Enzo Paolo Turchi, una figura iconica nel mondo della danza, ha trascorso gran parte della sua vita dedicandosi a questa arte. Sin da giovanissimo, ha affrontato numerose difficoltà, ma la sua passione per il ballo lo ha sempre guidato. In un’intervista al Corriere della Sera, Turchi ha condiviso i suoi tre grandi amori: Carmen, Maria e, naturalmente, la danza.
L’infanzia difficile di Enzo Paolo Turchi
La vita di Enzo Paolo Turchi inizia in un contesto di grande difficoltà. A soli sei anni, inizia a lavorare per contribuire al sostentamento della famiglia, svolgendo lavori umili come la pulizia delle bische. A otto anni, diventa cameriere, guadagnando appena 20 lire al giorno, una cifra esigua che non basta a garantire una vita serena. Nello stesso periodo, entra nella scuola di ballo del Teatro San Carlo, dove inizia a coltivare la sua passione per la danza.
La sua infanzia è segnata da eventi tragici. La figura paterna è assente, con Enzo Paolo che ricorda di aver visto il padre solo tre volte, l’ultima delle quali in un momento drammatico. La madre, colpita dalla perdita delle due sorelline, si ritira in un silenzio che la porta a sparire per giorni. La famiglia vive in condizioni precarie, spesso aiutata dalla generosità dei vicini nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Ricorda con affetto come un vicino di casa si prodigasse per portare un po’ di luce nelle loro vite, mentre una prostituta del quartiere si occupava di fare la spesa per loro con i soldi ricevuti dai soldati americani.
La carriera di ballerino e le prime soddisfazioni
A sedici anni, la carriera di Enzo Paolo Turchi inizia a prendere forma. Si diploma in ballo e solfeggio, un passo fondamentale per il suo futuro. L’anno successivo, la sua dedizione viene premiata quando viene nominato primo ballerino alla Fenice di Venezia, dove ha l’opportunità di lavorare al fianco di Carla Fracci, una delle più grandi étoile della danza italiana. Questo traguardo rappresenta un momento cruciale nella sua vita, un riconoscimento del suo talento e della sua passione.
Nonostante il successo, Turchi riflette sul fatto di non aver mai raggiunto il titolo di étoile come Roberto Bolle. Tuttavia, non prova rimpianto. Sottolinea come il panorama della danza fosse diverso ai suoi tempi, senza il supporto dei social media che oggi possono amplificare la visibilità degli artisti. La sua carriera è stata costruita su basi solide, frutto di impegno e sacrificio, piuttosto che su una fama immediata.
Affrontare il bullismo e la determinazione nel ballo
La strada verso il successo non è stata priva di ostacoli. Enzo Paolo Turchi ha dovuto affrontare il bullismo da parte dei coetanei, che lo deridevano per la sua passione per la danza. Ricorda con un misto di nostalgia e ironia come, uscendo di casa, fosse accolto da cori beffardi che lo deridevano. Tuttavia, Turchi ha sempre trovato la forza di andare avanti, trasformando quegli insulti in una sorta di sigla personale, un inno alla sua determinazione.
La sua resilienza è stata fondamentale per superare le avversità. Nonostante le difficoltà, ha continuato a seguire il suo sogno, trovando nella danza non solo una professione, ma anche una forma di espressione e liberazione. La sua storia è un esempio di come la passione e la dedizione possano vincere su ogni difficoltà, rendendo la danza non solo un lavoro, ma una vera e propria ragione di vita.
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