Donatella Finocchiaro, attrice catanese trapiantata a Roma, è una figura di spicco nel panorama cinematografico e teatrale italiano. Con un percorso artistico che abbraccia oltre due decenni, la sua carriera è costellata di ruoli significativi, sia in opere di altissimo livello che in film più intimi e personali. Nel prossimo film “Paradiso in vendita” di Luca Barbareschi, che uscirà nelle sale nel marzo 2025, Finocchiaro interpreterà una sindaca battagliera, un personaggio che riflette la sua capacità di affrontare ruoli complessi e sfaccettati. La sua autenticità emerge anche oltre la recitazione, come dimostra la sua apertura nei confronti delle esperienze di vita che l’hanno plasmata.
Un percorso di scelta e indipendenza
L’attrice ha sempre rivendicato la propria indipendenza nelle scelte professionali. “Se mi devo riconoscere un merito, è quello di aver sempre scelto da sola,” afferma Finocchiaro. Questa assertività le ha permesso di rimanere nel giro e di non perdersi in un ambiente, spesso volatile, come quello del cinema. Molti attori, pur ottenendo ruoli in film di prestigio, possono trovarsi a scomparire se non hanno il coraggio di scegliere con criterio. Il suo segreto? Un approccio che combina cuore e coraggio. “Se un progetto mi piace, mi butto,” sostiene, dimostrando un entusiasmo contagioso per nuove sfide.
Tuttavia, non è estranea al rifiuto. Un’occasione persa, come quella di collaborare con registe del calibro di Alice Rohrwacher, le ha fatto guadagnare una lezione importante sui limiti fisici e mentali. Le sue scelte non sono mai state facili e spesso richiedono un equilibrio sottile tra desideri professionali e necessità personali.
La relazione con i collaboratori e il coraggio
Quando si parla della sua collaborazione con Luca Barbareschi, un primo impatto può scaturire da pregiudizi. “Avevo mille remore su di lui, come tanti, ma quando l’ho conosciuto mi ha stregato,” ricorda. Questo riconoscimento della sua intelligenza e delle sue capacità artistiche dimostra che la prima impressione può essere ingannevole. Il fascino del regista è solo uno dei tanti motivi per i quali Finocchiaro è disposta a mettersi in gioco.
Le sue parole rivelano un desiderio di esplorare aspetti più leggeri della recitazione, come le commedie, ma con una critica alla qualità attuale di questi progetti: “adesso in giro di belle ne vedo pochine”. Questo desiderio di evoluzione artistica si intreccia con la sua carriera, mentre continua a cercare nuove esperienze.
Un messaggio di resilienza contro la violenza
Finocchiaro non ha paura di far emergere esperienze personali difficili. Ha subito violenze di vario tipo, filtrando quei ricordi dolorosi in una narrazione di resilienza. “Sì. Sia fisiche che psicologiche,” ammette, aprendo una finestra su un tema cruciale che spesso resta nell’ombra. L’attrice ha imparato a riconoscere schemi ripetitivi che si manifestano in relazioni violente, avviando un lungo percorso di guarigione e autoaffermazione.
Le esperienze passate non solo le sono servite come insegnamento personale ma le hanno anche fornito le basi per progetti creativi, come la sua regia di “La Lupa” in chiave moderna e femminista, per affrontare la violenza di genere. “Dirigere mi piace tantissimo,” dice, esprimendo il desiderio di continuare su questa strada e lavorare su progetti significativi.
La maternità e le sfide della vita privata
La maternità ha avuto un ruolo centrale nella vita di Donatella Finocchiaro. Mia figlia Nina, dice con affetto, è l’elemento che le ha aperto una nuova dimensione di consapevolezza. “Mi ha liberata dalla mia ossessione individualista,” confida. Questo senso di responsabilità verso la figlia è accompagnato dalla preoccupazione per il futuro di Nina, buscando di proteggerla da esperienze simili a quelle che ha vissuto.
Dopo una separazione, Finocchiaro e il padre di sua figlia hanno trovato un equilibrio che permette loro di convivere pacificamente, persino condividendo le vacanze. Questa evoluzione dimostra che, nonostante le difficoltà iniziali, è possibile creare un ambiente sereno per la crescita della loro figlia.
Una carriera artistica e vita personale da bilanciare
Il suo percorso artistico, caratterizzato da scelte per lo più guidate dalla passione, si intreccia inevitabilmente con la sua vita personale. Anche se ha mai posto in discussione il suo lavoro, è consapevole delle difficoltà legate all’aspetto della bellezza e del conformismo nel mondo dello spettacolo. “L’importante è rispettare il solito modello di bellezza,” dice, riflettendo sull’ingiustizia di un’industria che premia standard irrealistici.
Arrivata a quasi 54 anni, Finocchiaro si sente viva e pronta a raccogliere nuove sfide, affermando: “Ho ancora tanta energia.” Recentemente, ha svelato il suo prossimo progetto cinematografico, dove interpreterà una psicanalista. Questi nuovi ruoli rappresentano per lei non solo opportunità professionali ma anche una continuazione del suo impegno ad affrontare tematiche sociali importanti, riflettendo il suo spirito indomito e la sua voglia di esprimersi attraverso l’arte.
La convinzione di Donatella Finocchiaro di navigare tra passione artistica e vita personale complessa la rende un esempio vibrante di resilienza e un’ispirazione per coloro che la seguono.
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