Eco Del Cinema

Recensione su “Il principe”, la docuserie su un goffo e ridicolo Vittorio Emanuele di Savoia

Sin dal primo fotogramma de “Il principe”, la docuserie targata Netflix, emerge il disagio, l’inadeguatezza, la ridicolaggine di un uomo che ancora oggi non accetta il suo passato e si difende in maniera goffa e inconcludente dalle accuse che gli sono state e gli vengono mosse circa le sue azioni opinabili durante il suo esilio in Corsica.

Dai presunti brogli all’epoca del referendum che trasforma l’Italia da Monarchia a Repubblica, all’omicidio di Dirk Hamer sull’isola di Cavallo. Sulla carta una storia interessante, il punto di vista del mancato re, in realtà però è il racconto goffo di un uomo che cerca di far valere le sue ragioni fra risate nervose e frasi troncate.

È questa la sensazione che si avverte dall’inizio alla fine, rafforzata dalle testimonianze di coloro che erano presenti la notte del 18 agosto 1978, quando un colpo partito dal fucile del principe avrebbe ferito (provocandone la morte settimane dopo) un ragazzo tedesco di appena 19 anni in vacanza con la famiglia fra la Sardegna e la Corsica.

Indice

“Il principe” la docuserie – Tutte le informazioni

Locandina docuserie il principe

Trama 

“Il principe” è una docuserie che si sviluppa in tre puntate. Il primo episodio si concentra su referendum del 1946, il cui risultato permette il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica e provoca l’esilio della famiglia reale. È questo il fatto che spinge Vittorio Emanuele di Savoia a comprare una casa a Cavallo, in Corsica. 

Nel 1978 un gruppo di italiani in vacanza in Sardegna fa una gita nella località dove vivono il principe, sua moglie e un giovanissimo Emanuele Filiberto. L’utilizzo senza permesso di un canotto di proprietà di Vittorio Emanuele provoca una sua reazione, un susseguirsi di azioni di una certa entità. Egli, infatti, scoperto l’accaduto, si reca su una delle imbarcazioni dei ragazzi e fa partire un colpo dal suo fucile. Questo provocherebbe il ferimento di Dirk Hamer, 19enne di origini tedesche.

La morte di Dirk Hamer

La morte del giovane, in villeggiatura con la famiglia, dopo settimane di agonia, peggiora la posizione de “Il principe”. Egli si dichiara sempre innocente e sostiene di avere sparato in aria. Un testimone oculare, Nicky Pende, e la sorella della vittima, Birgit Hamer, però sostengono il contrario.

Comincia così una battaglia legale che, secondo le accuse, mostra alcune zone d’ombra. Comincia a cambiare profondamente la vita di tutte le persone coinvolte, in particolare quella della famiglia Savoia, che deve combattere contro il rischio di decenni di carcere, e quella di Birgit Hamer, la sorella di Dirk, che dedicherà la sua vita alla ricerca della verità e della giustizia.

Un fatto che solleva alcuni dubbi è che molti dei ragazzi presenti sulla spiaggia e nelle imbarcazioni vicine non vengono ascoltati. Solo uno, che però non ha elementi rilevanti da raccontare (a differenza degli altri), viene chiamato a testimoniare. 

L’opinione pubblica contro i Reali

Nel terzo episodio la regista si concentra su parte del processo e sul rientro in Italia della famiglia reale dopo l’esilio in Corsica. È in quel periodo, nel 2006, che il principe viene di nuovo arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

Emergono la forza e la determinazione delle nuove generazioni – da una parte Emanuele Filiberto, vittima inconsapevole delle scelte del padre, e dall’altra Birgit Hamer, distrutta dalla morte ingiustificabile del fratello – in contrasto con la vigliaccheria e l’inadeguatezza di un mancato re che non riesce mai a superare gli avvenimenti che portano a rimanere tale.

