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Cinema post-pandemia: un protocollo per produzioni e riaperture sale

Come si riattiverà la macchina cinematografica dopo lo stop alle produzioni e la chiusura delle sale cinematografiche? Per risolvere il quesito è stato proposto un Protocollo Cinema su come far ripartire l’industria della Settima Arte.

Settore audio-visivo: arriva il Protocollo Cinema Covid

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Cinema post-pandemia: un protocollo per produzioni e riaperture sale

La pandemia del coronavirus che ha fermato l’intera economia, ha bloccato quasi totalmente le produzioni cinematografiche e televisive nazionali e internazionali, rischiando di creare un vuoto di contenuti per la stagione 2021-2022.

Grazie alla società di noleggio condiviso di attrezzature cinematografiche, Co-Rent, in partnership con Genoma Films, Consorzio Arca, Macaiafilm, Subwaylab, Vimove e Itaca Film, è stato proposto un protocollo per il prossimo futuro per poter garantire una ripresa serena delle produzioni. All’interno della bozza, ad oggi in work in progress e suscettibile quindi di modifiche, seguendo dei giusti contratti, sono state stabilite una serie di norme e soluzioni pratiche divise in “generali” e di “reparto”, il tutto rispettando le esigenze di produzione, regia e fotografia, e tenendo in considerazione le necessità di tutti gli addetti ai lavori, in primis quelle di parrucchieri, truccatori, costumisti e microfonisti, che risultano essere le categorie più esposte.

Al protocollo possono aderire società di produzione e noleggio, film-maker, associazioni di categoria e istituzioni.

Le rigide regole del nuovo protocollo nel dettaglio

In base a quanto si legge sul sito www.protocollocinemacovid.net, tutto il cast tecnico e artistico dovrà effettuare test sierologici quindici giorni prima delle riprese e se qualcuno ha sviluppato gli anticorpi sarà sottoposto a tampone completo per rilevare se è positivo; in caso di positività sarà sostituito per il periodo di quarantena. I test saranno ripetuti ogni 15 giorni.

Tutti i lavoratori del set dovranno essere forniti di dispositivi di protezione individuale (DPI).

La macchina da presa deve mantenere una minima distanza di sicurezza (un metro) dagli attori e potrà essere maneggiata solo dall’operatore e dal direttore della fotografia, oltre a dover essere disinfettata a ogni utilizzo.
Non è permessa nessuna vicinanza con gli interpreti e si useranno misuratori laser o a ultrasuoni per il calcolo delle varie posizioni durante gli spostamenti in scena.

Ogni attore, che dovrà usare la mascherina solo nei fuori-scena, avrà trucchi personali, mentre truccatori e parrucchieri dovranno indossare, oltre a guanti e mascherine, tute integrali di protezione.

Anche i microfonisti, dotati di mascherine ffp2, dovranno utilizzare apparecchiature personali per ogni attore e sterilizzarle ad ogni passaggio.

Per quanto riguarda la scelta delle locations, i film potranno essere girati solo in ambienti con una buona capacità di areazione, che dovranno essere disinfettati all’inizio e alla fine di ogni giorno di ripresa.
Non ci sono per il momento indicazioni relative ai reparti di costume, stunt e regia.

Il protocollo, ancora in fase di embrionale, è già stato sottoposto all’attenzione di diversi soggetti con competenze in materia medico-epidemiologico: un chiaro segnale che il mondo del cinema ai tempi del coronavirus vuole progettare una ritorno al lavoro responsabile per tutelare una categoria, quella dello spettacolo, molto importante per il nostro paese e apprezzata in tutto il mondo.

Lorenzo Buellis

18/04/2020

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