Il Ravenna Festival ha inaugurato la sua XXVI edizione il 31 maggio 2025, portando sul palcoscenico del Palazzo Mauro De André una serata ricca di emozioni e bellezza musicale. La celebre frase di Cervantes, “dove c’è musica non ci può essere alcun male”, ha fatto da cornice a un evento che ha celebrato l’arte e la cultura, promettendo un’estate di eventi straordinari. Il programma della serata ha presentato opere di grandi compositori, da Beethoven a Mozart, offrendo al pubblico un’esperienza indimenticabile.
Un programma di grande prestigio
La serata è iniziata con l’ouverture Coriolano di Beethoven, un brano che ha subito catturato l’attenzione del pubblico, seguito dal Concerto n. 4 in re maggiore per violino e orchestra di Mozart. La prima parte del concerto ha già dato prova della qualità artistica dell’evento, ma è stata la seconda parte a sorprendere ulteriormente gli spettatori. La Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 di Beethoven, definita da Richard Wagner “l’apoteosi della danza”, ha chiuso la serata in modo trionfale. L’interpretazione di questi capolavori da parte dell’Orchestra Cherubini, diretta da Riccardo Muti, ha generato un’atmosfera di grande coinvolgimento emotivo, con il pubblico che ha risposto con calorosi applausi e ovazioni.
Un giovane talento sul palco
Il violinista Giuseppe Gibboni, 24 anni, ha brillato come solista durante il concerto. Vincitore del Concorso Violinistico Paganini nel 2001, Gibboni ha dimostrato una maestria straordinaria, conquistando il pubblico con la sua interpretazione del Concerto di Mozart. La sua carriera, in rapida ascesa a livello internazionale, è stata ulteriormente celebrata con un bis, durante il quale ha eseguito lo splendido Adagio introduttivo della Sonata n. 1 per violino. La performance di Gibboni ha rappresentato un momento di grande intensità artistica, sottolineando l’importanza di dare spazio ai giovani talenti all’interno di manifestazioni di tale prestigio.
Riccardo Muti e il Premio Cappuccilli
Al termine della serata, Riccardo Muti ha ricevuto il Premio Cappuccilli, un riconoscimento intitolato al grande baritono scomparso vent’anni fa. L’assegnazione del premio è avvenuta per mano di Patrizia Cappuccilli, figlia dell’artista, che ha condiviso con Muti ricordi e aneddoti legati a un’epoca d’oro della lirica. Muti ha evocato momenti significativi della sua carriera, risalenti agli anni Settanta, quando ha lavorato con artisti del calibro di Placido Domingo e Montserrat Caballé. Le sue parole hanno rivelato un profondo rispetto per il passato e un desiderio di mantenere viva la tradizione musicale, sottolineando l’importanza di dedicare tempo alla preparazione e alla prova con i cantanti.
Il programma del festival prosegue
Il Ravenna Festival si prepara a entrare nel vivo con l’evento “Cantare amantis est”, in programma per il 1 e 2 giugno. Questo progetto, curato da Anna Leonardi e Michele Marco Rossi, prevede una masterclass sulla coralità verdiana, guidata da Riccardo Muti. L’evento ha suscitato un grande interesse, con la partecipazione di 104 cori e 1.202 coristi singoli, per un totale di 3.116 partecipanti provenienti da tutta Italia. Questo afflusso di artisti e appassionati rappresenta un chiaro segnale dell’importanza della musica corale e della sua capacità di unire le persone in un’esperienza condivisa di bellezza e armonia.
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