Crediti

  • Regia: Beatrice Borromeo
  • Cast: Vittorio Emanuele di Savoia, Emanuele Filiberto di Savoia, Marina Ricolfi Doria, Birgit Hamer, Nicky Pende
  • Genere: documentario, investigativo
  • Stagioni: 1
  • Puntate: 3
  • Durata: 45 minuti circa
  • Produzione: Italia, 2023
  • Distribuzione: Netflix
  • Data d’uscita: 4 luglio 2023

Recensione

“Il principe”, la testimonianza delle conseguenze dell’esilio nella famiglia reale

“Il principe” è una docuserie che sta spopolando su Netflix, per la regia di Beatrice Borromeo. Sin dalla prima scena, con un Vittorio Emanuele di Savoia che ride in maniera goffa, emerge il tenore che accompagna tutte e tre le puntate.

Si vede un uomo in difficoltà, che si sente all’angolo e che si difende con argomentazioni non abbastanza forti, che si crede vittima di un complotto: dai presunti voti truccati al referendum alle accuse di omicidio ai danni di Dirk Hamer. 

Una personalità debole e non in grado di portare il peso delle proprie azioni, che nega ogni tipo di accusa e che si professa sempre e comunque innocente, derubato del suo futuro, incapace di reagire con lucidità e assolutamente inadeguato nel ricoprire quel ruolo di potere di cui sente tanto la mancanza. Contraddizioni, tesi fuorvianti e prive di fondamento: è questa la sensazione che si ha dall’inizio alla fine quando si ascolta il punto di vista del protagonista.

La dipendenza affettiva e la debolezza di un uomo

Da un lato “Il principe” e la sua famiglia, dall’altro un’intera nazione e un gruppo di giovani ragazzi che finalmente può dire cosa avrebbe visto la notte del ferimento del giovane Dirk Hamer. Da un lato la fragilità di un uomo incapace di affrontare le difficoltà della vita, che non ha mai ricevuto i valori e gli affetti necessari per crescere forti e solidi, dall’altro la forza di chi ha dalla sua la certezza di dove si trovi la verità.

La figura della moglie Marina Ricolfi Doria – ex sciatrice nautica di origini svizzere, giudicata inadeguata dalla famiglia reale all’epoca dell’incontro con Vittorio Emanuele e dell’innamoramento – emerge forte e fiera. È lei in realtà a tenere insieme la famiglia. Si nota chiaramente una sorta di debolezza da parte del principe anche sul piano relazionale: la presenza della donna è fondamentale nella sua vita, senza di lei sarebbe un uomo senza una direzione.

La figura di Emanuele Filiberto invece è caratterizzata dall’innocenza di un bambino che ha vissuto da spettatore impotente un’epoca itera. Che racconta la sua famiglia con l’affetto tipico di un figlio e che si sente privato di qualcosa alla quale non riesce nemmeno a dare un nome preciso. Cerca di difendere il padre con l’ingenuità di un figlio, che rimane tale sempre e comunque, al di là dell’età e dei fatti.

“Il principe” smascherato ma impunito: giudizi e conclusioni

La versione della docuserie “Il principe” – sempre e comunque innocente, vittima delle circostanze e della cattiveria altrui – viene messa in discussione dalla famiglia Hamer (devastata dalla morte del giovane Dirk) e da tutti i ragazzi che all’epoca dei fatti si trovano nell’imbarcazione del delitto e in quelle vicine. Uomini e donne adulti, molti dell’alta borghesia italiana e con ruoli di rilievo nella società sottolineano tutti i punti deboli della difesa.

Sono le stesse dichiarazioni di Vittorio Emanuele, rilasciate quando pensa di non essere ascoltato, ad avvalorare la sua colpevolezza. La sua natura debole e inadeguata, che non gli permette di agire con raziocinio e saggezza, è il motore di un’escalation di azioni e reazioni che rovinano almeno due famiglie e che segnano una parte della storia dell’Italia intera.

Trailer

Articoli correlati

Condividi