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The Rain – Stagione 2 – Recensione

Su Netflix è disponibile in streaming la seconda stagione di “The Rain”, prima serie televisiva danese prodotta dalla stessa piattaforma digitale. É stata ideata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo, è composta da sei episodi ed è uscita nel 2019.

Le multinazionali farmacologiche ai tempi della pandemia

The Rain stagione 2

Continuano le avventure di Simone e Rasmus, figli dello scienziato Frederick. I due e i loro amici trovano il bandolo della matassa e il giovane Rasmus si scopre essere dotato di poteri speciali con diversi effetti collaterali. Vengono fuori le responsabilità dell’Apollon, che ha causato milioni di morti nel paese.

Avevamo lasciato Martin, Patrick, Lea, Jean e Beatrice, Simone e Rasmus in viaggio verso l’Apollon alla ricerca del padre dei due fratelli, anche perché nel frattempo, il ragazzino spaventato, cresciuto nel bunker con la sorella, è diventato forte come una roccia ma pericoloso per chi gli sta vicino. Per creare l’antidoto del terribile virus che ha in corpo, Rasmus dovrebbe essere ucciso.

La seconda stagione di “The Rain” è in crescendo. Si parte con tocchi romantici che si alternano ad altri drammatici. Si creano coppie, come quelle formate da Martin e Simone e Lea e Jean. Anche Beatrice e Rasmus si erano avvicinati molto ma il finale della prima stagione non era stato foriero di grande fortuna. Rasmus diventa la chiave di volta di tutta la serie. Tutto ruoterà intorno a lui, che è un’arma letale per via dell’esperimento fatto dal padre quando era un bimbo in assoluta incoscienza.

The Rain: un atto d’accusa contro la manipolazione genetica

The Rain 2 review

Si parla di ribellione e di scenari apocalittici causati dall’uomo in questa serie. L’arrivo nei primi episodi di una task force di scienziati, antagonisti all’Apollon, rivela come essa stessa sia creatrice di virus per uso paramilitare.

Siamo nella fase della perdita dell’innocenza per l’umanità tutta. Scenari simili sono già stati visti nella saga “Resident Evil”con l’eroina interpreta da Milla Jovovich. Come “l’Umbrella Corporation”, la multinazionale di “The Rain” è la sola responsabile della decimazione di un’intera popolazione. Cambiano i metodi e la malattia. Quella della serie svedese è molto meno colorita ma più attuale. Non ci sono zombie, per il momento ma effetti speciali sì. Rasmus diventa una specie di mostro, capace, se turbato o arrabbiato, di uccidere tutti coloro che gli sono vicini.

Il suo stesso rapporto con la sorella diventa meno stabile. La sua confidente e il suo amore sarà una ragazzina della sua età, costretta a vivere in un ambiente sterile per via di una rarissima malattia autoimmune. Sarah, pur sapendo di rischiare la morte esce con il ragazzo nel mondo esterno in un sogno ad occhi aperti per una persona che sa di non poter sopravvivere.

Lea e Jean si ritroveranno innamorati e pianificheranno un futuro insieme. Ovviamente niente andrà come doveva, ma c’è comunque speranza in questa serie tanto attuale.

Nonostante le difficoltà, i giovani protagonisti si amano disperatamente e lottano per un futuro migliore. La scienza mostra il suo lato più cattivo, controbilanciato da gente con poche risorse ma combattiva. Simone, infatti, farà di tutto per estirpare il virus dal corpo del fratello, fino alle estreme conseguenze. Gli scenari sono incredibili e ci riportano in un futuro/presente distopico non così lontano. Ottima anche la sceneggiatura e i personaggi non piatti ma pieni di chiaro/scuri.

Il finale resta volutamente aperto con una serie di prospettive interessanti per la stagione 3. Un solo bacio, dato da Rasmus a Sarah in punto di morte la guarirà, pur lasciandole gravi effetti collaterali. Sono loro due la coppia del futuro che potrà salvare o distruggere l’umanità.

Stefano Mazzola

7/05/2020

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