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Stefano Sardo: dal David di Donatello alla realtà del cinema italiano

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Stefano Sardo, sceneggiatore di talento, ha recentemente conquistato il David di Donatello per la miglior sceneggiatura non originale con “L’arte della gioia”. In un incontro al Riviera International Film Festival, Sardo ha condiviso le sue riflessioni sulla scrittura cinematografica, il ruolo degli sceneggiatori e le sfide attuali del settore. La sua voce si è levata anche per affrontare temi di rilevanza sociale, come la situazione a Gaza, durante la cerimonia di premiazione.

Riflessioni sul discorso ai David di Donatello

Durante la cerimonia di premiazione, Stefano Sardo ha colto l’occasione per portare un messaggio di consapevolezza sociale. “Mi sembrava indecente non menzionare ciò che sta accadendo a Gaza“, ha dichiarato. Sardo ha espresso il suo disagio nel limitarsi a ringraziare senza affrontare questioni importanti. La sua scelta di parlare è stata condivisa da altri colleghi, come Margherita Vicario e Elio Germano, che hanno utilizzato il loro tempo per sensibilizzare il pubblico su temi di grande attualità.

Sardo ha sottolineato l’importanza di trovare un equilibrio tra il festeggiare i successi e il riconoscere le difficoltà del mondo esterno. Ha citato Pupi Avati come esempio di chi ha saputo utilizzare il suo momento di visibilità per richiamare l’attenzione su problematiche reali, come la crisi dei produttori indipendenti. “È fondamentale non ignorare le difficoltà che affrontiamo come settore”, ha affermato Sardo, evidenziando la precarietà del panorama cinematografico italiano.

Cinema revolution e le sfide delle sale cinematografiche

Un tema centrale emerso durante il festival è stato il progetto Cinema Revolution, che secondo Matteo Garrone non risolverà i problemi dell’industria cinematografica. Sardo ha condiviso una visione simile, affermando che la riduzione dei prezzi dei biglietti non è la soluzione ai problemi delle sale. “Il problema non è solo economico, ma riguarda anche l’offerta”, ha spiegato.

L’esperienza del cinema deve essere ripensata, secondo Sardo. Molte sale non offrono un’esperienza soddisfacente per il pubblico e spesso ci si concentra solo sul film, trascurando l’importanza di creare un ambiente accogliente. “Il cinema deve essere un luogo dove si va volentieri, non solo per il film”, ha aggiunto. La qualità dell’esperienza cinematografica deve essere al centro dell’attenzione, e abbassare il prezzo del biglietto potrebbe far percepire il cinema come un’opzione di minor valore.

La produzione di “Io e il Secco”

Stefano Sardo ha anche parlato della sua esperienza come produttore nel film “Io e il Secco”, diretto da Giancula Santoni. Questo progetto ha rappresentato una sfida significativa, in particolare per la mancanza di riconoscimento per i produttori di opere prime ai David di Donatello. “È un lavoro difficile e spesso sottovalutato”, ha commentato Sardo, sottolineando l’importanza del ruolo del produttore nel portare a termine un progetto.

Il film, descritto come emotivamente coinvolgente, ha richiesto un grande impegno nella scrittura della sceneggiatura. Sardo ha lavorato a stretto contatto con il regista e la sceneggiatrice, assicurandosi che il copione fosse solido prima di arrivare sul set. “È raro vedere film italiani che riescono a toccare le emozioni in modo autentico”, ha osservato, evidenziando la difficoltà del cinema italiano nel rappresentare l’emotività.

Nuovi progetti: “Carême” e “Nemesi”

Tra i progetti recenti di Sardo c’è “Carême”, una serie per Apple TV+ che esplora la vita del primo chef star della storia. Sardo ha collaborato con Davide Serino e Alessandro Fabbri, affrontando la sfida di scrivere in tempi ristretti. “È stato un lavoro divertente e creativo”, ha affermato, sottolineando la sua passione per la cucina.

Inoltre, Sardo sta lavorando a “Nemesi”, una serie Netflix diretta da Piero Messina. La trama segue Tommaso Gherardi, accusato dell’omicidio della moglie, e la sua avvocata, Diana Potenza, che cerca di scoprire la verità. “È un progetto che abbiamo iniziato a scrivere dieci anni fa”, ha rivelato Sardo, evidenziando l’evoluzione del progetto nel tempo e il suo potenziale narrativo.

Critiche al panorama degli sceneggiatori italiani

Infine, Sardo ha condiviso alcune critiche riguardo alla condizione degli sceneggiatori italiani. “Spesso abdichiamo alla nostra visione per adattarci a quella di altri”, ha affermato, lamentando la mancanza di riconoscimento per il lavoro creativo degli sceneggiatori. “Dobbiamo combattere per i nostri diritti e per una maggiore coesione nel settore”, ha concluso, sottolineando l’importanza di affermare la propria identità creativa nel panorama cinematografico.

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Cesare Onda

Cesare Onda

Sono Cesare Onda, redattore appassionato di gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Amo raccontare curiosità, analisi e dietro le quinte del mondo dello spettacolo, tenendoti sempre aggiornato sulle ultime tendenze e novità

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