Eco Del Cinema

Only Murders in the Building: la recensione della terza stagione

Con il suo decimo episodio, anche la terza stagione di Only Murders in the Building è arrivata alla sua conclusione. Si torna con un nuovo delitto da risolvere, personaggi nuovi, un podcast e un’amicizia con alti e bassi. Ma forse quello che ci siamo chiesti tutti è: è riuscita questa nuova serie a mantenere il livello delle precedenti? Il rischio, all’altezza di una terza stagione, è alto, ma i produttori hanno deciso di sorprendere con qualcosa in più: Meryl Streep. Un nome che, bisogna ammetterlo, richiama a sé non poco interesse. Si alzi il sipario su morti segrete, gioie, dolori e colpi di scena inaspettati.

Indice

Only Murders in the Building – tutte le informazioni

Only Murders in the Building

Trama

Loretta Durkin, interpretata magistralmente da Meryl Streep, è un’autentica rarità nel mondo delle attrici, anche se stranamente questa sua grandezza è rimasta inosservata per molto tempo. La sua carriera è stata segnata da opportunità perse che si sono accumulate nel corso degli anni, lasciando dietro di sé un sentimento di rimpianto e un pesante fardello di delusioni. Fin da giovane, il palcoscenico ha esercitato un irresistibile richiamo su Loretta, ma il destino sembrava averle voltato le spalle.

Only Murders in the Building

Tutto cambia quando Oliver Putnam, interpretato da Martin Short, le offre un ruolo secondario in uno spettacolo teatrale che segna il suo ritorno dopo anni di assenza dalle scene. Un podcast di successo che tratta di omicidi fornisce l’ispirazione per questa nuova produzione. Tuttavia, la sottile linea tra realtà e finzione si dissolve rapidamente, trasformando lo spettacolo in una vera e propria indagine su un omicidio. La vittima di questa storia è Ben Glenroy, quello che sarebbe dovuto essere il protagonista dello spettacolo.

Crediti

Only Murders in the Building 3: Una serie di cambiamenti e crisi

Una stagione di cambiamenti, paure e grandi passi avanti: potremmo definire così questa terza stagione. L’Arconia Building, il luogo che siamo stati abituati a vedere come sfondo delle vicende per le prime due stagioni, all’altezza di questa terza stagione assume un ruolo diverso, rimanendo piuttosto secondario e lasciando il posto al teatro. Ma a cambiare sono anche i personaggi, le relazioni e l’amicizia stessa tra i tre protagonisti che sembra attraversare una vera e propria crisi.

Only Murders in the Building

Only Murders in the Building, da sempre, è stata una storia intrecciata tra tre personaggi principali: Oliver, Charles e Mabel. Tuttavia, il tempo è passato anche per loro, mettendo a dura prova la loro amicizia. O forse, quella che sembrava una profonda amicizia non lo era poi così tanto. Così, dopo ben due stagioni di podcast, tutti e tre sembrano voler cambiare pagina e trovare strade diverse: Mabel deve trasferirsi, Charles deve sposarsi e Oliver deve debuttare con un nuovo spettacolo. Ma non si può scegliere di mettere un punto a qualcosa, quando c’è il destino – o la morte – di mezzo.

Ma se i cambiamenti possono far paura, ve lo assicuriamo: le dinamiche che abbiamo conosciuto fino ad adesso non subiranno cambiamenti. Quell’amicizia ambigua e profonda che lega i tre, nata da un insieme di paure, intesa e diversità, sembra trovare una strada di crescita. E poi c’è la passione per il crimine e gli omicidi che non può proprio essere spezzato.

Un musical dalle sfumature crime che riprende sorprendentemente la trama centrale

Parallelamente alla risoluzione dell’omicidio di Ben, seguiamo lo sviluppo dello spettacolo teatrale su cui Oliver sembra aver puntato tanto. Sarà proprio questo elemento a cambiare totalmente la stagione, donandogli nuova vita, colori e luci. Come due trame che scorrono parallelamente, anche la storia su cui si basa lo spettacolo e la trama della serie vanno pian piano a ricongiungersi, fondendo insieme dinamiche, sentimenti e moventi.

Meryl Streep

E così, la morte diventa una performance teatrale, una rappresentazione che coinvolge violenza, emozioni, azioni e reazioni, in un racconto sempre sopra le righe, fondendosi all’ambiente di Broadway dove tutto prende vita. Con Meryl Streep che è la star della stagione e Charles che sembra dare il meglio di sé – non dopo qualche problema – la serie si trasforma, quasi, in un musical. Finzione teatrale e realtà si fondono, dando vita ad uno spettacolo ibrido e avvincente.

Giudizio e Conclusioni

Alla conclusione di questa terza stagione possiamo dirci piacevolmente sorpresi dalla sua ottima riuscita. Nel ruolo di Loretta, Meryl Streep rivive il suo successo, svestendosi dei panni di una star e indossandoli di nuovo, tutto da capo. Un personaggio vero, con paure, frustrazioni e tutte le problematiche legate al mondo dell’arte e dello spettacolo. E tra mille indizi, piste e sospettati di ogni genere, non ci siamo annoiati neanche un minuto. Quindi che dire: non ci resta che aspettare la quarta stagione!

Sex Education 4: la recensione

Articoli correlati

Condividi