Nel panorama delle serie TV contemporanee, alcuni autori si prendono la libertà di rimanere fedeli alle radici della televisione, omaggiando il passato con creatività e originalità. L’uso del bianco e nero, seppur in un’epoca dominata dal colore, diventa un potente strumento narrativo, capace di evocare emozioni e di trasmettere atmosfere uniche. Questo articolo esplora dodici episodi indimenticabili che, pur distaccandosi dalla tradizione cromatica, riescono a catturare l’attenzione e l’immaginazione degli spettatori.
X-files: omaggio a Frankenstein
L’episodio “Bad Blood”, il quinto della quinta stagione di X-Files, è una celebrazione dell’horror classico e un interessante remake del mito di Frankenstein. In questa puntata iconica, gli agenti dell’FBI Fox Mulder e Dana Scully, interpretati rispettivamente da David Duchovny e Gillian Anderson, si trovano coinvolti in una storia incredibile che vede al centro un misterioso vampiro. Il colpo di scena finale e l’incontro inaspettato con Cher, presente in un concerto, contribuiscono a rendere questa puntata un cult tra i fan della serie. Inoltre, la messa in scena di questo episodio risalta l’importanza del bianco e nero, non solo come scelta stilistica, ma come un modo per rendere omaggio ai film dell’epoca d’oro dell’horror.
Twin Peaks: il ritorno alle origini
L’episodio otto del revival di Twin Peaks, diretto da David Lynch, è un’enigmatica e allucinante reinterpretazione della storia raccontata nelle sue opere precedenti, come Eraserhead e The Elephant Man. Girato interamente in bianco e nero, il racconto culmina con l’esplosione di un fungo atomico, un’immagine che molti critici hanno accostato al finale di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. La bravura di Lynch nel mantenere un’atmosfera densa di mistero e tensione è accentuata dalla scelta cromatica, creando un’esperienza visiva capace di affascinare anche i più scettici. La collaborazione con il direttore della fotografia Peter Deming ha dato vita a una sequenza visiva unica, fondendo l’elemento nostalgico con un linguaggio contemporaneo.
Felicity: un incubo tra le ombre
Nella seconda stagione di Felicity, la giovane protagonista, interpretata da Keri Russell, si ritrova intrappolata in una spirale oscura di incertezze amorose. In un episodio che prende una direzione inattesa, Felicity si rivolge a una clinica misteriosa per “curare” le sue delusioni sentimentali. Questo episodio riesce a catturare l’essenza del thriller psicologico con un richiamo evidente ai film noir del passato. La narrazione si snoda in un’atmosfera inquietante, mentre i personaggi girano attorno a Felicity in una sorta di labirinto emotivo. La scelta di utilizzare il bianco e nero riesce a accentuare la tensione e a immergere gli spettatori in una realtà che richiama le atmosfere della Twilight Zone, rendendo palpabile l’angoscia e la confusione della protagonista.
Better Call Saul: la metamorfosi di Gene Takavic
Nell’episodio “Nippy”, sesto della sesta stagione di Better Call Saul, si assiste a una straordinaria evoluzione del personaggio Gene Takavic, alias Saul Goodman, interpretato da Bob Odenkirk. Ambientato in un futuro ibernato dal passato e dalle sue scelte compromettenti, l’episodio trasmette una sorta di nostalgico afflato che si traduce in un’arte cinematografica raffinata. Gene organizza un colpo audace all’interno di un centro commerciale a Omaha, dove la sua astuzia di truffatore riemerge implacabilmente. La narrazione si intreccia con riferimenti ai film dei Fratelli Coen, portando l’attenzione sul delicato confine tra moralità e illegalità. Il bianco e nero in questo contesto serve a valorizzare la complessità del personaggio, evidenziando il contrasto tra la sua vita da onesto cittadino e il passato da avvocato disonesto.
Pretty Little Liars: in cerca di identità
“Shadow Play”, uno dei episodi più sorprendenti di Pretty Little Liars, rappresenta una straordinaria fusione tra modernità e classico. L’episodio, costellato di riferimenti al noir degli anni ’40, segue Spencer, interpretata da Troian Bellisario, mentre lotta con le sue ossessioni e il mistero che avvolge il personaggio di “A”. Qui, la mancanza di sonno e il conflitto interno portano Spencer in una dimensione onirica dove la realtà e la finzione si mescolano. La scelta del bianco e nero intensifica il senso di confusione e alienazione, riflettendo l’angoscia dei personaggi e l’intera situazione che stanno affrontando. La narrazione si sviluppa in modo avvincente, rivelando pezzi di verità in un gioco di ombre e riflessi che tiene il pubblico incollato allo schermo.
