“Back to Alexandria” è un film che esplora con intensità il legame tra una figlia e sua madre, tramite la storia di Sue, una psicoterapeuta che, dopo oltre vent’anni di assenza, torna in Egitto per ricollegarsi con le proprie origini e affrontare il passato. Questa pellicola non solo racconta un viaggio personale ma rappresenta anche una finestra sulle tradizioni e sulla cultura egiziana, facendo da sfondo a un racconto emozionante di amore e perdite. Regista e cast si sono uniti per creare un’opera che segna un ponte tra il mondo arabo e la produzione cinematografica europea.
La storia di Sue: un viaggio interiore e culturale
Sue, il personaggio centrale del film, intraprende un percorso potente che la conduce dalla Svizzera all’Egitto, in una ricerca di identità e riconciliazione familiare. La sua figura è rappresentativa di una donna in lotta per scoprire le proprie radici e affrontare le ombre del passato. Sarà nel suo percorso dal Cairo ad Alessandria che Sue non solo riabbraccerà la madre Fairouz, una figura dai contorni complessi, ma riscoprirà anche sé stessa.
Nel suo viaggio, Sue affronta ricordi che vanno oltre la superficie della sua vita ben pianificata in Svizzera. Il film la mette di fronte a un mix di emozioni e ricordi, alcuni sorprendenti, altri dolorosi, legati alla sua storia famigliare. Riscoprendo la sua terra d’origine, si scontra con una realtà fatta di tradizioni, matrimoni combinati e legami familiari intricati. La figura materna, rappresentata da Fairouz, rivela strati di amore e sofferenza interni, trasformando così il film in un’indagine profonda sul rapporto madre-figlia. Attraverso flashback e allucinazioni, Sue affronta il mondo complicato delle dinamiche familiari che l’hanno segnata.
L’opera di Ruggli si distingue per la sua capacità di creare uno spazio in cui si fondono le emozioni e i ricordi, rivelando alla protagonista che la sua forza risiede nell’accettazione e nella comprensione di ciò che è stato. Questo viaggio interiore è un elemento chiave che rende il film toccante e profondo, invitando gli spettatori a riflettere sulle proprie radici e sul peso del passato.
Un’analisi del film: amore, perdita e identità culturale
“Back to Alexandria”, presentato in anteprima nella sezione Made in Egypt al Festival del Cinema del Cairo, si distingue non solo come un’opera cinematografica ma come un importante documento culturale. Con il regista Tamer Ruggli, il film esplora il concetto di amore e crudeltà attraverso relazioni morbose, ispirate dalle interazioni della sua infanzia nelle famiglie egiziane. La narrazione si erge su una base di esperienze autentiche, colmando il divario tra diversi contesti culturali.
La scelta di location come il Cairo e Alessandria serve non solo a costruire l’ambientazione ma anche a riflettere le emozioni di Sue. Dalle strade congestionate del Cairo ai paesaggi sereni di Alessandria, il viaggio è caratterizzato da un contrasto visivo e tematico, dove ogni luogo parla del passato e del presente. Le interazioni con i vari personaggi lungo il percorso mettono in risalto conflitti irrisolti e questioni di identità, sottolineando come il passato influisca sulle relazioni presenti.
L’enfasi del film sull’amore e sulla perdita è palpabile in ogni scena; la narrazione si addentra nei segreti di famiglia, rivelando la relazione di Fairouz con un capitano europeo e le complicazioni derivanti da questa storia d’amore. Questi elementi portano a una comprensione più profonda della sofferenza di Fairouz e dell’impatto che ha avuto sulla vita di Sue, riflettendo le dinamiche complicate che spesso caratterizzano il legame tra madri e figlie. Questo approccio bidimensionale rende il film accessibile e toccante, parlando a un pubblico ampio e variegato.
Estetica e realizzazione: un viaggio nel tempo
Dal punto di vista estetico, “Back to Alexandria” è ricco di riferimenti nostalgici e visivi che rafforzano la narrazione. Ambientato in un contesto moderno, il film fa ampio uso di elementi del XX secolo, dai costumi vintage agli arredi di epoca, creando un’atmosfera che invita lo spettatore a immergersi nel tempo e nei ricordi. La contrapposizione tra la fredda bellezza della Svizzera e la calda vivacità dell’Egitto è arricchita da dettagli visivi che rendono ogni scena un tributo alla cultura egiziana.
Inoltre, la collaborazione con sceneggiatori di diversa provenienza, tra cui Marianne Brun e Yousry Nasrallah, ha permesso al film di riuscire a esprimere un’autenticità rara e una profonda comprensione delle differenti prospettive che caratterizzano il contesto sociale egiziano. Il dialogo risultante è vivido e credibile, migliorando l’intensità emotiva del racconto e permettendo una connessione forte con il pubblico. Attraverso le sfide e i momenti di dolcezza, “Back to Alexandria” riesce a immortalare l’essenza di un’epoca e di una cultura, rendendo il film un’esperienza da non perdere per chi ama la cinematografia e le storie di risonanza emotiva.