La storia delle donne che hanno segnato l’evoluzione dell’umanità è spesso trascurata, come un fiume sotterraneo che fatica a emergere. Negli ultimi anni, autrici come Simonetta Fiori e Maria Novella De Luca hanno deciso di dare voce a queste figure dimenticate attraverso il loro libro “Le appassionate“, pubblicato da Feltrinelli. Questa opera raccoglie dieci interviste a donne che, nei loro rispettivi ambiti, sono state pioniere e hanno contribuito in modo significativo alla società.
Un viaggio tra le storie delle pioniere
Nel libro, Fiori e De Luca non si limitano a presentare interviste, ma offrono un racconto coinvolgente e necessario. Ogni capitolo è un’opportunità per scoprire le vite di donne straordinarie. Tra queste, la professoressa Gaya Spolverato, chirurga oncologa e la più giovane primaria italiana, che ha fondato l’associazione Women in Surgery. La sua iniziativa rappresenta una vera e propria rivoluzione per le donne nel campo della chirurgia, dimostrando che il cambiamento è possibile anche in ambiti tradizionalmente dominati dagli uomini.
Un’altra storia toccante è quella di Carmen Carollo, madre di DJ Fabo, che ha condiviso il suo coraggioso percorso nell’accompagnare il figlio verso una morte dignitosa. Queste testimonianze non solo illuminano il coraggio e la determinazione di queste donne, ma evidenziano anche le sfide e le battaglie che hanno affrontato nel corso delle loro vite.
La lotta partigiana e le donne dimenticate
Le storie raccontate nel libro non si limitano al presente. Fiori e De Luca riscoprono anche il contributo delle donne nella Resistenza. Figure come Teresa Vergalli, spesso ricordate solo per il loro aspetto, hanno rischiato la vita per la libertà del Paese. Queste donne, che trasportavano messaggi nascosti per i combattenti, sono rimaste invisibili nella narrazione storica ufficiale, nonostante il loro coraggio fosse pari a quello degli uomini.
Il libro mette in luce come la memoria collettiva spesso dimentichi il ruolo fondamentale delle donne nella storia, sottolineando l’importanza di riconoscerne il contributo. Le storie di queste partigiane sono un richiamo a non dimenticare il passato e a riconoscere l’importanza della lotta per la libertà e l’uguaglianza.
La voce delle casalinghe e la resistenza contro il silenzio
Un’altra vicenda significativa è quella del collettivo delle casalinghe, donne non più giovani che hanno risposto all’appello delle femministe. Nel 1979, hanno avviato una trasmissione autogestita su Radio Donna, cercando di rompere le catene delle loro “celle domestiche”. Questo tentativo di dare voce alle loro esperienze è stato tragicamente interrotto da un attacco violento da parte di un commando neofascista, guidato da Valerio “Giusva” Fioravanti. Questo episodio, sebbene drammatico, è stato sepolto nella memoria collettiva, evidenziando come la storia delle donne continui a essere trascurata.
La testimonianza di Nunni Miolli, una delle sopravvissute, è fondamentale. A novantanove anni, continua a lottare per i diritti delle donne, lasciando un’eredità preziosa alle nuove generazioni. Le sue parole sono un invito a ricordare e a non dimenticare le battaglie passate, affinché le ragazze di domani possano conoscere la storia delle loro antenate.
Un libro che invita alla riflessione
“Le appassionate” è più di una semplice raccolta di interviste; è un invito a vigilare e a non tornare indietro. Le storie di queste donne, spesso dimenticate, sono un richiamo alla memoria e alla giustizia. Attraverso le loro esperienze, il libro offre una prospettiva nuova e necessaria sulla storia, incoraggiando una riflessione profonda sul ruolo delle donne nella società e sull’importanza di riconoscerne il contributo.
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