Il 31 maggio 2025, il Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia ha aperto le sue porte con una performance che ha catturato l’attenzione del pubblico e della critica. “Symphony of Rats“, una produzione del Wooster Group di New York, ha portato in scena un’opera che mescola teatro sperimentale, cultura pop e riflessioni sull’intelligenza artificiale. Questo spettacolo, che si inserisce nel progetto “Theater Is Body, Body Is Poetry“, ha offerto un’esperienza sensoriale e mentale, trasformando il palco in un viaggio tra sogno e follia.
Un’opera di Richard Foreman rivisitata
“Symphony of Rats” è stata originariamente scritta nel 1988 da Richard Foreman, un pioniere del teatro d’avanguardia recentemente scomparso. La sua visione artistica si fondava sull’idea che il teatro dovesse essere un’esperienza fisica e disturbante, capace di riflettere le complessità dell’esistenza umana. La versione attuale, realizzata con il consenso di Foreman, è stata diretta da Elizabeth LeCompte e Kate Valk, due figure di spicco del Wooster Group. Questa nuova interpretazione ha saputo rinnovare il testo originale, rendendolo attuale e pertinente ai temi contemporanei.
La regia ha creato un collage performativo che unisce elementi visivi e sonori, riflettendo le suggestioni di Foreman attraverso un’estetica ipermediale. L’opera si concentra sul viaggio di un presidente degli Stati Uniti, interpretato da Ari Fliakos, che riceve segnali misteriosi dallo spazio e si sente investito della responsabilità di salvare l’umanità da una catastrofe imminente. Tuttavia, è la sua mente a esplodere, rivelando una fragilità che rispecchia le ansie del nostro tempo.
Un viaggio allucinato tra visioni e apparizioni
La performance ha preso avvio con un racconto in prima persona di Fliakos, che ha descritto una febbre psico-corporea post-vaccinazione, creando un legame inquietante tra attore e personaggio. Da quel momento, la narrazione si è frantumata in una serie di visioni e apparizioni, con personaggi eccentrici come un dottore-scienziato interpretato da Jim Fletcher e un folletto digitale interpretato da Niall Cunningham. Queste figure hanno contribuito a costruire un universo surreale, dove la realtà e il virtuale si sovrappongono in un gioco di illusioni.
La scenografia ha trasformato il palco in un’astronave mentale, con oggetti di scena riciclati, neon e dispositivi elettronici che hanno creato un’atmosfera immersiva. Le proiezioni video e il sound design hanno ulteriormente amplificato l’esperienza, immergendo il pubblico in un mondo dove la logica si dissolve e la percezione diventa protagonista.
Nostalgia e innovazione nel teatro contemporaneo
Le registe hanno evidenziato come la nostalgia abbia influenzato il processo creativo, cercando di spingere l’arte verso il futuro senza dimenticare le radici nel passato. “Symphony of Rats” si presenta come un’opera che guarda al domani, affrontando temi come l’intelligenza artificiale e i corpi digitali, ma con uno sguardo critico verso le origini del teatro degli anni ’80 a New York.
La performance ha sfidato le convenzioni narrative, proponendo un’esperienza che trascende la trama tradizionale. Invece di seguire una storia lineare, lo spettacolo ha offerto una serie di “quadri sonori” che evocano stati mentali e collassi percettivi, invitando il pubblico a diventare parte di un sogno condiviso.
Un debutto che segna il futuro del teatro
La prima di “Symphony of Rats” ha rappresentato un trionfo di contraddizioni, mescolando elementi inquietanti e ludici, astratti e corporei. Questo debutto non è solo un tributo a Richard Foreman, ma un esempio di come il teatro possa reinventarsi e affrontare le sfide del presente. La performance ha dimostrato che il teatro sperimentale americano è un organismo vivo, capace di porre interrogativi sul potere, sull’identità e sull’umanità in un’epoca in rapida evoluzione.
William Dafoe, presente in platea, ha un legame profondo con il Wooster Group, avendo collaborato con la compagnia per oltre vent’anni. La sua presenza ha sottolineato l’importanza di questo evento, che ha visto anche la partecipazione di figure di spicco della Biennale di Venezia. La serata ha lasciato un segno indelebile, aprendo la strada a nuove esplorazioni nel mondo del teatro contemporaneo.
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