Questa sera, il 23 aprile 2025, alle 21.20 su Rai 3, il film “Fatima” di Marco Pontecorvo offre un’opportunità unica per riflettere sul significato profondo della Pasquetta. La pellicola, realizzata nel 2020, racconta la storia vera e controversa dei tre pastorelli portoghesi che nel 1917 affermarono di aver avuto visioni della Vergine Maria. La narrazione si mantiene in equilibrio tra fede e suggestione, evitando di cadere nel dogmatismo o nella mistificazione.
La trama di Fatima: un incontro straordinario
Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, il film segue la vita di Lucia dos Santos, interpretata da Stephanie Gil, una giovane pastorella di dieci anni che vive nel piccolo villaggio di Fatima, in Portogallo. La sua esistenza è caratterizzata da una routine semplice, scandita dalla natura e dal supporto alla sua famiglia. Insieme a lei ci sono i cugini Francisco e Jacinta Marto, interpretati rispettivamente da Alejandra Howard e Jorge Lamelas. Un giorno d’autunno, mentre pascolano il gregge, i tre ragazzi incontrano una misteriosa giovane donna che si presenta come la Beata Vergine Maria.
Dopo questo incontro, Lucia e i cugini decidono di non rivelare a nessuno l’accaduto. Tuttavia, la più piccola, Jacinta, non riesce a trattenere la notizia e inizia a raccontare alla sua famiglia dell’apparizione. Nonostante l’incredulità iniziale dei genitori, la voce si diffonde rapidamente nel villaggio. La comunità, segnata dalla miseria e dalla violenza del conflitto, trova nella storia dei bambini una nuova speranza. L’apparizione suscita un ampio dibattito, attirando l’attenzione delle autorità ecclesiastiche.
Ogni 13 del mese, la Madonna rivela ai bambini profezie inquietanti, generando domande sul confine tra fantasia infantile e miracolo della fede. Anni dopo, Lucia, interpretata da Sonia Braga, incontra il professor Nichols, un erudito scettico interpretato da Harvey Keitel, che mette in discussione le sue esperienze.
Le apparizioni mariane: un capitolo della fede cristiana
Le apparizioni di Nostra Signora di Fatima sono parte integrante della tradizione cristiana e sono riconosciute ufficialmente dalla Chiesa Cattolica. La storia inizia nell’autunno del 1917, quando i tre pastorelli riferirono di aver visto una donna vestita di bianco scendere da una nube. Dopo il primo incontro, la Madonna fissò un appuntamento con i bambini per il 13 di ogni mese, rivelando loro profezie riguardanti eventi futuri, tra cui la fine della Prima Guerra Mondiale e l’inizio della Seconda.
Nel corso degli anni, molti abitanti di Fatima affermarono di aver assistito a manifestazioni straordinarie, confermando la presenza divina. Purtroppo, Francisco e Jacinta morirono pochi anni dopo a causa della febbre spagnola. Nel 1930, la Chiesa Cattolica riconobbe ufficialmente le apparizioni e i racconti dei tre pastorelli. Lucia, l’unica testimone sopravvissuta, divenne suora e morì nel 2005.
Diverse opere cinematografiche hanno cercato di rappresentare questo episodio affascinante della fede cristiana. Tra i film più noti ci sono “Il segreto di Fatima” di Rafael Gil e “Nostra Signora di Fatima” di John Brahm . Nel 1997, Fabrizio Costa ha adattato la storia per la televisione, contribuendo a mantenere viva la memoria di questi eventi.
La recensione di Fatima: un’opera di riflessione
Marco Pontecorvo, regista di “Fatima” e figlio del celebre Gillo Pontecorvo, si inserisce in una tradizione di opere a tema religioso, presentando una narrazione solida e priva di eccessi. Il film si distingue per un racconto chiaro e diretto, evitando il fanatismo e il folklore, e adottando uno stile visivo che ricorda un tableau vivant piuttosto che una produzione cinematografica moderna. Attraverso il lungo flashback dell’anziana suor Lucia, il regista offre una prospettiva originale su una storia ben nota.
Sebbene “Fatima” non introduca nuovi punti di vista, risulta un’opera adatta a chi desidera rievocare lo spirito della Pasqua e il mistero della fede. Il cast internazionale, composto da attori di talento, conferisce dignità alla sceneggiatura, che, pur non essendo particolarmente incisiva, riesce a mantenere viva l’attenzione del pubblico.
Un cast di talento e la musica di Andrea Bocelli
Sonia Braga, una delle attrici brasiliane più rispettate, interpreta Lucia da adulta, portando una profonda umanità al suo personaggio. Il suo incontro con Harvey Keitel, che interpreta un professore ateo, crea un contrasto interessante tra sacralità e scetticismo. Nonostante il suo ruolo sia più funzionale che centrale, Keitel offre un’interpretazione convincente e misurata. Joaquim de Almeida, nel ruolo di Padre Ferreira, completa il cast con una performance solida. È interessante notare che Almeida aveva già recitato in un altro adattamento della storia.
La colonna sonora del film include una canzone inedita di Andrea Bocelli, intitolata “Gratia Piena“, che si inserisce perfettamente nel contesto emotivo della pellicola. Il tenore, noto per le sue collaborazioni con artisti di fama mondiale, continua a sorprendere il pubblico con il suo talento e la sua versatilità.
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