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Blue Eye Samurai: la recensione del nuovo anime Netflix

Creata da Michael Green e Amber Noizumi, Blue Eye Samurai è la nuova serie anime prodotta da Netflix ambientata nel Giappone del diciassettesimo secolo. Un periodo che, per la casa di produzione, sembra essere ricco di prodotti ben fatti, come Pluto e Onimusha.

Indice

Blue Eye Samurai: la trama

Ambientata nel Giappone del diciassettesimo secolo, nel Periodo Edo, Blue Eye Samurai segue le vicende di Mizu, definita anche il diavolo bianco per i suoi occhi azzurri e la sua pelle bianca. Quello in cui la nostra protagonista vive è un periodo di massima chiusura mentale per il Giappone: tutti i confini con il resto del mondo sono chiusi, i bianchi e gli stranieri sono considerati impuri e le donne possono essere solo mogli, o geishe. Mizu è una ronin (una guerriera vagabonda) che è stata allevata da un fabbro e proprio da lui ha acquisito tutte le sue conoscenze.

Blue Eye Samurai

L’obbiettivo di Mizu, la quale cela strettamente il segreto di essere una donna, è quella di trovare e uccidere quattro uomini bianchi. Spinta da questo desiderio di vendetta, la giovane combattente, dal fisico agile e longilineo, si avventura in un viaggio che, a sua insaputa, la porterà a crescere profondamente. Ma non è da sola. Al suo fianco c’è Ringo, un cuoco disabile e dal carattere (estremamente) positivo, che decide di affiancarla nel suo viaggio nonostante lei continui a rifiutare il suo aiuto.

Blue Eye Samurai: la recensione

Inquadrature affascinanti e atmosfere intrise di cultura giapponese: Blue Eye Samurai mescola insieme l’epica orientale, una storia di formazione e il western, risultando come uno degli anime più ben fatti degli ultimi tempi. Ognuno degli otto episodi, dalla durata di 50 minuti, ci porta nel viaggio di Mizu, una guerriera emancipata e indipendente che, tuttavia, scoprirà di aver bisogno di qualcuno al suo fianco nel viaggio, anche non volendo.

Blue Eye Samurai

Il viaggio di Mizu si lega strettamente alla metafora dell’acciaio, un materiale particolarmente importante per la vita della guerriera. Fin da quando era piccola, Mizu è stata educata a forgiare l’acciaio, a stare attenta ad ogni gesto, ad ogni oggetto forgiato, mettendoci cura e dedizione. Come l’acciaio, Mizu ha forgiato lentamente il suo carattere, crescendo tuttavia nell’odio e nel rancore. Nata da uno stupro e trattata come una reietta da tutti, la giovane è cresciuta da sola, puntando tutto su se stessa e il suo desiderio, probabilmente facendo si che il suo odio l’accecasse anche fin troppo.

“La spada è l’anima del samurai, quindi deve corrispondere all’uomo. La sua lama deve essere rigida e sottile e sgargiante. Pieghiamo l’acciaio per fonderlo. Battiamo il metallo fuso per eliminare le impurità: più è puro e più è duro. Ma se è troppo duro diventa fragile. Bisogna lasciare qualcosa come Dio l’ha fatta. Le impurità nel posto giusto sono una qualità”.

Alla storia di Mizu e il suo viaggio, accompagnata da Ringo, si intrecciano i percorsi della principessa Akemi, costretta a sposarsi per volere di suo padre con un uomo viscido e meschino, e Taigen, uno dei vecchi bulli che maltrattava Mizu da piccola e che sarebbe dovuto essere il futuro, e desiderato, marito di Akemi. Le storie di Mizu, Ringo, Akemi e Taigen sono tutte ben diverse tra di loro ma tutte volte ad un percorso di crescita.

Blue Eye Samurai

Ognuna di queste, inoltre, riesce a mostrare tutte le diverse facce della cultura giapponese del tempo, mostrando un’epoca estremamente razzista, maschilista e dominata dalla chiusura mentale. Per Akemi, la principessa, non c’è altra strada che il matrimonio; Taigen non ha nulla se non il suo onore e, per accrescerlo, non fa altro che sminuire gli altri; Ringo è un cuoco disabile che, in quanto tale, viene ritenuto una figura inutile nella società; e poi c’è Mizu: emarginata dalla società per il suo aspetto diverso.

Giudizio e Conclusioni

Con una scrittura e uno stile che ci ricordano grande opere come Samurai Jack e Kubo e la Spada Magica, i creatori di Blue Eye Samurai hanno confezionato un prodotto completo, maturo e emozionante. Forte di una sceneggiatura profonda e accurata, uno stile accattivante e un’idea solida e intelligente alle spalle, l’anime risulta essere uno dei migliori degli ultimi tempi, come se ne vedevano pochi.

Trailer

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