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La leggenda di Ochi: un viaggio emozionante tra comunicazione e natura nel nuovo film di Isahia Saxon

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Il lungometraggio “La leggenda di Ochi“, diretto da Isahia Saxon, si presenta come un’opera che unisce elementi fantastici a una profonda riflessione sul valore della comunicazione. La storia segue Yuri, interpretata da Helena Zengel, in un’avventura tra le montagne di un mondo immaginario, accompagnata da un cucciolo di ochi, una creatura dai colori vivaci e dai suoni striduli, che l’umanità tende a considerare una minaccia. Questo film, che si distingue per la sua potenza visiva e per l’uso di tecniche artistiche come il matte painting, invita a esplorare temi universali attraverso una narrazione coinvolgente.

Un viaggio alla ricerca delle radici

Il film racconta un percorso di scoperta personale e di riconnessione con le proprie origini. La protagonista, Yuri, intraprende un cammino che si rivela non solo fisico, ma anche emotivo, culminando in un finale che promette di toccare profondamente gli spettatori. Isahia Saxon, presente a Roma per promuovere il film insieme a Helena Zengel, ha dichiarato: “Lo scopo principale di realizzare un film è comunicare”. L’autore spiega che il suo intento non è quello di creare un’opera per un pubblico specifico, ma piuttosto di esprimere la sua visione e sensibilità, rivolgendo il film al bambino che è ancora dentro di lui. Saxon sottolinea l’importanza di creare un’opera che possa entusiasmare, sperando che il pubblico possa percepire la sua passione e il suo messaggio.

La comunicazione come tema centrale

“La leggenda di Ochi” si distingue per la sua esplorazione della comunicazione, un aspetto che Saxon considera fondamentale. Secondo il regista, viviamo in un’epoca in cui la comunicazione è diventata sempre più complessa e, in molti casi, superficiale. Egli afferma che la dipendenza dal linguaggio verbale può essere fuorviante, poiché esistono forme di comunicazione più antiche e profonde, come il gesto, la musica e la danza. Questi elementi, secondo Saxon, possiedono una qualità emotiva che può essere liberatoria e catartica. Helena Zengel, giovane attrice tedesca, condivide questa visione, evidenziando come la comunicazione nel film venga rappresentata in modo toccante e significativo. La Zengel osserva che, sebbene la comunicazione possa sembrare più difficile nell’era digitale, essa continua a esistere in forme diverse, come dimostra il linguaggio del piccolo ochi, che riesce a esprimere sentimenti senza parole.

L’ispirazione dietro il piccolo ochi

Il design degli ochi, creature centrali nel film, è frutto di un attento studio e ricerca da parte di Saxon. Il regista ha voluto creare un’immagine che fosse credibile e affascinante per i bambini, ispirandosi a diverse specie animali. Tra i riferimenti visivi, troviamo la scimmia dorata cinese e vari lemuri, mentre per il comportamento sociale si è ispirato ai bonobo e ad altri primati. Inoltre, il linguaggio degli ochi è stato concepito attingendo a elementi del mondo animale, come il canto degli uccelli e le comunicazioni dei delfini. Saxon ha cercato di rendere il linguaggio degli ochi realistico e affascinante, invitando il pubblico a riflettere su come gli esseri umani tentano di decifrare e comprendere le forme di comunicazione degli animali.

“La leggenda di Ochi” si presenta quindi come un’opera ricca di spunti di riflessione, capace di intrattenere e al contempo stimolare una profonda analisi del modo in cui comunichiamo e ci connettiamo con il mondo che ci circonda.

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Cesare Onda

Cesare Onda

Sono Cesare Onda, redattore appassionato di gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Amo raccontare curiosità, analisi e dietro le quinte del mondo dello spettacolo, tenendoti sempre aggiornato sulle ultime tendenze e novità

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