Creata da Michael Green e Amber Noizumi, Blue Eye Samurai è la nuova serie anime prodotta da Netflix ambientata nel Giappone del diciassettesimo secolo. Un periodo che, per la casa di produzione, sembra essere ricco di prodotti ben fatti, come Pluto e Onimusha.
Indice
Blue Eye Samurai: la trama
Ambientata nel Giappone del diciassettesimo secolo, nel Periodo Edo, Blue Eye Samurai segue le vicende di Mizu, definita anche il diavolo bianco per i suoi occhi azzurri e la sua pelle bianca. Quello in cui la nostra protagonista vive è un periodo di massima chiusura mentale per il Giappone: tutti i confini con il resto del mondo sono chiusi, i bianchi e gli stranieri sono considerati impuri e le donne possono essere solo mogli, o geishe. Mizu è una ronin (una guerriera vagabonda) che è stata allevata da un fabbro e proprio da lui ha acquisito tutte le sue conoscenze.
![Blue Eye Samurai: la recensione del nuovo anime Netflix Blue Eye Samurai: la recensione del nuovo anime Netflix](https://www.ecodelcinema.com/wp-content/uploads/2023/11/Blue-Eye-Samurai2.jpg)
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L’obbiettivo di Mizu, la quale cela strettamente il segreto di essere una donna, è quella di trovare e uccidere quattro uomini bianchi. Spinta da questo desiderio di vendetta, la giovane combattente, dal fisico agile e longilineo, si avventura in un viaggio che, a sua insaputa, la porterà a crescere profondamente. Ma non è da sola. Al suo fianco c’è Ringo, un cuoco disabile e dal carattere (estremamente) positivo, che decide di affiancarla nel suo viaggio nonostante lei continui a rifiutare il suo aiuto.
Blue Eye Samurai: la recensione
Inquadrature affascinanti e atmosfere intrise di cultura giapponese: Blue Eye Samurai mescola insieme l’epica orientale, una storia di formazione e il western, risultando come uno degli anime più ben fatti degli ultimi tempi. Ognuno degli otto episodi, dalla durata di 50 minuti, ci porta nel viaggio di Mizu, una guerriera emancipata e indipendente che, tuttavia, scoprirà di aver bisogno di qualcuno al suo fianco nel viaggio, anche non volendo.
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Il viaggio di Mizu si lega strettamente alla metafora dell’acciaio, un materiale particolarmente importante per la vita della guerriera. Fin da quando era piccola, Mizu è stata educata a forgiare l’acciaio, a stare attenta ad ogni gesto, ad ogni oggetto forgiato, mettendoci cura e dedizione. Come l’acciaio, Mizu ha forgiato lentamente il suo carattere, crescendo tuttavia nell’odio e nel rancore. Nata da uno stupro e trattata come una reietta da tutti, la giovane è cresciuta da sola, puntando tutto su se stessa e il suo desiderio, probabilmente facendo si che il suo odio l’accecasse anche fin troppo.
“La spada è l’anima del samurai, quindi deve corrispondere all’uomo. La sua lama deve essere rigida e sottile e sgargiante. Pieghiamo l’acciaio per fonderlo. Battiamo il metallo fuso per eliminare le impurità: più è puro e più è duro. Ma se è troppo duro diventa fragile. Bisogna lasciare qualcosa come Dio l’ha fatta. Le impurità nel posto giusto sono una qualità”.
Alla storia di Mizu e il suo viaggio, accompagnata da Ringo, si intrecciano i percorsi della principessa Akemi, costretta a sposarsi per volere di suo padre con un uomo viscido e meschino, e Taigen, uno dei vecchi bulli che maltrattava Mizu da piccola e che sarebbe dovuto essere il futuro, e desiderato, marito di Akemi. Le storie di Mizu, Ringo, Akemi e Taigen sono tutte ben diverse tra di loro ma tutte volte ad un percorso di crescita.
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Ognuna di queste, inoltre, riesce a mostrare tutte le diverse facce della cultura giapponese del tempo, mostrando un’epoca estremamente razzista, maschilista e dominata dalla chiusura mentale. Per Akemi, la principessa, non c’è altra strada che il matrimonio; Taigen non ha nulla se non il suo onore e, per accrescerlo, non fa altro che sminuire gli altri; Ringo è un cuoco disabile che, in quanto tale, viene ritenuto una figura inutile nella società; e poi c’è Mizu: emarginata dalla società per il suo aspetto diverso.
Giudizio e Conclusioni
Con una scrittura e uno stile che ci ricordano grande opere come Samurai Jack e Kubo e la Spada Magica, i creatori di Blue Eye Samurai hanno confezionato un prodotto completo, maturo e emozionante. Forte di una sceneggiatura profonda e accurata, uno stile accattivante e un’idea solida e intelligente alle spalle, l’anime risulta essere uno dei migliori degli ultimi tempi, come se ne vedevano pochi.