dai fan, ma piuttosto un padre oscuro e distruttivo, responsabile della devastazione del villaggio. Questa reinterpretazione ha portato a una dinamica completamente nuova, in cui il giovane Naruto si trovava a dover affrontare l’eredità di un padre che aveva causato tanto dolore.

In questa narrazione, dei nove ninja che si opposero a Minato, solo uno sopravvisse e divenne il mentore di Naruto, cercando di guidarlo lontano dalle orme paterne. Questa inversione dei ruoli ha messo in discussione il concetto di eroismo, creando una trama complessa e sfumata. Tuttavia, il team editoriale ha ritenuto che questa versione mancasse della solidità necessaria per una lunga serializzazione, portando Kishimoto a rielaborare ulteriormente i personaggi e le dinamiche narrative.

La trasformazione finale: un viaggio di crescita e riconoscimento

Dopo aver recuperato elementi da un’altra sua opera, Karakuri, Kishimoto ha riplasmato i personaggi e la trama, mantenendo però intatto il cuore della storia. L’idea di un ragazzo solo, in cerca di riconoscimento e legami autentici, è rimasta il motore emotivo di Naruto. Questo profondo restyling ha permesso alla saga di evolversi in una narrazione ricca di avventure, amicizie e sfide, rendendola accessibile a un pubblico globale.

La trasformazione di Naruto da una figura oscura a un simbolo di speranza ha reso la serie un fenomeno culturale. La storia di un giovane ninja che lotta per il riconoscimento e la connessione con gli altri ha toccato il cuore di milioni di fan in tutto il mondo. Oggi, Naruto è molto più di un semplice manga; è un’icona che continua a ispirare generazioni, dimostrando che anche le origini più oscure possono dar vita a storie di grande luce e speranza.

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Cesare Onda

Cesare Onda

Sono Cesare Onda, redattore appassionato di gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Amo raccontare curiosità, analisi e dietro le quinte del mondo dello spettacolo, tenendoti sempre aggiornato sulle ultime tendenze e novità

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