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I 5 villain più amati delle serie TV 

Una storia deve essere ben equilibrata per appassionare dall’inizio alla fine. Ogni personaggio ha il proprio ruolo e quello dei cattivi è indispensabile. I villain più amati delle serie TV sono quelli che svolgono il loro ‘lavoro’ magistralmente, che sono talmente bravi da farsi odiare ma anche apprezzare per la loro complessità di pensiero (che si traduce in azioni deplorevoli). 

La nostra top five racchiude i cattivi più cattivi, quelli che hanno superato ogni tipo di previsione, anche la più fervida e crudele immaginazione e che hanno permesso ai buoni di eccellere. Ognuno di noi ha dentro di sé un angioletto e un diavoletto, e chi è onesto con sé stesso sa apprezzare anche il lato oscuro dell’animo umano. Salvo poi essere felice per il classico lieto fine.

Gus di Breaking Bad

Gustavo “Gus” Fring (Giancarlo Esposito), dalla seconda stagione di Breaking Bad, è il principale antagonista. Merita di diritto di entrare nelle prime posizioni della classifica dei villain più amati delle serie TV. D’altra parte, la sceneggiatura è impostata in maniera tale da far prevalere i cattivi, il lato malvagio che alberga in ogni essere umano. Anche lo stesso protagonista, Walter White interpretato da Bryan Cranston, finirà col cedere e trasformarsi nel corso delle stagioni.

Gus, fra i cattivi, è uno dei più geniali: qualcuno a cui bisogna solo inchinarsi e togliersi il cappello. Riuscire a emergere in una serie dove l’oscurità la fa da padrone è difficile, ma lui ci riesce in maniera magistrale. La sua narrazione, che si sviluppa in tre stagioni soltanto (e nello spinoff Better Call Saul) ma rimane indelebile nella memoria dello spettatore, è complessa. 

Attraverso un famoso fast food (che è solo una copertura) e una lavanderia professionale riesce a mettere su un traffico di denaro sporco davvero notevole. Gus è uno dei maggiori fornitori di metanfetamina degli Stati Uniti d’America, ha molti rivali e molta concorrenza. Conduce una vita sul filo del rasoio e pesta i piedi a non poche persone. Lui sa come non ci si annoia.

Joffrey di Game of Thrones

Re Joffrey I Baratheon di Game of Thrones, interpretato da Jack Gleeson, ha una storia controversa sin dall’inizio. Nasce, infatti, da un incesto fra Cersei (Lena Headey) e Jamie Lannister (Nikolaj Coster-Waldau). Viene cresciuto ufficialmente dalla madre e da Robert Baratheon (Mark Addy) e, sin dall’inizio, appare viziato, egocentrico e con manie di grandezza. Cerca costantemente l’approvazione e il compiacimento del prossimo (in special modo del suo patrigno). 

Alla morte di Re Robert è lui a succedere al “Trono di Spade” e a diventare il sovrano dei sette regni. Il suo carattere però non si dimostra idoneo a un ruolo di tale responsabilità. Emerge la sua crudeltà che si traduce in gesti sconsiderati, uno fra tutti l’esecuzione in pubblica piazza di Eddard Stark (interpretato da Sean Bean), padre della sua promessa sposa. Purtroppo però questo non sarà un caso isolato e la sua cattiveria si manifesterà anche in altre terribili occasioni.

Negan di The Walking Dead

Tra i villain più amati delle serie TV per la sua malvagità non si può non menzionare Negan Smith (interpretato da Jeffrey Dean Morgan). Non è soltanto odiato da tutti ma anche temuto: è capace infatti di qualsiasi cosa. La sua identità e le azioni da lui commesse non vengono svelate immediatamente, ed è proprio questa incertezza e questa scoperta graduale a aggiungere suspence alle stagioni. 

Non ha limiti, la sua mente è in grado di partorire qualsiasi atrocità e la mancanza totale di morale fa sì che la messa in pratica sia automatica. La pietà non sa che cosa sia e vuole solo raggiungere il proprio torna conto personale.

Ovviamente si tratta della sua versione prima della redenzione: un momento che rompe tutti gli equilibri, un vero e proprio colpo di scena che crea una linea di demarcazione netta fra il prima e il dopo. E questo mutamento rappresenta la ‘presentazione’ allo spettatore di un personaggio completamente diverso, nuovo.

Jim di Sherlock 

James “Jim” Moriarty è l’antagonista, il nemico giurato di Sherlock Holmes. Un personaggio cattivo che fa di tutto per ostacolare l’operato dell’investigatore più famoso e geniale della letteratura e del cinema mondiali. Per ottenere ciò che vuole non si trattiene e mette in campo qualsiasi tipo di sotterfugi.

Il suo essere spietato si può facilmente riassumere con un messaggio che lascia al protagonista: “Se lei è abbastanza intelligente da portare distruzione su di me, stia certo che farò altrettanto con lei.” Lo stesso Sherlock riconosce il suo spessore criminale e la sua determinazione nel portare a termine qualsiasi piano.

Al suo amico e compagno di avventure fidato lo descrive: “Il più grande intrigante di tutti i tempi, l’organizzatore di ogni diavoleria. […] Un cervello che avrebbe potuto creare o rovinare il destino delle nazioni. Ma è così distaccato dai sospetti generali, così immune alle critiche, così ammirevole nella sua gestione e nella sua auto-cancellazione, che proprio per quelle parole che hai pronunciato, potrebbe portarti in tribunale ed emergere con la tua pensione annuale come soluzione per il suo carattere ferito… Dottore sboccato e professore calunniato: tali sarebbero i vostri rispettivi ruoli! È geniale, Watson”.

The Master di Doctor Who

E, infine, non perché sia meno spietato degli altri villain più amati delle serie Tv ma solo per la necessità di dare un ordine, troviamo The Master. John Simm riesce a dare vita a un personaggio non solo cattivo, ma soprattutto geniale. Ed è proprio la sua mente sopraffina ad appassionare chiunque decida di seguire una delle serie più articolate del panorama mondiale.

I suoi giochi mentali, il suo passato tragico che non riesce mai a lasciarsi alle spalle e la sua missione principale (farla pagare al Dottore) sono gli elementi che gli conferiscono uno spessore intellettuale di tutto rispetto. E, di fronte a una capacità di ragionamento tale, l’essere buono o cattivo, la vittoria o la sconfitta passano in secondo piano e diventano soltanto dei dettagli. Davanti a un personaggio del suo calibro non si può fare altro che dire “Chapeau” e inchinarsi.

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