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M¥SS KETA chiude il tour all’Alcatraz di Milano con un messaggio di libertà e provocazione

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M¥SS KETA, icona della musica pop italiana, ha concluso il suo tour nei club all’Alcatraz di Milano, un evento che ha rappresentato un manifesto di libertà e ironia. Dopo aver incantato le capitali europee e diverse città italiane, l’artista è tornata nel luogo dove tutto ha avuto inizio, portando con sé un mix di ritmi coinvolgenti e testi provocatori. Il tour, partito in primavera in concomitanza con l’uscita del suo nuovo album, ha offerto un’esperienza unica, caratterizzata da outfit eccentrici e una forte critica sociale.

Un ritorno alle origini

La serata milanese ha visto M¥SS KETA esibirsi con occhiali da sole e mascherina, stivali neri col tacco e un repertorio di canzoni che non risparmiano critiche alla società contemporanea. Prima del suo ingresso in scena, il pubblico è stato riscaldato dal set di Stabilinda, che ha preparato l’atmosfera per l’arrivo della star. M¥SS KETA ha aperto il suo show con una citazione giocosa: “Habemus Papam, Je suis M¥SS KETA I”, un riferimento all’elezione del nuovo Papa Leone XIV, che ha catturato subito l’attenzione del pubblico.

Con il brano “It Girl“, l’artista ha dato il via a una performance che ha alternato momenti di pura energia e riflessione. La sua presenza scenica è stata accentuata da un outfit audace: una tutina di collant rossa e un soprabito-parrucca bionda, che ha messo in risalto il suo stile unico e provocatorio. I brani eseguiti, come “Les Misérables“, “Botox” e “Divorziata“, hanno saputo mescolare ironia e introspezione, rendendo la serata un viaggio emozionante.

Temi di fragilità e forza

Tra i pezzi più toccanti della serata, “Nevrotika” e “Vogliono essere me” hanno esplorato il lato vulnerabile e potente di M¥SS KETA, un’artista che ha fatto del mistero il suo marchio distintivo. Non sono mancati i successi che l’hanno consacrata nella cultura club, come “Una donna che conta” e “Le ragazze di Porta Venezia“, brani che celebrano la forza femminile e l’identità di genere.

Durante il concerto, M¥SS KETA ha lanciato un appello al suo pubblico, sottolineando l’importanza di far sentire la propria voce in un contesto politico difficile. “Quando c’è un governo che crede che noi non esistiamo, dobbiamo urlare più forte”, ha affermato, invitando tutti a resistere e a lottare per i propri diritti. Questo messaggio ha risuonato profondamente tra i presenti, creando un’atmosfera di solidarietà e determinazione.

Un finale esplosivo

La scaletta della serata ha incluso anche brani come “Vendetta“, “Finimondo“, “Pazzeska” e l’iconica “Milano Sushi & Coca“. Il gran finale è stato caratterizzato dalla travolgente “160BPM“, un pezzo techno che ha fatto esplodere l’energia del pubblico, richiamando l’estetica sonora dei Crystal Castles.

M¥SS KETA ha dimostrato ancora una volta di saper unire elementi dissacranti e profondi, pop e politici, sacri e profani, senza compromessi. Milano non è stata solo la conclusione di un tour, ma ha rappresentato anche la consacrazione di un’artista che ha saputo trasformare la performance in un’espressione autentica della sua identità. Con il suo stile unico e il suo messaggio potente, M¥SS KETA continua a lasciare un’impronta indelebile nella scena musicale italiana e oltre.

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Giulia Barone

Giulia Barone

Sono Giulia Barone, un'appassionata di cinema che ama esplorare il mondo del grande schermo. Condivido recensioni, curiosità e riflessioni sui film che mi hanno emozionata, dai classici intramontabili alle ultime novità. Seguo con grande interesse i programmi tv e il gossip.

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