Black Mirror: la distopia in Metalhead
Il quinto episodio della quarta stagione di Black Mirror, intitolato “Metalhead”, è una chiara esplorazione delle paure contemporanee attraverso una lente noir. La storia segue Bella, interpretata da Maxine Peake, in un’inesorabile lotta per la sopravvivenza in un futuro post-apocalittico dominato da cani robotici letali. L’assenza di colori nella narrazione rispecchia perfettamente il cupo panorama post-industriale e accentua la tensione e l’angoscia del protagonista. Diretto da David Slade, l’episodio riesce a incapsulare la fragilità dell’umanità di fronte al progresso tecnologico, utilizzando il bianco e nero come mezzo per esaltare la drammaticità della situazione in cui si trova Bella. Questa scelta stilistica rende il racconto ancora più avvincente e permette agli spettatori di immergersi completamente nella tensione costante.
WandaVision: un tributo alla golden age delle sitcom
WandaVision, la serie Marvel che ha rotto gli schemi, inizia il suo viaggio con due episodi in bianco e nero, omaggiando le sitcom degli anni ’50 e ’60. I protagonisti, Wanda Maximoff e Vision , vivono una vita suburbana apparentemente perfetta, mentre i differenti strati della loro realtà cominciano a svelarsi. Questo approccio ricreativo, che si rifà ai codici delle sitcom iconiche come The Dick Van Dyke Show e I Love Lucy, riesce a catturare l’attenzione del pubblico, mescolando nostalgia e modernità. Il bianco e nero serve a enfatizzare il contrasto tra la facciata di normalità e le inquietanti verità che si celano sotto la superficie. In quest’epoca cinematografica in continua evoluzione, WandaVision riesce così a rendere omaggio a un passato dorato, celebrando al contempo la capacità della serialità moderna di innovarsi.
Moonlighting: un sogno in bianco e nero
Moonlighting, la celebre dramedy con Bruce Willis e Cybill Shepherd, presenta un episodio che si distingue per originalità e creatività. Sullo sfondo di un caso insoluto risalente agli anni ’40, Dave e Maddie vengono catapultati in un mondo in bianco e nero, rivisitando i classici del noir. Un’introduzione speciale di Orson Welles, che segna la sua ultima apparizione in un contesto televisivo, rende il tutto ancora più memorabile. La messa in scena e la maggiore enfasi sulle ombre e sui contrasti contribuiscono a creare un’atmosfera tipica dei film dell’epoca, rendendo il racconto intrigante. Questa fusione di generi e stili riesce non solo a divertire ma anche a rendere omaggio a una tradizione cinematografica che ha influenzato innumerevoli opere.
Streghe: la magia del noir
Nel settimo episodio della settima stagione di Streghe, dal titolo “The Seven Year Witch”, Paige Matthews, interpretata da Rose McGowan, si ritrova catapultata all’interno di un noir vintage. Risucchiata in un’altra dimensione insieme all’agente Kyle Brody, questo episodio esplora le dinamiche della loro relazione attraverso il filtro del bianco e nero. L’elemento magico della serie si fonde con il linguaggio visivo tradizionale del noir, creando un contrasto legante tra elementi di fantasia e la durezza della realtà. L’uso di tecniche di inquadratura e ombre esaltano il racconto, catturando la lotta interiore dei personaggi mentre si dibattono tra il potere e le conseguenze delle loro scelte.
Fargo: omaggio ai Fratelli Coen
Fargo, l’acclamata serie antologica che si ispira all’omonimo film, presenta nell’episodio “East/West” una sapiente gestione del bianco e nero che richiama le atmosfere iconiche dei Fratelli Coen. Seguendo Rabbi Milligan e Satchel Cannon mentre fuggono dalla violenza che li circonda, l’episodio riesce a coniugare il dramma personale con una narrazione di larga scala. La decisione di girare gran parte del racconto in bianco e nero conferisce profondità e intensità a una trama già di per sé intrisa di tensione. La direzione assunta da Noah Hawley si propone di seguire il “sentiero di mattoni gialli”, un chiaro richiamo al classico raccontato da L. Frank Baum. Con riprese magnifiche, la collaborazione con il direttore della fotografia Dana Gonzales regala un’atmosfera unica e affascinante all’intera narrazione.
Queste scelte artistiche denotano come la serialità moderna continui a innovare, rispettando al contempo il passato della televisione. Il bianco e nero, utilizzato in modo sapiente, dimostra di essere ancora un potente strumento per esplorare temi complessi e emozioni universali.
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