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Attraverso i miei occhi: conferenza stampa con Gigi Proietti

L’interprete romano Gigi Proietti ha incontrato la stampa alla Casa del Cinema per presentare la pellicola di Simon CurtisAttraverso i miei occhi”, nella quale Proietti fa da voce narrante.

Attraverso i miei occhi: il messaggio del film

Attraverso i miei occhi film

Attraverso i miei occhi: conferenza stampa con Gigi Proietti

Proietti ha esordito con una riflessione su come “Attraverso i miei occhi” sia una pellicola che parla per metafore, ma che allo stesso tempo riesce a essere commovente. Il protagonista assoluto è un cane, veicolo perfetto per il tema principale dell’opera: nei rapporti che il cane ha con il mondo attorno a lui infatti non ci sono odio e risentimento, o sentimenti di rivalsa, ma semplice e tenace lealtà verso un proprietario che è visto non come padrone ma come amico. Enzo, il cane, vuole davvero il bene di Denny e cerca di comunicargli, come il film cerca di comunicare allo spettatore, di non preoccuparsi perché “tanto ci si rivede.”

Davanti alla considerazione su come la voce di Proietti sia carica di saggezza, cosa che ben si adatta all’età avanzata di Enzo, l’attore ha scherzosamente dichiarato che, nonostante la sua età, sente di non essere in posizione di impartire lezioni di vita. Ha poi raccontato di come a volte, sia con le sue figlie che con i suoi allievi alla scuola di recitazione, facesse predizioni che tendevano ad avverarsi con gli anni, ma secondo lui qualche ventennio fa era molto più semplice dare consigli sul comportamento di quanto non sia al giorno d’oggi.

Riagganciandosi a questo discorso, Proietti ha inoltre affermato di come per lui il teatro e l’insegnare a fare teatro siano legati profondamente al sociale, in quanto il teatro è una forma d’arte di estrema importanza, e ha ripreso il discorso di “Attraverso i miei occhi” affermando di aver fatto molta attenzione a evitare la retorica il più possibile durante il doppiaggio di Enzo.

Gigi Proietti e il processo creativo

Attraverso i miei occhi frame

Sono state poste svariate domande sul rapporto di Proietti con il doppiaggio, con il personaggio di Enzo e con i cani in generale. L’attore ha risposto che, nonostante il doppiaggio non possa sostituire l’interpretazione, si tratta comunque di un’attività che lo diverte molto e di cui si è occupato svariate volte in passato, con un picco di qualità in “Lenny” (1974).

Proietti non sa se i cani siano o meno in grado di pensare, ma si augura che possano farlo. Inoltre in un film dai toni favolistici e metaforici come “Attraverso i miei occhi”, un quesito del genere perde importanza davanti agli obiettivi della trama stessa. Doppiare Enzo, un personaggio che, essendo voce narrante, parla molto a lungo, non gli ha permesso di sviluppare una logica precisa perché il lavoro era stato diviso, spezzettato. Ciò nonostante Proietti si è reso conto sin da subito che la pellicola avrebbe fatto piangere gli spettatori in più punti.

Dopo una divertente digressione sugli animali domestici dell’attore, tra cui ha figurato addirittura un piccione, e sul suo pessimo rapporto con le automobili (altro tema del film), a Proietti è stato chiesto cosa ne pensi del cinema italiano e se abbia idee personali su nuovi possibili progetti.

Lui ha riposto che, con alcune eccezioni, le pellicole italiane tendono a raccontare spesso storie “piccole” e che il mondo della produzione cinematografica stia risentendo dell’influenza delle grandi serie TV, ma che ci siano molti validi attori e attrici. Sempre in tema serie TV, ha dichiarato di prediligere il ruolo di interprete nei soggetti degli altri alle proprie idee, troppo ingarbugliate, e che al momento preferisce mantenere il suo focus sulla direzione del Globe Theatre di Roma, un progetto che ha seguito dalla nascita e che ha dato tanto alla città.

Gaia Sicolo

05/11/2019

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