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iSola (2020)

Recensione

Isola: un diario intimo di Elisa Fuksas girato nei giorni del lockdown

iSola film

Da sempre i registi mettono in scena la loro vita e i loro dolori. L’ha già fatto in passato Elisa Fuksas che ha raccontato la sua famiglia e i celebri genitori Doriana e Massimiliano Fuksas in diversi documentari. Tuttavia, “iSola” è un caso a parte, perché il privato dell’autrice s’incrocia con la grande storia del mondo.

iSola (2020)

Siamo a marzo 2020 e il mondo intero si ferma per una pandemia. Le città diventano delle ghost cities e il tempo appare come sospeso in un vuoto anomalo mai vissuto prima da nessuno. Elisa aveva scoperto poco tempo prima di doversi levare la tiroide per un cancro. L’operazione è rimandata e lei si trova chiusa a casa con il suo cane. Le giornate scorrono tra video chiamate con i genitori e brevi incontri con la sorella che vive nel suo stesso palazzo. Tra l’altro, lei viene a conoscenza della malattia di una cara amica.

Non c’è una vera e propria trama in “iSola” ma una serie di riprese artigianali sulla vita quotidiana della regista e dei suoi cari. Paradossalmente, la maschera che le copre il viso, come a tutti del resto, diventa uno svelamento sulla sua identità più intima. Si parla di sentimenti e di speranza, quella che arriva dalla sua conversione da adulta al cattolicesimo. Il Papa diventa per Elisa quasi una persona di famiglia sul pc ma anche nell’anima.

iSola, un film da vedere, con una forte valenza psicoanalitica

iSola review

Doveva essere un diario privato quello della Fuksas – presente al Festival di Venezia 2020 nella sezione non competitiva Notti Veneziane –  L’isola degli Autori delle Giornate degli Autori – invece, diventa uno straordinario documento del reale girato senza filtri e vero come non mai.

Tutti quelli che appaiono, dai famosi genitori all’amica malata sono veri e non fingono in alcun modo. Nel finale la narrazione si apre alla speranza e non c’è tristezza e disperazione.

Finito il lockdown, Elisa incontra la sua famiglia e l’amica che si sta riprendendo da un intervento importante. Realizzato tutto dalla stessa regista e senza mezzi tecnici, “iSola” è composto da immagini grezze e in continuo movimento da mal di mare. Tuttavia, visto il contesto questo diventa un valore aggiunto e contribuisce all’impatto psicologico che può avere sullo spettatore.

La Fuksas è tutti noi, persi in un periodo difficile che ancora non è passato e che lascerà il segno sulle nostre anime. Immaginiamo che sia solo il primo di una serie di film sulla pandemia, ma resterà probabilmente il più vero per la totale mancanza di filtri.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Elisa Fuksas
  • Cast: Elisa Fuksas, Alessia Correani, Michele Gallucci
  • Genere: Documentario, colore
  • Durata: 80 minuti
  • Produzione: Italia, 2020

iSola poster“iSola” è un documentario diretto da ElisaFuksas, presentato al Festival di Venezia 2020 nella sezione Giornate degli Autori – Notti Veneziane, realizzata in collaborazione con Isola Edipo.

iSola: la trama

La regista scopre poco prima dell’inizio della pandemia di Covid di essere malata. Lo stesso accade a una cara amica che lei aveva perso di vista da tempo. Il film è stato girato tutto con un cellulare e doveva essere soltanto una cosa privata, si è trasformato in un documentario per raccontare la paura della morte e della malattia durante il periodo del lockdown.

“iSola” è un “racconto”, come afferma Elisa Fuksas, della sua vita tra amicizia e fede ritrovate in un momento molto particolare per l’autrice che in quest’opera si mette a nudo senza nessuna remora.

“iSola” è prodotto da Marco Cohen, Benedetto Habib, Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli.

Note di Regia

All’inizio questa storia non doveva essere un film, ma un antidoto alla paura della mia malattia, del virus, di stare sola. Per questo il primo racconto l’ho fatto a me stessa: in un momento storico e personale molto difficile, ho cercato il modo di ironizzare ed elaborare quello che succedeva.

Riprendere, riprendermi, con l’unica cosa che avevo a disposizione cioè il mio cellulare, non è stata una scelta stilistica ma di sopravvivenza. Con spontaneità, immediatezza, ho ripreso tutto nello stesso momento in cui accadeva, in cui lo vivevo, dimenticando il pudore e la convenienza estetica o formale. Quello che sembra, che sembro, viene dopo: ho provato a scegliere la verità, che non è tutto ma è già qualcosa.

L’autrice

Elisa Fuksas è una regista, sceneggiatrice e scrittrice, nata a Roma nel 1981 e laureata in Architettura. Ha esordito dietro la macchina da presa nel 2009 con il documentario “L’Italia del nostro scontento” diviso in tre capitoli verde, bianco e rosso come la bandiera italiana. Nel 2013 ha raccontato in “Chinese Honeymoon” i suoi genitori Massimiliano e Doriana, entrambi architetti, tra passione per il loro lavoro e vita privata. Lo stesso anno ha riretto “Nina” il suo primo film di finzione su una giovane donna sola in una strana estate romana. In “Albe – A Life Beyond Earth” del 2018 ha raccontato la solitudine di un gruppo di persone unite dall’interesse per gli alieni. Nel 2019 ha esplorato il rapporto di coppia 2.0 in “The App”. Nel 2013 è stata una tra i dieci registi europei segnalati da Variety nell’annuale selezione “Variety’s ten euro directors to watch”. Il suo primo romanzo “La figlia di” è uscito nel 2014 per la Rizzoli, seguito da altri due. L’ultimo “Ama e fai quello che vuoi” in uscita a settembre è una sorta di prequel di “iSola”.

Trailer

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