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Questa scena in “Nuovo Cinema Paradiso” è poesia

Nuovo Cinema Paradiso è un film del 1988 scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. La colonna sonora è stata composta da Ennio Morricone, alla sua prima collaborazione con il regista. Il film ha tre versioni: una prima versione del film, lunga 173 minuti, una seconda ridotta a 155 minuti e una terza da 123 minuti che ottenne il successo internazionale di pubblico e critica, vincendo numerosi premi tra cui il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989, il Golden Globe per il miglior film straniero nel gennaio 1990 e il Premio Oscar per il miglior film straniero nel marzo 1990. Il film è considerato una delle pellicole più importanti nella storia del cinema italiano per i riconoscimenti e il successo ottenuti.

Nuovo Cinema Paradiso, la trama

Siamo nella Sicilia del Secondo Conflitto Mondiale, quando l’unico momento di relax per i cittadini è il cinema. I film proiettati vengono visionati prima dal parroco, che censurà ogni scena che potrebbe andare contro le ideologie religioso. Sarà proprio nella sala del cinema che il regista Alfredo fa amicizia con il piccolo Totò, un bambino innamorato del cinema e del lavoro del suo nuovo amico. Alfredo deve tutto a Totò, suo salvatore durante un tragico incendio del cinema in cui però perde la vista: è così che Totò, con amore, dedizione e rispetto, impara il mestiere di regista.

La famosa scena del film

Totò è tornato a casa per il funerale di Alfredo. Passando da casa, rivede la sua camera e scopre che la madre gli ha conservato le sue cose, anche la sua cinepresa.
Poi rimane da solo, chiude la porta e rivede un filmino di Lei, brevissimo, ma di una carica evocativa potentissima. Qui di seguito la famosa scena del film “Nuovo Cinema Paradiso“, un film considerato una vera e propria dichiarazione d’amore per il cinema.

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