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Lo strangolatore di Boston: tra storia vera e invenzione

Lo strangolatore di Boston è un caso di cronaca nera che ha sconvolto gli Stati Uniti negli anni ’60 e che ancora oggi suscita fascino e interesse. Undici donne furono uccise in modo brutale e lasciate in zone isolate della città, creando panico e terrore nella popolazione di Boston. Nonostante le indagini della polizia e gli sforzi della comunità per identificare il colpevole, il caso rimase irrisolto fino ad oggi.

La realtà dei fatti è stata caratterizzata da un’indagine difficile e complessa, che ha coinvolto numerose forze dell’ordine e ha portato all’arresto di molti sospettati, ma senza mai identificare il vero colpevole. Gli omicidi sono stati commessi tra il 1962 e il 1964 e hanno colpito donne di tutte le età.

La polizia ha cercato di ricostruire il profilo del killer, ma non è riuscita a trovare alcuna pista concreta. Le vittime sono state uccise con un oggetto simile a un collant e lasciate in zone isolate della città, il che ha reso ancora più difficile l’identificazione del colpevole.

La storia dello strangolatore di Boston ha ispirato molti romanzi, film e programmi televisivi, che spesso hanno cercato di ricostruire la vicenda attraverso l’invenzione di dettagli e personaggi. Tuttavia, è importante distinguere la realtà della storia dai racconti di finzione che la utilizzano come fonte di ispirazione.

“The Boston Strangler” del 1968

“The Boston Strangler” del 1968, diretto da Richard Fleischer e interpretato da Tony Curtis. Il film racconta la storia del killer attraverso gli occhi di un detective che cerca di risolvere il caso.

“The Strangler” del 1964

Un altro film che ha utilizzato il caso dello strangolatore di Boston come fonte di ispirazione è stato “The Strangler” del 1964, diretto da Burt Topper. Questo film racconta la storia di un uomo che ha avuto un’infanzia difficile e che diventa uno strangolatore seriale. Sebbene il film non sia basato sulla storia reale dei fatti, ha utilizzato il caso dello strangolatore di Boston per creare un’atmosfera di tensione e di paura.

“Mindhunter”

Negli ultimi anni, la vicenda dello strangolatore di Boston ha ispirato anche alcune serie televisive di successo. Una di queste è stata “Mindhunter”, prodotta da Netflix e basata sull’omonimo libro di John E. Douglas e Mark Olshaker. La serie racconta la storia degli agenti dell’FBI che hanno cercato di creare un profilo dei serial killer negli anni ’70, utilizzando anche il caso dello strangolatore di Boston come fonte di ispirazione.

“American Ripper”

Un’altra serie televisiva che ha utilizzato la vicenda dello strangolatore di Boston come fonte di ispirazione è stata “American Ripper”, prodotta da History Channel. La serie ha cercato di identificare il colpevole dei delitti attraverso l’analisi dei documenti storici e delle prove raccolte durante le indagini.

“Lo strangolatore di Boston”, diretto da Matt Ruskin

Nel 2021 è uscito il film “Lo strangolatore di Boston”, diretto da Matt Ruskin e interpretato da Carrie Coon e Keira Knightley. Il film è incentrato sulla figura di Albert DeSalvo, un uomo che ha confessato di essere lo strangolatore di Boston ma che non è mai stato ufficialmente identificato come tale. Il film segue le indagini della polizia e le vicende delle vittime, cercando di ricostruire la storia in modo fedele ai fatti.

Se sei interessato, leggi anche: Recensione “Lo strangolatore di Boston”: la crime story di Matt Ruskin è lenta e sciapa

Conclusioni

La vicenda dello strangolatore di Boston ha ispirato molti film e serie televisive che hanno avuto successo di pubblico e di critica. Sebbene alcuni di questi racconti siano stati basati sulla finzione, la storia reale rimane una delle più oscure e misteriose della storia americana. La storia dello strangolatore di Boston continua ad affascinare e a terrorizzare il pubblico, e rappresenta un’importante lezione sulla violenza e la misoginia nella società.

La finzione può essere un modo per esplorare la storia e suscitare l’interesse del pubblico, ma è importante distinguere i fatti dalla narrativa inventata. Le vittime dello strangolatore di Boston erano persone reali con famiglie e amici, e la loro storia va raccontata con rispetto e sensibilità.

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