Il concerto di Vasco Rossi ha catturato l’attenzione di migliaia di fan, regalando un’esperienza indimenticabile. Con un palco imponente e una scenografia all’avanguardia, il cantautore ha dato il via a uno spettacolo che ha mescolato musica e messaggi forti, facendo vibrare l’intero pubblico presente. La performance, che ha attraversato quasi cinquant’anni di carriera, ha messo in luce non solo il talento musicale di Vasco, ma anche il suo impegno sociale.
Un’apertura emozionante e potente
Il concerto si è aperto con “Vita spericolata“, un brano iconico che ha fatto esplodere l’energia del pubblico. Vasco è entrato in scena da un lato del palco, che si estendeva per mille metri quadri e presentava una struttura a triangoli, proiettando immagini suggestive di lui e della band. Questo inizio ha creato un’atmosfera carica di emozione, preparando il terreno per un’esibizione caratterizzata da un suono potente e roccioso. La sezione ritmica, devastante e coinvolgente, ha fatto da sfondo alle chitarre di Vince Pastano, che ha curato la direzione musicale, e di Stef Burns, accompagnate dalle tastiere di Alberto Rocchetti e da una sezione fiati che ha arricchito ulteriormente il sound.
Un viaggio musicale tra passato e presente
Dopo l’intensa apertura, Vasco ha proseguito con “Vivere“, un momento di pausa che ha permesso al pubblico di respirare prima di ripartire a tutta velocità con “Mi si escludeva” e “Gli spari sopra“. Durante la performance di quest’ultimo brano, sul grande schermo è apparsa la scritta “Fuck War“, un chiaro messaggio contro i conflitti e le ingiustizie del mondo. Vasco ha dedicato “Gli spari sopra” a “tutti i farabutti che governano questo mondo”, sottolineando il suo impegno sociale e politico. La scaletta del concerto ha saputo mescolare brani storici e successi più recenti, selezionati con cura per il loro significato profondo.
Un intermezzo strumentale e la seconda parte dello show
La band ha anche avuto l’opportunità di brillare in un lungo intermezzo strumentale dal sapore prog, un momento che ha permesso a Vasco di riposarsi prima di lanciarsi nella seconda parte dello show. Questo segmento ha mostrato le abilità musicali dei membri della band, creando un’atmosfera di grande intensità e coinvolgimento. Quando Vasco ha ripreso il microfono, ha eseguito “C’è chi dice no“, un brano carico di energia e significato. Durante l’esibizione, Stef Burns ha esibito un adesivo sulla chitarra con la scritta “Fuck Trump“, un gesto che ha ulteriormente evidenziato il messaggio di protesta presente in tutto il concerto.
L’evento ha rappresentato non solo una celebrazione della musica di Vasco Rossi, ma anche un momento di riflessione su temi attuali e rilevanti, dimostrando come la musica possa essere un potente strumento di comunicazione e cambiamento.
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