La conferenza stampa tenutasi il 27 giugno 2025 a Napoli ha svelato le novità dei palinsesti Rai per la stagione 2025-2026, ma ha anche messo in evidenza una questione cruciale: il futuro del Festival di Sanremo. L’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, e il noto presentatore Carlo Conti hanno affrontato la delicata situazione legata all’affidamento della kermesse musicale, in seguito a recenti sviluppi legali che hanno sollevato interrogativi sul suo futuro.
Il nodo Sanremo: le dichiarazioni di Rossi e Conti
La conferenza ha visto al centro del dibattito il recente pronunciamento del TAR Liguria, confermato dal Consiglio di Stato, che ha messo in discussione l’affidamento diretto del Festival di Sanremo alla Rai da parte del Comune. Giampaolo Rossi ha voluto rassicurare i presenti, affermando: “Il Festival di Sanremo è innanzitutto il Festival della Rai, senza la Rai non esisterebbe”. Questa affermazione sottolinea l’importanza della Rai nella realizzazione dell’evento, che rappresenta un simbolo della musica italiana.
Carlo Conti, che si sta preparando per la presentazione di Festival Giovani, ha ribadito la determinazione della Rai a mantenere viva la tradizione del Festival: “Attenderemo l’esito, ma è ovvia una cosa: la Rai farà il Festival”. Rossi ha aggiunto che, nel caso in cui non fosse possibile svolgere l’evento a Sanremo, la Rai dispone di una struttura produttiva in grado di organizzarla altrove. Tuttavia, è significativo notare che nella documentazione distribuita durante la conferenza si fa riferimento genericamente al “Festival”, evitando di menzionare Sanremo, un chiaro segnale della cautela con cui la situazione viene gestita.
Le preoccupazioni del mondo discografico e il rischio di boicottaggio
Un altro aspetto cruciale emerso durante la conferenza è il malcontento delle case discografiche, che hanno espresso preoccupazioni riguardo al futuro del Festival. La contestazione del bando di gara del Comune di Sanremo è al centro delle lamentele, con le case discografiche che lo considerano penalizzante. I costi per la partecipazione sono ritenuti eccessivi rispetto ai rimborsi offerti dalla Rai, e non viene riconosciuto il ruolo fondamentale dell’industria discografica nell’organizzazione dell’evento.
Il timore di un possibile boicottaggio da parte delle case discografiche è palpabile, richiamando alla memoria quanto accaduto nel 2004, quando gli artisti decisero di non partecipare. Alla domanda diretta di Andrea Parrella di Fanpage sulla possibilità di un boicottaggio, Rossi ha risposto in modo chiaro ma diplomatico: “Essendo aperta una gara, è sempre difficile poter dire le cose”. Ha poi sottolineato l’importanza del rapporto con il mondo discografico, evidenziando che il malessere non riguarda il Festival in sé, ma piuttosto alcune criticità organizzative che Sanremo presenta.
Il futuro della kermesse: la Rai è pronta, ma la situazione è incerta
Attualmente, la Rai ha confermato la sua intenzione di non rinunciare al Festival, indipendentemente dalla sua sede. Tuttavia, la situazione rimane complessa. Da un lato, ci sono le questioni legali e burocratiche legate alla gara pubblica, dall’altro il crescente malcontento delle case discografiche, che chiedono maggiori tutele e garanzie. Il destino del Festival di Sanremo è quindi sospeso tra le aule di tribunale, le trattative con il Comune e le esigenze dell’industria discografica.
La Rai si trova di fronte a una sfida significativa, con la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze legali e quelle del settore musicale. La conferenza di Napoli ha messo in luce non solo le novità dei palinsesti, ma anche le tensioni che potrebbero influenzare uno degli eventi più attesi della musica italiana. La situazione richiede attenzione e un approccio strategico per garantire che il Festival di Sanremo possa continuare a brillare nel panorama musicale nazionale.
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